Le morti dei migranti
Ancora una tragedia sulla coste siciliane, stamane, a Scicli, nel ragusano, con 13 migranti annegati mentre cercavano di raggiungere a nuoto la riva. Tre giorni fa, al largo delle coste indonesiane, la stessa sorte era toccata ad una ventina di persone di nazionalità giordana, libanese e yemenita, tra cui sette bambini, dopo che il barcone si era capovolto. La destinazione era l’isola australiana di Christmas. Le tragedie del mare, dunque, non si fermano e altre, purtroppo, si verificheranno in questa parte finale dell’anno quando le condizioni di questi viaggi si faranno ancor di più difficili per le condizioni meteo. Fa una certa impressione, dando un’occhiata ai dati giornalieri elaborati dal Centro Nazionale di Coordinamento per l’Immigrazione (ha sede a Roma presso il Ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza), il movimento forzato delle migliaia di stranieri diretti in Europa. Ed ancor più sconvolgente il “respingimento” alle frontiere o l’”accompagnamento” nei centri che rappresenta, quasi sempre, l’esito finale di questi eventi. Il riepilogo del 26 settembre u.s. è emblematico di quanto stiamo dicendo: in Italia, tre eventi con oltre duecento migranti approdati a Vendicari (Siracusa) e a Lampedusa; in Finlandia, cinque eventi con cinque stranieri bloccati ad Helsinki e Turku; in Francia, dieci episodi con il respingimento di 33 stranieri tra Calais, Roissy, Coquelles e Parigi; due respingimenti a Riga, in Lettonia; 17 stranieri intercettati a Giurgu, Curtici e Calarasi; sette eventi in Ungheria con 26 migranti fermati a Szeged. A questo si aggiungano i 119 eventi annotati nel mese di settembre dall’agenzia Frontex in ambito operazioni antimigrazione denominate Aeneas, Hera, Hermes, Poseidon. Può apparire noiosa questa elencazione ma, forse, è anche il modo per far capire meglio l’imponenza e la drammaticità del fenomeno migratorio, la sostanziale incontrollabilità, la forza della criminalità che traffica in esseri umani. Partono da Grecia, Egitto, Libia, Turchia,Marocco, Montenegro, Algeria, Siria, Tunisia. Durante la giornata, gli uomini dei vari apparati di sicurezza in servizio h24 negli “avamposti” sud dell’UE (Sicilia, Lampedusa, Linosa e Pantelleria), leggono con ansia i bollettini meteo emessi sin dalla prime ora della mattina e continuamente aggiornati. Poi, come ogni giorno, si rimboccano le maniche pronti a salpare con le motovedette per salvare vite umane di gente disperata.
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