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“Atrevete!mundo” in viaggio

di Giulia Baruzzo il . Campania, Internazionale

Dopo l’esperienza di volontariato e scambio di conoscenze a Città del Messico, i ragazzi di Atrevete!mundo hanno deciso di continuare il percorso iniziato oltreoceano e di dar voce all’esperienza fatta lo scorso maggio. L’obiettivo è condividere l’esperienza messicana sul territorio italiano, conoscendo realtà che ugualmente si impegnano nell’antimafia sociale, riscattando ragazzi e giovani che nascono in territori dove il puzzo del crimine si sente ogni giorno.  La prima tappa organizzata è stata a Chiaiano, quartiere nel nord di Napoli, presso l’associazione (R)esistenza Anticamorra (da qualche mese anche cooperativa) dove i ragazzi di Libera International hanno potuto partecipare al campo di E!state Liberi che si tiene sul Fondo Rustico A. Lamberti: un bene confiscato di 14 ettari dove un pescheto, un vigneto, un ciliegieto e un bosco ancora incolto danno speranza a centinaia di ragazzi che da gennaio si avvicinano alle attività della cooperativa.

Questo è il primo bene confiscato di Napoli, il primo segno visibile e rumoroso che la resiliencia1, come la chiamano in Messico, è possibile. Anche qui, come in Messico, l’aria che si respira è giovane, è di cambiamento: i soci della cooperativa, Ciro, Raffaella, Egidio, Daniela, Ivo sono tutti giovani di diverse zone di Napoli, che hanno scelto da che parte stare. Queste persone hanno vissuto la stessa realtà grigia dei giovani che oggi cercano di aiutare e a cui insegnano con i gesti, oltre che con le parole che sì, si può costruire un futuro diverso.  Il gruppo di Atrevete!mundo sceglie questo luogo un po’ inconsapevolmente, a istinto, perchè ne ha sentito parlare e vuole partire da un luogo ormai stigmatizzato come “pericoloso” e “difficile” per capire realmente come si fa qui antimafia, come si fa qui legalità. L’8 agosto, in un caldo soffocante, i ragazzi di Atrevete!mundo arrivano a Chiaiano. Il campo è in una zona periferica della città, in una stradina stretta e nemmeno segnata sulla mappa, perchè realizzata abusivamente dalla camorra. Poi un cancello sulla destra ed uno striscione di Libera avvertono che si è arrivati.

Qui il sole splende più forte. Ci sono sedie e tavoli sparsi, tende colorate, persone sorridenti che salutano e accolgono subito il gruppo. Dopo poco, circondati da ragazzi, giovani, soci e nuovi amici ci si inizia a conoscere, a capire dove e come ora sia possibile stare qui seduti a mangiare una pesca appena colta, se solo due anni prima il bene fosse in mano alla famiglia mafiosa dei Simeoli (Nuvoletta). Questa non è la prima confisca, il bene era stato sequestrato e confiscato già 13 anni fa ma i proprietari avevano continuato ad utilizzarlo illegalmente. Ora invece qui si ritrovano ragazzi di tutte le età, che scelgono di venire fin qui, di tirarsi su le maniche e lavorare per un bene comune. Grazie alla collaborazione con Libera, da quest’estate si svolgono anche i campi di volontariato e formazione E!state Liberi che hanno permesso anche a chi non è del luogo di avvicinarsi ad una realtà lontana e molte volte pregiudicata. Oltre ad Atrevete!mundo questa settimana c’è un gruppo di giovani dalla Toscana, alcuni ragazzi provenienti dal penale minorile di Napoli ed il gruppo del “Controvento Music Tour” che sta facendo un giro per l’Italia alla scoperta dei campi E!state Liberi 2013.
Al campo la mattina si lavora: dalle 7.30 tutti i volontari partecipano alla pulizia del pescheto e del vigneto, seguono le direttive dei soci della cooperativa e si danno da fare fino a mezzogiorno. Poi la temperatura diventa insostenibile. Già il sole ha appesantito le prime ore di fatica mattutina, ma c’è chi canta, chi si racconta tra le viti, chi apparecchia per pranzo, chi domanda e chi ascolta racconti. Si condivide. Si ritrovano radici diverse e ideali comuni. Si inizia a realizzare perché ognuno ha scelto di essere qui, oggi.  Qui si parla di lotta. Ci sono battaglie che i ragazzi di Chiaiano portano sulla loro pelle. Ci sono racconti di esperienze buie che diventano lo scalino per risalire. Ci sono ferite ancora aperte che condividere fa bene, a noi e a loro. E poi ci sono sorrisi, abbracci spontanei. Dopo il Messico, il pensiero fisso era che qui fosse completamente diverso. Che in Italia giovani costretti a piegarsi alla criminalità per mangiare fossero un’eccezione, che in Italia l’educazione informale e i progetti di riscatto sociale fossero antiquati rispetto a quelli incontrati oltreoceano. Ma non è vero. E’ tutto il contrario. Qui gli occhi dei soci della cooperativa vedono progetti di legalità impensabili per la maggior parte delle persone cosiddette normali. Qui i ragazzi hanno la possibilità di conoscere il riscatto sociale partendo da situazioni di degrado, ma che con lo sforzo di tutti, del NOI (ma anche degli altri che arriveranno..), iniziano progetti imponenti come non mai. Infatti, oltre alle coltivazioni estesissime da portare avanti, la cooperativa lavora nel quartiere. Con i ragazzi di Scampia. Nelle strutture abbandonate di Scampia. La più imporante è un ex istituto superiore, abbandonato da decenni, fino al 2010 rifugio abusivo per tossicodipendenti che qui venivano “accolti” per non destare troppa attenzione nel quartiere.

