‘Ndrangheta in Piemonte: facciamo il punto
La struttura della ‘ndrangheta in Piemonte è un vero e proprio labirinto. Sono state le inchieste degli ultimi due anni a dimostrare quanto sia sofisticata e segreta, questa questa organizzazione criminale. Nonostante il grado di complessità della mafia calabrese nella nostra Regione, la Magistratura sta cercando di mettere luce sulle attività criminali di matrice ‘ndranghetista. E lo sta facendo a colpi di sentenze, trasformando il Labirinto in trappola.
Ma facciamo il punto.
Per un filone di “Minotauro” che sta raggiungendo il traguardo del secondo grado, c’è n’è un altro, quello con rito ordinario, che sta giungendo a conclusione. Dopo aver spazio alle difese, a metà ottobre, sarà il tempo delle controrepliche della Pubblica Accusa. Nell’aula bunker delle Vallete sono sono a giudizio 74 imputati considerati organici alle locali operanti tra Torino e Provincia. Da Minotauro a Colpo di Coda, operazione chiusa nel 2012, lo scenario che ne esce dal Tribunale di Torino è simile. Sempre ieri, con rito abbreviato sono state comminate pene che vanno da 5 a 10 anni a 6 dei presunti 19 membri delle locali di Chivasso e Livorno Ferraris. Due di loro hanno scelto di patteggiare, mentre gli altri hanno scelto di sostenere un processo ordinario che inizierà il 25 novembre.
Ma la lotta alla ‘ndrangheta che si sta combattendo al Palazzo di Giustizia “Bruno Caccia” non si conclude con questi procedimenti. A questi bisogna aggiungere i risvolti processuali dell’Operazione Esilio, chiusa lo scorso maggio che ha sgominato un gruppo di persone legate alla ‘ndrangheta dedite al traffico internazionale di stupefacenti. Una schiera di oltre 200 uomini che la Procura ritiene essere organica alla ‘ndrangheta in Piemonte, da anni radicata in questa regione, e che grazie a queste sentenze, subirà un grosso colpo.
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