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Il dramma dei minori non accompagnati

di Piero Innocenti il . Senza categoria

Uno degli aspetti più drammatici nel dramma generale dei migranti che sbarcano sulle coste italiane è, senza dubbio, quello riguardante i minorenni e, in particolare, quelli non accompagnati. Si tratta di giovani che sono privi di assistenza e di rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti che possono legalmente assumerne la responsabilità. Giovani, in molti casi, i cui genitori sono morti o scomparsi nelle guerre che stanno interessando i loro paesi ( i 2.253 giovani siriani  sono il maggior numero rispetto alle nazionalità delle persone sbarcate) e che cercano una via d’uscita magari per raggiungere amici o parenti in altre nazioni europee.

I numeri, provvisori e in continuo aumento, nella loro crudezza, debbono indurci a qualche riflessione. 5.304, nel 2013, alla data del 25 settembre, i minori approdati sulle nostre coste e di questi ben 3.518 sono risultati “solitari”. Fanno parte del flusso (continuo) dei 27.466 sbarcati, in prevalenza uomini (18.521) e “solo” 3.641 donne. Un numero triplicato se si pensa che nello stesso periodo del 2012 gli stranieri sbarcati furono 8.887. Nel mondo si sta registrando, da qualche anno ormai, il più vasto movimento forzato di tutti i tempi. Continuare a sottovalutarlo e a non gestirlo in modo diverso dall’attuale, in modo più equo ed efficace, con una forte cooperazione internazionale e con “..quello spirito di profonda solidarietà e compassione..” che ha richiamato, per ultimo, papa Francesco nel suo messaggio per la prossima giornata mondiale del migrante e del rifugiato (verrà celebrata il 19 gennaio 2014), significherà dover affrontare serissimi problemi sociali in molti paesi. Ma tornando ai minori stranieri non accompagnati e alle esigenza di poter disporre anche di adeguate misure finanziarie urgenti, va segnalata la legge 9 agosto 2013 n°99 (di conversione del decreto legge del 28 giugno 2013 n°76), che, all’articolo 9 ha destinato in favore del Fondo nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri, alcune disponibilità residue del contributo statale ai Comuni che hanno sostenuto o autorizzato spese per la loro accoglienza. Pochi soldi, in realtà, rispetto alle reali esigenze. Ma tant’è e le casse dello Stato sono continuamente “raschiate” alla ricerca di denaro per la “sopravvivenza”. Si ricorda che la legge italiana non consente l’espulsione degli stranieri minori degli anni 18 ( salvo il diritto a seguire il genitore o l’affidatario espulso), a meno che non ci siano gravi motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato. Esiste, tuttavia, la possibilità di adottare un provvedimento di “rimpatrio assistito” ( è adottato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) finalizzato ad assicurare il diritto all’unità familiare del minore (ricongiungimento con i propri familiari o riaffidamento alle autorità competenti del paese di origine, nel rispetto delle convenzioni internazionali e su disposizioni della magistratura).

Al minore non accompagnato la nostra legislazione garantisce i diritti relativi al soggiorno temporaneo, all’assistenza sanitaria, all’avviamento scolastico e, più in generale, alle diverse provvidenze sancite dalla legge. Al raggiungimento della maggiore età ai minori stranieri può essere concesso il permesso di soggiorno che, tuttavia, è subordinato ad una serie di condizioni tra cui quello di essere già affidati ad una famiglia  (o sottoposti a tutela), di essere in Italia da almeno tre anni, di partecipare ad un progetto di integrazione della durata almeno biennale, di frequentare un corso di studio o un’attività lavorativa regolare (oppure di avere un contratto di lavoro anche se ancora non “operativo”). Intanto, mentre scriviamo queste note, altri sbarchi in vari punti della Sicilia (circa 1800, in gran parte profughi siriani), con la splendida gente isolana, insieme a forze di polizia e della Capitaneria, a dare una mano a donne, uomini e giovani. E’ quella “mano tesa” che Francesco auspica ai migranti di incontrare per sentire solidarietà fraterna e il calore dell’amicizia, due sentimenti ancora sconosciuti a molti politici.

 

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