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Processo violenze su Anna Maria Scarfò: confermate condanne al branco

di Anna Foti il . Senza categoria

di Anna Foti – www.reggiotv.it/// — Era presente in aula Anna Maria Scarfò al momento della pronuncia della sentenza di secondo grado contro gli aggressori che ha coraggiosamente denunciato, dovendo poi vivere in località protetta. Confermate dalla presidente del collegio della Corte di Appello di Reggio Calabria, le condanne per i componenti del branco che il processo di primo grado aveva già accertato essereMaurizio Hamanan classe 1978, Antonio Cianci classe 83, Antonino Cutrupi classe 1982, Giuseppe Chirico classe 1968,condannati a sette anni di reclusione (anziché gli otto inflitti in primo grado e richiesti dal pm Cianfrino) Fabio Piccolo classe 83, condannati a sette anni e otto mesi (anziché i nove inflitti in primo grado e richiesti dal pm Cianfarino). Applicate le attenuanti generiche perché incensurati. Una pagina di giustizia dopo tanto dolore, tante sofferenze e tante umiliazioni subite dalla vittima, la giovane Anna Maria Scarfò, di San Martino di Taurianova in provincia di Reggio Calabria e dalla sua famiglia. Le condanne erano state chieste anche dall’avvocato Rosalba Sciarrone, in rappresentanza delle parti civili e della parte offesa.

 

Il processo di secondo grado ha seguito il primo giudizio svoltosi a Palmi che ha riguardato cinque dei sei imputati. Per Vincenzo Minniti classe 1981, il tribunale di Palmi aveva disposto il non doversi procedere per difetto di querela. Per tre anni, dal 1999 al 2002, perpetrati abusi e violenze sulla giovane di San Martino di Taurianova, in provincia di Reggio Calabria, a quel tempo minorenne, oggi ventiseienne e dal 2010 in località segreta eprotetta. La paura e la vergogna, il dolore ed il timore fino al coraggio nato dal desiderio di salvare la sorellina più piccola da questo orrore. Quindi la denuncia ai Carabinieri e l’inizio di un calvario scandito da giudizi, offese ed umiliazioni da parte di quanti, nel suo paese, la sua storia hanno voluto manipolarla senza ascoltarla. Lei diventa la “malanova”, colei che ha provocato quegli uomini. Ingiurie, minacce, telefonate anonime, il suo caneucciso. Lo Stato interviene per proteggerla con una scorta poi con la predisposizione di un luogo segreto. E’ la prima ragazza in Italia ad usufruire del programma di allontanamento e protezione previsto dall’allora nuova legge sullo stalking.

Il primo processo vedeva imputate sedici persone. Accordato il rito abbreviato, la condanna giunge per alcuni di loro. Per i restanti sei il processo di primo grado con il rito ordinario si chiude dinnanzi al Tribunale di Palmi nella sezione distaccata di Cinquefrondi, con la condanna di cinque dei sei imputati. Da evidenziare che i difensori avevano invano chiesto il trasferimento del processo in altra sede per presunta compromessa l’imparzialità del giudice e la libertà di determinazione dei testimoni. Rimessione negata dalla Cassazione nell’ottobre 2012.

Successivamente nel dicembre del 2012 l’ex parroco di San Martino di Taurianova, don Antonio Scordo, di 50 anni, e una religiosa, suor Mimma Rizzo, di 42, originaria di Taranto, vengono condannati dal gup del Tribunale di Palmi, Paolo Ramondino, ad un anno di reclusione, con pena sospesa, per falsa testimonianza resa durante il processo di primo grado celebratosi, sempre dinnanzi al tribunale di Palmi, proprio a carico di un gruppo di persone di San Martino di Taurianova imputate di aver messo più volte in atto violenze sessuali a carico di Anna Maria Scarfò.

Il processo di secondo grado in Appello, dinnanzi alla Corte di Reggio Calabria, inizia nell’aprile scorso, per chiudersi lo scorso 18 ottobre con la leggera diminuzione di pena, ma la conferma delle condanne per tutti e cinque gli imputati. Le persone condannate hanno partecipato ad un disegno criminoso di violenza sessuale di gruppo consistita di volta in volta in schiaffi, calci, con intimidazioni di non raccontare ad alcuno in particolare al padre, tutto ciò che le veniva inflitto, si desume dalla carte processuali. La giovane Anna Maria ha patito fin dall’età di 13 anni e con la comunità di appartenenza contro. Una storia buia di abusi e violenze nei confronti di una donna aggravati dalla fitta cappa di omertà ereditata dalla ndrangheta. Adesso la sentenza di condanna. Punto di partenza per un nuovo presente ed un futuro di luce, riscatto, libertà.

 

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