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Rassegna stampa 10 settembre 2013

il . Rassegne

Il Mattino. Narcotraffico e camorra: in manette 34 narcos fra Madrid e Secondigliano. Il quotidiano campano scrive:”Le amicizie, gli accordi, i contatti contano anche all’estero. Anzi, contano soprattutto all’estero, quando si tratta di definire soluzioni commerciali, investimenti ma anche strategie di natura imprenditoriali. Ed è così che in Spagna come in Sudamerica, sulla rotta inestinguibile del traffico di sostanze stupefacenti che si sono ritrovati i Gionta, gli Scarpa-Omobono, ma anche i clan di SecondigUano, lato scissionisti. Droga, cocaina, accordi e gemellaggi, secondo quanto emerso dall`ultimo blitz del gico della Guardia di Finanza, nel corso di un’inchiesta condotta dalla Dda di Napoli. Ricostruita la sfera di influenza di 34 narcos napoletani, i loro affari in giro per il mondo, scoperte le basi logistiche in Spagna e Olanda, le centrali di stoccaggio della cocaina. Decisivo il ruolo di Vincenzo Scarpa, alias `o dottore, ritenuto capo e promotore dell`organizzazione transnazionale, bloccato ieri mattina dalle fiamme gialle a Fiumicino. Da qui, da Roma, era in procinto di partire alla volta di Madrid, per dare le direttive finali in un colossale giro di soldi sporchi: in tasca, aveva circa 12milaeuro”.

 L’Unità.Il quotidiano diretto da Claudio Sardo apre una finestra sulle infiltrazioni mafiose nelle amministrazioni comunali. Partendo dai numeri che disegnano una Italia ad alta densità mafiosa. In “Quanta mafia nei Comuni” Jolanda Bufalini scrive: “Sono attualmente 40 i Comuni italiani commissariati dopo lo scioglimento per infiltrazioni criminali. Un numero enorme che indica malcostume, efficacia delle leggi di contrasto, ma anche la necessità di mettere a punto migliori strumenti di controllo. Nell`elenco ci sono nomi tristemente noti per la presenza e la prepotenza manosa di `ndrangheta, camorra e cosa nostra: Casal di Principe, Casapesenna, Grazzanise fra i comuni campani. Piatì, San Luca, Melilo, Ardore e Taurianova, nella trentina di consigli comunali attualmente sciolti per infiltrazione manosa in Calabria. Ma certo il comune commissariato che fa più impressione è Reggio Calabria, capoluogo, 180.000 abitanti, che potrà tornare alle urne nel 2014, quando si saranno compiuti i 18 mesi di un risanamento travagliato, perché fra nomine, promozione, spostamento ad altro incarico, il tum over dei commissari è stato elevatissimo”.

La Stampa. Sono mesi di tensione in Val di Susa e ore delicate per il rapporto fra il movimento, le amministrazioni locali e le forze dell’Ordine. Nel dibattito sulle proteste contro la Tav – l’alta velocità Torino – Lione – interviene il presidente di Libera, Don Luigi Ciotti, da sempre contrario alla costruzione dell’opera pubblica ma al fianco dell’azione di forze dell’ordine e polizia. Ciotti spiega:  «Libera non appartiene ad alcuna bandiera politica e non accetta strumentalizzazioni. È mossa da un solo interesse: quello del bene comune» e ribadisce «con forza» che Libera è contro la violenza in qualsiasi forma si eserciti e manifesti (come non potrebbe, dato il suo impegno contro le mafie?), ed è a fianco della magistratura e delle forze di polizia nella loro opera di prevenzione e repressione dei reati. Così come è solidale con imprese e operai che hanno subito danneggiamenti e intimidazioni». La Valsusa, osserva don Ciotti, «è una comunità di persone perbene, generose, trasparenti, che esprimono un dissenso civile. Non devono essere confuse con i violenti, con chi strumentalizza il movimento No Tav (che ha anche legittime ragioni) per altri scopi». «Restano, in tutto ciò, molti dubbi sull`utilità e la sostenibilità economica dell`opera, a maggior ragione in un momento come questo. La priorità oggi – ammonisce il presidente di Libera – devono essere gli investimenti per il lavoro, per la scuola, per i servizi, ossia per la libertà e la dignità delle persone. Accorciare le distanze materiali senza ridurre quelle sociali ed economiche significa mettere a grave rischio la tenuta della democrazia». Sempre sul giornale diretto da Mario Calabresi, che oggi dedica ampio spazio al ritorno a casa dell’inviato rapito in Siria nell’aprile scorso, Domenico Chirico, l’intervista al sottosegretario all’Istruzione, Marco Rossi Doria. L’occasione è l’approvazione del decreto che ieri ha stanziato fondi e stabilito nuove regole per il nuovo anno scolastico e l’immissione in ruolo di docenti per i prossimi tre anni.  Un tentativo di riportare al centro dell’agenda politica l’istruzione, la formazione e la cultura. “Tré anni da sottosegretario al ministero dell`Istruzione non hanno fatto perdere a Marco Rossi Dona la vocazione di maestro, e soprattutto di maestro di strada – scrive Flavia Amabile nel suo articolo. È felice delle misure approvate ieri dal consiglio dei ministri, e lo è perché ad essere difesi sono quegli ultimi che sono i suoi alunni preferiti. Tra insegnanti di sostegno assunti e fondi per combattere la dispersione scolastica ci sono tutti i suoi cavalli di battaglia di sempre. Ma lei era sottosegretario già l`anno scorso. Che cos`è cambiato in quest`anno? Professori stabili «Significa non essere licenziati a fine anno e poi riassunti» Gli studenti: «Le aule potranno essere aperte anche di pomeriggio» «Rispetto al passato è cambiato il clima. È una questione politica, ora finalmente la scuola è al centro dell`agenda politica, considerata di nuovo un investimento e non una spesa. Il segnale per famiglie e professori è chiaro: si può ripartire, forse non ci sono tutti i soldi ma già qualcosa è stato fatto».

 

 

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