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Rassegna stampa 3 settembre 2013

il . Rassegne

Corriere della Sera. “Sebbene gravemente malato, Bernardo Provenzano è un capomafia in attività «socialmente pericoloso»” Cosi scrive Giovanni Bianconi nel suo articolo pubblicato a pagina 16 sul “Corriere della Sera” nell’articolo “Provenzano è pericoloso, guida ancora la mafia”. “Perciò deve rimanere al «41 bis» – Le sue condizioni di salute e la sua ridottissima capacità di interloquire con l`estemo, che hanno determinato la sospensione del processo a suo carico per la cosiddetta trattativa Stato-mafia, non sono incompatibili con il regime di «carcere duro». Anche perché non è chiaro quanto ci sia di autentico e quanto di intenzionale nella sua manifestata incapacità di intendere e di volere. Così ha stabilito il tribunale di sorveglianza di Bologna nell`ordinanza che respinge l`istanza con cui l`avvocato Rosalba Di Gregorio, difensore di Provenzano, aveva chiesto la revoca del «41 bis» per il proprio assistito. Raccogliendo, peraltro, il parere favorevole delle tré Procure che continuano a indagare su stragi di mafia e dintorni: Palermo, Caltardssetta e Firenze”.

 

La Nazione. Ci spostiamo sul quotidiano del gruppo Riffeser Monti per una notizia che riguarda il mondo dell’imprese e il tentativo di fare “Pulizia” delle aziende colluse o vicine alla mafia. Si parla di White List: a Firenze l’iscrizione in questa lista, previa richiesta alla prefettura e controllo della stessa che rilascerà il nulla osta, consentirà alle imprese di evitare l’ulteriore step burocratico di presentare il certificato antimafia. Da un lato si velocizza – spiega nell’articolo “La Nazione” – dall’altro si prova a creare un albo delle aziende pulite cui attingere per appalti, forniture e altre attività. Solo due giorni fa sullo stesso quotidiano un articolo che parla di Camorra in Toscana.  «Nel traffico dei veleni erano coinvolte anche ditte di Santa Croce». Parole che pensano visto che a pronunciale è stato Carmine Schiavone, uno dei boss del clan di camorra dei Casalesi: «Nei campi e nelle cave di sabbia rifiuti chimici, termonucleari, industriali e farmaceutico-ospedalieri». Parole che, se non altro, servono a tenere alta l’attenzione perché la criminalità organizzata ha sempre appetito e ce l’ha ancora di più nelle aree produttive dove c’è un vasto giro d’affari come il distretto del Cuoio e la Valdera che sono strategicamente unite dalla vocazione al manifatturiero. Infatti, appena due anni fa Fabrizio Damiani, uno dei dirigenti del circolo Arci “Legalità e Diritti” di Bientina, — parlando di mafia — citò Antonino Caponnetto: «La Toscana non è terra di mafia ma la mafia c’è!».

L’Espresso. “Alla fine la sanatoria sulle slot machine rischia di trasformarsi nel disastro perfetto per il governo Letta. La decisione dell’esecutivo di ‘scontare’ la multa ai concessionari dei giochi in cambio del contante con cui finanziare l’abolizione dell’Imu ha infatti sollevato le proteste di politica e associazioni. Come se non bastasse però, nelle ultime ore, il danno si è persino trasformato in beffa, e proprio i concessionari chiamati in causa dalla sanatoria hanno fatto sapere di non avere alcuna intenzione di pagare”.  Gioco d’azzardo e lobby del settore: la campagna “Mettiamoci in gioco” in queste ore scrive: “Intendiamo esprimere profondo sdegno e viva preoccupazione in merito a questa scellerata scelta, che verrà purtroppo attuata dall’Esecutivo, in merito all’annunciata questione della sanatoria delle penali ai Concessionari. Ancora una volta le potenti Lobby hanno purtroppo condizionato l’azione politica del Governo in materia di gioco d’azzardo”.

 

 

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