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Il mensile e portale on line “Nuovo Paese Sera” a rischio chiusura. L’appello agli editori e alla politica

di redazione il . Lazio

“Scadono i contratti dell’intera redazione di Nuovo Paese Sera e la proprietà’ che da mesi e’ in trattativa con la società’ Parsitalia per la cessione delle quote societarie, ha minacciato di impedire dal primo agosto l’accesso ai giornalisti nella sede”. Lo ha comunicato ieri la redazione del portale on line correlato al mensile, ricordando anche che ”da quattro mesi i giornalisti non ricevono lo stipendio, cosi’ come i collaboratori che in alcuni casi vantano crediti da più’ di un anno”. Niente di nuovo nel panorama editoriale attuale. Dopo pochi anni di attività la testata che porta il nome e l’eredita dello storico giornale romano “Paese Sera” si trova in crisi. Sono ore particolarmente tese per i redattori che oggi hanno occupato simbolicamente la redazione, invitando i lettori a recarsi alla sede del giornale. In poche ore dall’annuncio lanciato ieri on line  hanno ricevuto tantissimi attestati di stima e solidarietà, dal mondo del sociale, del giornalismo, della politica. E soprattutto dai lettori (clicca qui per leggere la protesta sui social network). Il sindacato dei giornalisti, l’Assostampa Romana, è fra i primi a fare sentire la propria voce con un comunicato. «A pochi giorni dalla scadenza dei contratti – scrivono nella nota -, l’azienda ha deciso di far saltare in maniera unilaterale il tavolo di trattativa sindacale. Il pre-accordo tra i lavoratori e l’azienda, accettato a condizioni durissime dalla redazione, come nel caso delle ‘deroghe dei minimi’ salariali che permetteva il mantenimento dei posti di lavoro, e’ stato ulteriormente modificato al ribasso». «Si sta spegnendo cosi’ ‘‘la voce di Roma”, che per oltre due anni attraverso un quotidiano online e un mensile cartaceo ha provato a raccontare la vita sociale, culturale, economica e politica della Capitale, con i suoi protagonisti, associazioni, movimenti e cittadini – prosegue la nota -. «Una storia di ordinaria mala editoria: un gruppo di imprenditori che si improvvisano editori (per conto proprio o su suggerimento altrui?), resuscitano una storica testata romana, ma non sanno come gestirla e accumulano via, via un passivo sempre piu’ pesante”, commenta l’Associazione Stampa Romana, chiedendo a Parsitalia, società’ che sarebbe interessata all’acquisto della maggioranza delle quote societarie, di aprire un tavolo a tre, con sindacato e attuale dirigenza, «per individuare soluzioni possibili, magari con l’attivazione di ammortizzatori sociali e ripensamento della struttura organizzativa».

Il direttore, Enrico Fontana, affida ad un editoriale la sua voglia di tenere in vita “Nuovo Paese Sera” e riprendere in mano la trattativa con gli editori. In un passaggio dell’articolo, scrive: « … Se il nuovo Paese Sera si trova in questa difficile condizione economica e finanziaria è sia per il contesto in cui ci troviamo, di gravissima crisi dell’editoria, sia per gli errori commessi, a cominciare da quelli di cui mi assumo la responsabilità, frutto anche di inesperienza ma mai di malafede (peraltro, gruppi editoriali assai più solidi di quello che ancora edita il Nuovo Paese Sera affrontano, com’è noto, deficit di bilancio neppure paragonabili, per ordini di grandezza). Non solo. Chi ha deciso di sostenere questa iniziativa editoriale ha idee politiche assai diversificate, mi ha sempre consentito di esercitare il mio ruolo in piena autonomia e mai ho avvertito la presenza di “suggeritori”. Abbiamo lavorato, è vero, in condizioni di precarietà (neppure questa mi sembra, purtroppo, un’eccezione nel panorama editoriale italiano) ma ho garantito a tutti, in qualità di direttore responsabile, l’assoluta libertà di fare informazione, come ci viene riconosciuto da chi vuole dare oggi il proprio contributo perché questa esperienza editoriale non chiuda». «In questi momenti così delicati e difficili, nella chiarezza delle posizioni e nel rispetto dei ruoli, non è utile assegnare pagelle (ci sarà tempo e modo per tracciare bilanci delle responsabilità di ognuno) o fare generalizzazioni che non aiutano – conclude. E’ indispensabile che si ritrovino quanto prima i toni e le modalità giuste, senza diktat o giudizi quantomeno prematuri, perché quel filo della trattativa, che pure era in corso, si riannodi. E il nuovo Paese Sera continui ad essere, meglio di quanto non abbia fatto finora, soprattutto per le condizioni di chi ci lavora, una voce libera di Roma».

In questi anni in cui è cresciuto vertiginosamente il potere delle mafie sul territorio laziale e sulla Capitale “Nuovo Paese Sera” è stata una voce libera – certamente – ma anche coraggiosa. Ha guardato con lungimiranza dove in tanti non hanno voluto vedere. Ha raccontato in presa diretta, notizie di cronaca come le “gambizzazioni” e gli omicidi di pregiudicati e incensurati, e le grandi inchieste portate avanti dalla procura antimafia di Roma, sul riciclaggio dei capitali sporchi della ‘ndrangheta, nel salotto buono della città.

Libera Informazione – afferma il direttore Santo Della Volpe – lancia un appello affinché questo presidio di informazione libera non venga chiuso. Una richiesta diretta agli editori affinchè consentano ai giornalisti di continuare a scrivere, nel rispetto del contratto di lavoro, ma diretta anche al Governo (al sottosegretario all’Editoria, in particolare) perché metta in campo risposte politiche complessive per intervenire su una situazione che convolge, oramai, un numero sempre maggiore di quotidiani, anche on line, e altrettanti giornalisti.

 

Il servizio della Rai regionale

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