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Caso Manca, archiviazione per cinque indagati

di redazione il . Brevi

Caso Archiviato.  Accolta dal gip Salvatore Fanti la richiesta d’archiviazione per i cinque siciliani di Barcellona Pozzo di Gotto che finirono nell’inchiesta sulla morte di Attilio Manca, ’urologo di Belcolle, avvenuta nella notte tra l’11 e il 12 febbraio 2004. Sentite le parti in udienza, il giudice Fanti si era riservato la decisione che è stata notificata agli indagati alla vigilia del Ferragosto. I cinque sono Ugo Manca, cugino di Attilio, Angelo Porcino, già in carcere perché ritenuto affiliato al clan mafioso dei “Barcellonesi” e i compaesani Renzo Mondello, Salvatore Fugazzotto e Andrea Pirri. L’unica a dover affrontare un processo per il reato di morte in conseguenza d’altro delitto, nello specifico la cessione dello stupefacente, resta la romana Monica Mileti, dalla quale, stando alla ricostruzione degli inquirenti, il medico si recò per acquistare la droga. Processo per cui non è stata ancora fissata data d’inizio. Una overdose di eroina mista a tranquillanti che Manca si sarebbe, secondo gli inquirenti,  iniettato da solo nel suo appartamento alla Grotticella, secondo il pm Renzo Petroselli titolare del fascicolo;

Di sarebbe tratto, invece, di un omicidio di mafia per i familiari di Manca, convinti che Attilio sia stato fatto fuori con l’aiuto dei “barcellonesi” dopo avere curato nel 2003 il boss Bernardo Provenzano, malato alla prostata, durante la latitanza. Ipotesi, dunque, su cui l’archiviazione piomba come un macigno. Il gip avrebbe motivato ribattendo punto punto le obiezioni mosse in passato dal legale della famiglia Manca, Fabio Repici. Scosso il fratello di Attilio, Gianluca Manca: «Proviamo grande amarezza e grande imbarazzo nei confronti della Procura viterbese che chiude in questo modo una vicenda così complicata».

 

“Considerando la complessità della vicenda, in continuità e nel rispetto del lavoro già svolto dagli inquirenti, riteniamo che sia necessario che la Procura Nazionale Antimafia prenda in mano il caso per intraprendere ulteriori percorsi di ricerca di verità e giustizia cosi’ come da anni chiedono i familiari di Attilio Manca. A noi come alla famiglia di Attilio non interessa avere un assassino a tutti i costi ma solo una verità giudiziaria che coincida con la verità dei fatti, una verità che dia risposte esaurienti ai tanti interrogativi sulle dinamiche di quella morte, su certe preoccupate telefonate di Attilio ai suoi familiari qualche giorno prima del rinvenimento del cadavere, di quel viaggio misterioso in Francia di qualche tempo prima e e le numerose coincidenze con le vicende legate alla latitanza di Provenzano. Nell’attesa di conoscere le motivazioni dei giudici di Viterbo noi continueremo a camminare accanto alla famiglia Manca nella loro richiesta di giustizia perché ad Attilio venga restituita la dignità della verità.” Cosi in una nota di Don Luigi Ciotti, chiede di definire i retroscena della morte di Attilio Manca.

 

fonte: Il Messaggero.it

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