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Lombardia, sciolto per mafia il Comune di Sedriano

di redazione il . Lombardia

Il comune di Sedriano (MI) è  la prima amministrazione sciolta per mafia in Lombardia. La decisione è stata presa ieri durante il Consiglio dei Ministri e ha riguardato anche il Comune di Cirò, paese calabrese di circa 3000  abitanti, in provincia di Crotone. “Per consentire le operazioni di risanamento delle istituzioni locali, nelle quali sono state riscontrate forme di condizionamento della vita amministrativa da parte della criminalità organizzata”  spiega il comunicato diffuso al termine della riunione, si è deciso di provvedere al commissariamento dell’amministrazione comunale, in sostanza, come prevede la legge sullo scioglimento dei Comuni per il rischio di infiltrazioni mafiose. Lo scioglimento per infiltrazione mafiosa viene disposto da un decreto del presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell’Interno. Perché quindi il provvedimento sia effettivo, manca ancora l’atto del Quirinale: poi arriverà un commissario prefettizio che guiderà l’amministrazione fino alle prossime elezioni.

Sedriano è un paesino di 11mila abitanti in provincia di Milano. Qui da alcuni anni il primo cittadino e alcuni funzionari dell’amministrazione comunale sono stati coinvolti in procedimenti giudiziari in una indagine per corruzione, collegata alla più famosa inchiesta su ‘ndrangheta e politica, che partendo dall’hinterland milanese e dalla Calabria, sfiorò lo scorso anno i vertici della Regione Lombardia. La commissione prefettizia, la cosiddetta commissione d’accesso, si insediò nell’aprile del 2013 e pochi mesi dopo, a luglio, il viceprefetto, Anna Pavone,   inviò una lettera al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, chiedendo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose.

Lo scioglimento del consiglio comunale di Sedriano pone fine al mandato del sindaco Alfredo Celeste (Pdl), eletto nel 2009 e  indagato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta sul voto di scambio che ha portato in carcere anche l’ex assessore regionale Domenico Zambetti. Secondo la Procura, il sindaco avrebbe piegato le sue funzioni agli interessi di due imprenditori legati alla ‘ndrangheta, Eugenio Costantino (legato al clan Di Grillo-Mancuso), titolare di Compro Oro e Silvio Marco Scalambra, chirurgo e titolare di cooperative. Costantino e Scalambra sono, rispettivamente, padre e marito di due consigliere di maggioranza a Sedriano, Teresa Costantino e Silvia Fagnani.

  A gennaio, dopo tre mesi agli arresti domiciliari, il sindaco, è tornato a governare il Comune: si è sempre proclamato innocente e non ha mai voluto dimettersi. In questi stessi giorni si stanno svolgendo le udienze preliminari del processo a  loro carico che vede coinvolto anche l’ex assessore Regionale Domenico Zambetti. Il pm Alessandra Dolci della Dda di Milano ha chiesto tre anni di misura di sorveglianza speciale per il primo cittadino specificando la “pericolosità sociale del soggetto”.

Le vicende che hanno attraversato la Regione Lombardia, gli affari della ‘ndrangheta al Nord, quelle del sindaco Alfredo Celeste: in questi ultimi anni la storia di questo comune da ieri sera sciolto per mafia l’hanno raccontata giornalisti locali della testata “Altomilanese”, e fra loro la giovane cronista Ester Castano, oggetto di numerose querele temerarie messe in atto, in un unico procedimento, proprio dal sindaco. Sabato nella cittadina milanese era (e rimane) in programma una manifestazione dal titolo “Puliamo Sedriano” : cittadini e associazioni chiedono che si ripristini legalità e trasparenza nell’azione istituzionale e politica locale.

Leggi qui l’intervista a cura del direttore di Articolo21, Stefano Corradino, a Ester Castano

“Non siamo rimasti stupiti della decisione presa dal Consiglio dei Ministri di sciogliere il consiglio comunale di Sedriano – ha dichiarato David Gentili, consigliere comunale a Milano, Presidente della Commissione comunale antimafia e coordinatore regionale per Milano di Avviso Pubblico –. Sempre più frequentemente in Lombardia giungono le prove, non solo delle pressioni mafiose alle amministrazioni comunali, a volte purtroppo assecondate, ma anche di tanti candidati ed eletti diretta espressione delle cosche. L’attenzione e il rigore che chiediamo, soprattutto ai partiti e alle amministrazioni, deve essere sempre maggiore”.

“Avviso Pubblico insegna che la politica deve sempre arrivare prima delle indagini della magistratura e delle forze dell’ordine – ha affermato Maria Ferrucci, Sindaca di Corsico e coordinatrice provinciale per Milano di Avviso Pubblico – Essere arrivati allo scioglimento del Comune di Sedriano significa invece che l’amministrazione non si è voluta prendere le sue responsabilità, così come invece aveva fatto nel 2010 il Comune di Desio. Episodi di questo genere dimostrano infine come, nonostante le numerose inchieste giudiziarie degli ultimi anni, le regioni del nord Italia continuano a tenere gli occhi chiusi e a far finta di non vedere la presenza delle organizzazioni mafiose nei loro territori”.

 

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