Ciro Corona, presidente dell’associazione (R)esistenza anticamorra, ci racconta la nuova Scampia, quella sospesa tra il passato e il futuro. Dopo averci fatto visitare le famose “Vele di Scampia” e aver percepito con occhi, orecchie, naso propri cosa può voler dire vivere qui, il gruppo va a lavorare alla scuola. L’istituto è molto grande, su due piani, c’è un giardino abbandonato, una palestra dissestata. L’abbandono è quasi totale. Raffaella e Daniela mostrano e raccontano quello che occhi stranieri non riescono ad accettare facilmente. C’è sporcizia, mobili dissestati ma ci dicono che ora va meglio. Hanno già lavorato ad una prima ripulitura della struttura, togliendo tutto ciò che aveva fatto di questo luogo una casa della disperazione. Dietro questo passato imputridito, i loro occhi però vedono un futuro con grandi obiettivi: la scuola diventerà un centro di aggregazione con pizzeria, biblioteca, alloggi, sale riunioni, laboratori e corsi di cucina. La scuola diventerà occasione di riscatto per molti ragazzi. La scuola tornerà a insegnare a molti giovani che un’alternativa è possibile.

Guardandolo ora da stranieri sembrano risultati lontani, ma anche se ci vorrà molto tempo l’energia che qui si respira darà i suoi frutti. Vogliono sia pronta almeno per quando loro andranno in pensione, per andare a mangiare la pizza fatta dai ragazzi del quartiere, dove si parlerà di una speranza che è diventata lavoro.  Il Messico qui lo riconosciamo come fratello di questa terra: per riscattarsi da una difficile realtà si riscoprono le proprie radici, si ritrova il contatto con il terrirorio e con la terra, si condivide la sofferenza e si dà voce alla rabbia. Anche qui come a Città del Messico i giovani riscoprono la bellezza del fare comunità, del bene comune, del lottare per tutti, dello scegliere insieme da che parte stare. Come dice sempre Luigi Ciotti, citando Sant’Agostino, “la speranza ha due figli bellissimi: lo sdegno per le cose come sono e il coraggio di cambiarle”. I giovani qui amano la propria terra, se ne sono re-innamorati, l’hanno riscoperta. E trovano insieme il coraggio di cambiarla, tra mille difficoltà quotidiane ed il dissenso di chi quella terra non la vuole curare.  Da quando nel novembre del 2011 a seguito di intensi mesi di mobilitazione, i cittadini di Chiaiano hanno conquistato la chiusura della discarica, è iniziata la fase di tombatura. Dalla fine del fondo A. Lamberti si può vedere la discarica, e anche questo non è un problema ancora risolto. Alcuni dei ragazzi del fondo nella lotta per la chiusura si sono anche legati ai cancelli, sono stati arrestati, e hanno fatto della loro vita vera lotta politica. Qui non si parla di cosa sia giusto o sbagliato, lo si fa e basta, lo si mette in pratica; si impara a conoscere la realtà per poter cambiare le cose, un passo alla volta. E lo si fa con molta umiltà. Il sogno ricorrente di Atrevete!mundo ora è mettere in relazione realtà così lontane, ma così vicine nello spirito. La volontà di cambiamento che qui si è respirato bisogna urlarla al mondo. Creare reti come Libera ci insegna. Crearle a livello internazionale come Libera International fa già da molti anni. Crearle a livello locale come migliaia di associazioni e realtà di base fanno ogni giorno.

Atrevete!mundo! O meglio…Atrevete!Scampia!

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