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La buona politica contro le mafie

di redazione il . Senza categoria

E’ stato un video messaggio del Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, Marco Rossi Doria, che punta dritto su istruzione, Sud, ricerca e università ad aprire la festa nazionale di Avviso Pubblico a Lamezia Terme. Due giorni di dibattiti, riflessioni, analisi e incontri promossi dalla rete di Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie. “Stiamo stanziando fondi per la ricerca, le scuole e le università, ma l’istruzione da sola non basta – ha detto Rossi Doria. Servono nuove classi dirigenti, soprattutto al Sud, serve la buona politica”.

Scuola e sport aprono la prima giornata della Festa ed è proprio Damiano Tommasi, Presidente Associazione Italiana Calciatori a tornare sul tema dei giovani e dell’importanza della formazione. “Noi stiamo cercando di dare forza alla coscienza delle persone. Bisogna dire di no perché la forza morale di ognuno di noi è la vera arma contro la criminalità organizzata – ha detto Tommasi nel suo intervento. Avviso Pubblico lo sta cercando di fare attraverso le amministrazioni locali e noi lo stiamo provando a fare con i giocatori, utilizzando la loro capacità mediatica per sostenere buoni progetti; ed insieme lo abbiamo fatto organizzando dei Camp estivi con i ragazzi per promuovere la cultura della legalità nel calcio: perché attraverso lo sport è più facile trasmettere alcuni messaggi”. Poi un messaggio lo ha rivolto ai giovani: “Voi dovete portare il vostro contributo e avere la speranza: dovete pensare che il vostro futuro può essere migliore del vostro presente”. Nella stessa giornata Don Giacomo Panizza, fondatore di Progetto Sud, comunità attiva da oltre trent’anni a sostegno di persone disabili e tossicodipendenti. “Il lavoro sociale è vivere per costruire qualcosa insieme e riflettere sulle cose che facciamo per poterle migliorare continuamente. I giovani possono fare tantissime belle cose, basta averne la voglia – ha affermato Panizza. Non bisogna solo saper vincere o perdere, è necessario soprattutto mettersi in gioco”. Tante le testimonianze di impegno antimafia e per il territorio che si sono susseguite nella prima giornata. Dalla formazione, al calcio al sociale sino all’antiracket. Rocco Mangiardi, commerciante che ha denunciato il racket, intervenendo al dibattito ha ricordato: “Bisogna mettere sulla bilancia la paura e la dignità e a quel punto troveremo il coraggio. Io ho denunciato una cosca che mi chiedeva 1.200 euro di pizzo al mese e da quel giorno ho vinto le Olimpiadi della mia vita. Noi possediamo tre armi bellissime: la denuncia, la cultura e il voto. Sono tre armi micidiali che non uccidono ma che anzi, se usate bene, fanno eclissare. Dobbiamo usarle perchè è dicendo di no che si può creare una comunità migliore”. “In Calabria qualcosa di bello e di nuovo sta fiorendo – ha continuato Mangiardi – sta crescendo la consapevolezza che non possiamo vivere nella paura. Sono i mafiosi che hanno paura, sono loro che si nascondono e vivono di ombre e violenza e sono loro che se ne devono andare”. Nel pomeriggio, invece, un momento di riflessione sul contrasto alle mafie dal titolo: “Prevenire e contrastare mafie e corruzione. Quali risultati dall’applicazione del codice antimafia e della legge 190/2012?”.

Anticorruzione e antimafia. Ad aprire il dibattito sull’applicazione del codice è stato Alberto Vannucci, docente dell’Università di Pisa ed esperto di corruzione, che ha affermato:“Le politiche anticorruzione scontano difficoltà nella loro gestione e applicazione. Nella legge 190/2012 ci sono sicuramente alcuni elementi innovativi e per la prima volta, a distanza di vent’anni, lo Stato si è fatto carico di un tema che era stato completamente rimosso dall’agenda politica ma la parte penale della legge va riformata. Lo spacchettamento del reato di concussione, così come affermato anche dalla Cassazione, è in alcuni punti contraddittorio, e non solo, l’impianto rischia anche di burocratizzare la politica anticorruzione”. Un messaggio sottolineato anche dal presidente di Avviso Pubblico, Andrea Campinoti: “Abbiamo da subito espresso criticità sul ricorso alla legge delega per redigere e approvare il Codice Antimafia. Bisogna migliorare la legge sui Comuni sciolti per mafia e quella sui beni confiscati, bisogna garantire sicurezza agli amministratori e ai Sindaci in prima linea. Le Istituzioni devono riconoscere loro questo impegno. Bisogna quindi migliorare le leggi per sottrarre consenso sociale alle mafie e la politica deve essere da esempio, perché non ci sarà mai una rinascita del nostro Paese se non ci sarà un rafforzamento della responsabilità civile ed etica”. Presente anche l’onorevole Marco Minniti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha aggiunto: “La legge anticorruzione va migliorata ma è già un traguardo averla fatta. Sulla lotta alle mafie e alla corruzione si gioca la credibilità del nostro Paese, noi questa battaglia la vinceremo”. “Lo Stato deve avere un altro strumento prima dello scioglimento di un consiglio comunale, – ha continuato Minniti – e deve consentire ai Sindaci di avere gli strumenti necessari per affrontare determinate situazioni. Lo scioglimento deve essere l’ultima ratio. Vorrei che si creasse un rapporto positivo tra il Governo e Avviso Pubblico per dare una spinta al miglioramento”. Il presidente della “Fondazione con il Sud”, Carlo Borgomeo fa i conti con i dati reali e le difficoltà del contrasto alle mafie quotidiano: “Tagliare sui servizi sociali alimenta le mafie – dice nel suo intervento. Le norme di gestione delle aziende confiscate sono troppo lunghi e complicati. Ai beni e aziende confiscati va applicata una gestione imprenditoriale e i soldi confiscati devono essere utilizzati per far funzionare questi beni: se vogliamo veramente vincere questa battaglia dobbiamo impostare la cosa in modo diverso”. L’ultima parola è andata a Luciano Silvestri, Responsabile nazionale settore Legalità e Sicurezza Cgil che ha esortato a portare avanti la proposta di legge che giace in Parlamento e che aiuterebbe titolari e dipendenti delle aziende confiscate ai boss. “Oggi finalmente in Parlamento c’è una legge di iniziativa popolare per modificare la legge sulle aziende confiscate ma mancano ancora dati approfonditi sulle aziende stesse – afferma. Sono in tutto 1.708, con oltre 80 mila lavoratori dipendenti, ma circa il 90% di esse fallisce. Non possiamo perdere questo anello fondamentale. Gli amministratori giudiziari hanno un approccio da curatori fallimentari e questo non funziona. Lo Stato deve ritrovare la via virtuosa a partire da una modifica legislativa”.

