Calabria, confisca di beni a imprenditore -politico di Rizziconi (Rc)
La Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Dda ha confiscato beni ad un imprenditore e politico di Rizziconi. Si tratta di Pasquale Inzitari, 53 anni, oggi al centro del provvedimento. In passato come politico ha ricoperto diverse cariche: da consigliere provinciale fino al 2005 a Vicesindaco e assessore sino al momento in cui il Comune è stato sciolto per mafia nel 2000. Già coinvolto nell’operazione Saline della Dia di Reggio Calabria del 2008 e in quel caso ritenuto contiguo alla cosca Mammoliti – Rugolo, che opera da decenni nel territorio di Castellace di Oppido Mamertina (Rc), veniva indicato dagli investigatori come “imprenditore di riferimento delle organizzazioni mafiose operanti nella Piana di Gioia Tauro ed in particolare in relazione alla vicenda legata alla costruzione del mega-Centro Commerciale ubicato nel Comune di Rizziconi (RC), denominato il “Porto degli Ulivi”.
Per questi affari che vedevano – secondo gli investigatori – da un lato l’imprenditore stringere accordi con le cosche e dall’altro riuscire a far cambiare la destinazione d’uso di terreni per poter dare il via a costruzioni come il Centro Commerciale Inzitari è stato già condannato “dalla Corte di Appello di Reggio Calabria” nel 2010, “alla pena di 3 anni e 4 mesi di reclusione per concorso esterno alla cosca mafiosa dei Crea – sentenza diventata definitiva a seguito di rigetto da parte della Cassazione del ricorso dell’imprenditore” nel 2011.
La confisca di oggi riguarda beni che sono stati oggetto di indagini per questi rapporti di collusione con la ‘ndrangheta. Nel provvedimento si legge: “ Il ruolo concretamente ravvisato, di politico ed imprenditore colluso con la ‘ndrangheta ed il lungo arco temporale considerato, quasi tre lustri interrotti solo con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, consentono di ritenere tale appartenenza profondamente radicata, fortemente voluta e persino cercata……capace di spregiudicati cambiamenti di copertura mafiosa, e comunque intimamente compenetrata nella piena condivisione di subcultura, logiche e comportamenti di ‘ndrangheta..” La sproporzione fra i redditi dichiarati e gli investimenti effettuati ha portato alla confisca di 60 milioni di euro. All’interno del patrimonio, fra gli altri, aziende, punti vendita, centri commerciali, quote di società titolari a loro volta di altre quote di catene note come Burger King e la pizzeria Rosso Pomodoro e infine conti correnti per un valore di circa 1.800.000,00 euro.
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