La festa si è conclusa ieri presso l’auditorium del Liceo Tommaso Campanella con una seconda giornata di riflessione che ha visto la partecipazione di giornalisti, politici, operatori del sociale. L’incontro, moderato da Toni Mira, giornalista di Avvenire, è stato anche un’occasione per parlare dell’ultimo Rapporto di Avviso Pubblico (anno 2011/2012), “Amministratori sotto tiro”, in cui sono stati documentati 270 episodi di minacce e di intimidazioni di tipo mafioso e criminale ai danni di amministratori locali e personale della pubblica amministrazione (uno ogni 34 ore), di cui ben 85 casi verificatisi in Calabria. Dopo i saluti e ringraziamenti del sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, il Presidente di Avviso Pubblico, Andrea Campinoti, ha ricordato Laura Prati, Sindaco di Cardano al Campo, uccisa lo scorso luglio da un ex vigile urbano sospeso dal servizio per truffa. “Abbiamo deciso di svolgere la Festa nazionale di Avviso Pubblico in questa terra perché oltre ad essere la Regione con il più alto tasso di intimidazioni del Paese, è anche quella in cui ci sono tantissime esperienze di buona politica che i cittadini devono conoscere – spiega Campinoti”. “Io non accetto l’idea che siamo tutti uguali – ha continuato Campinoti – la buona politica esiste. Ci sono tantissimi uomini e donne che rischiano la vita per compiere il loro dovere, che sono un esempio di impegno civile e di amore per la propria terra”. Poi un monito e un appello alle Istituzioni: “Le mafie sono un problema nazionale, guai a pensare che sia qualcosa che riguarda solo alcune regioni. Comuni e Istituzioni devono costituirsi parte civile al processo ai danni della Cooperativa Valle del Marro. La politica deve dare l’esempio. Per cambiarla dobbiamo cambiare i nostri comportamenti, pensando alla tutela dei beni comuni anziché agli interessi particolari”. La prossima assemblea di Avviso Pubblico si terrà proprio nella Capitale, altro terreno difficile per gli amministratori locali alle prese con una costante infiltrazione mafiosa e un radicamento sul territorio di alcuni clan. Lo spiega Paolo Masini, assessore del Comune di Roma, che annunciato “in quella occasione firmeremo il patto per lo sviluppo e la legalità per cercare di impedire infiltrazioni da parte della criminalità organizzata”. Non solo amministratori in prima linea ma anche istituzioni nazionali come l’Agenzia per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. “Stiamo cercando di cambiare la legge istitutiva dell’Agenzia nazionale che purtroppo, essendo stata fatta in un momento particolare, ha al suo interno molte criticità – ha spiegato il direttore dell’Agenzia, Giuseppe Caruso. In particolare ha un grossissimo problema: non parla di cosa possiamo fare per aiutare gli amministratori locali nella gestione dei patrimoni sequestrati. Dobbiamo dare centralità ai Sindaci nella gestione dei beni sottratti alle cosche, bisogna modificare alcuni aspetti della vigente normativa e velocizzare i meccanismi necessari alla sua applicazione, soprattutto in relazione ai tempi che intercorrono tra la confisca e l’effettiva fruizione dei beni”.

Tante le testimonianze di chi ha deciso di non piegarsi alle mafie e ha pagato in prima persona il conto dell’isolamento politico, della sconfitta elettorale e della solitudine. Fra loro alla Festa di Avviso Pubblico sono intervenuti Carolina Girasole, già Sindaco di Isola Capo Rizzuto, i responsabili della Cooperativa Valle del Marro della Piana di Gioia Tauro e Domenico Nacci, assessore alle politiche giovanili del Comune di Bitonto. A chiudere la due giorni il Viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico, che rivolgendosi ad alcuni Sindaci oggetto di intimidazioni presenti al convegno, Bubbico ha dichiarato: “Voi siete soli perchè le vostre amministrazioni sono diventate fragili e in quanto fragili esse risultano aggredibili dai poteri criminali. Dobbiamo affrontare questo problema perchè le mafie stanno indirizzando sempre di più le loro attenzioni nelle Istituzioni locali, perchè attraverso di esse realizzano il salto di qualità. Siamo però sulla strada giusta: società civile, Istituzioni e buona politica hanno messo in piedi un sistema che imporrà sempre di più il contrasto a tutte le forme di illegalità”. Infine, una parola anche per la Cooperativa Valle del Marro: “Valuteremo di costituirci parte civile nel vostro processo e di rivedere la legge sulla confisca e sull’uso dei beni sottratti alle organizzazioni criminali, per migliorarne l’efficienza”.

 

 

 [Foto a cura di Avviso Pubblico]

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