Rassegna stampa 26 luglio 2013
Arresti sull’asse Roma-Lamezia Terme. E’ la notizia che tiene banco sui principali quotidiani online. Due diverse operazioni antimafia, una nella cittadina di Lamezia Terme, importante crocevia della ‘ndrangheta in provincia di Catanzaro, e l’altra nella Capitale, dove sono stati impegnati oltre 500 uomini delle forze dell’ordine. Un’operazione di primaria importanza coordinata dalla Procura antimafia di Roma.
La Stampa, nell’articolo a firma di Guido Ruotolo, scrive: Politici, avvocati, mafiosi, medici e imprenditori. Lamezia Terme si risveglia liberata. Il blitz ancora in corso ha portato all’arresto di 61 persone nella città di mafia dove però la malavita organizzata non è mai stata processata con condanne definitive. (..) Nelle stesse ore anche a Roma una quarantina di mafiosi finiscono in carcere. Anche qui è la prima volta che accade”.
Il Fatto Quotidiano, nell’articolo a firma di Andrea Palladino, scrive che: “L’operazione di questa mattina della squadra mobile di Roma – una cinquantina di arresti richiesti dal procuratore Giuseppe Pignatone e dal pm Ilaria Calò – ha svelato nella sua gravità l’infiltrazione di Cosa nostra alle porte della capitale. Non picciotti qualsiasi, ma due fratelli, Vito e Vincenzo Triassi, considerati luogotenenti della famiglia Caruana Cuntrera, conosciuti come i Rotschild della mafia. Le loro figure erano già note fin dalla fine degli anni ’90, quando furono coinvolti nel tentativo di fuga in Canada del boss Pasquale Cuntrera. Da allora il potere del clan siciliano sul litorale romano è cresciuto silenziosamente, senza mai creare clamore, puntando a una pax mafiosa spesso non accettata dagli eredi romani della banda della Magliana”.
La Repubblica, nell’articolo a firma di Alberto Custoderom scrive: “La mafia è arrivata a Roma. All’alba è partita un’operazione della Questura che, forse per la prima volta nella Capitale, contesta il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso: 51 arresti. Si tratta in particolare di un’indagine che prende di mira l’infiltrazione mafiosa sul litorale laziale, non solo quello di Ostia”.
Il Messaggero apre l’edizione online proprio con la notizia degli arresti, scrivendo che: “La lunga indagine condotta dalla Squadra Mobile di Roma ha consentito di fornire elementi alla Procura della Repubblica, per contestare e individuare l’esistenza di un’associazione di stampo mafioso nella Capitale. Il lavoro svolto dagli agenti ha permesso di seguire tutti i passaggi criminali dei vari affari delle organizzazioni: dall’ingresso di un nuovo appartenente agli accordi tra i capi per la spartizione del territorio, alle riunioni per dirimere le controversie sorte nella gestione del territorio. Ma anche la pianificazione di omicidi o tentati omicidi necessari per garantire e ripristinare la supremazia su qualsiasi attivita’.
Anche Il Quotidiano della Calabria apre l’edizione online con la maxi-operazione di Lamezia. Nell’articolo a firma di Stefania Papaleo si legge che: ” Terremoto giudiziario in Calabria con 65 arresti e decine di indagati eccellenti tra politici, imprenditori, avvocati, medici e appartenenti alla Polizia penitenziaria, nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Catanzaro a carico di boss e picciotti della ‘ndrangheta lametina e di una serie di professionisti ritenuti collusi con i clan. “Perseo” il nome in codice dato all’operazione, coordinata dal procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, e dal sostituto procuratore antimafia Elio Romano, che hanno chiesto e ottenuto dal gip distrettuale Abigail Mellace l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 65 persone”.
Nuovo Procuratore nazionale antimafia. Il Csm ha nominato ieri Franco Roberti, ex Procuratore di Salerno, nuvo numero uno della Direzione nazionale antimafia, riempiendo una vacanza lunga mesi, da quando cioè Piero Grasso si era dimesso per candidarsi alle elezioni politiche.
L’Avvenrire scrive che: “Roberti, 65 anni, in magistratura dal 1975, è considerato uno dei massimi esperti in Italia del clan dei Cadalesi. Dal 2009 guida la Procura di Salerno. “C’è da riprendere un cammino già tracciato dai miei predecessori – ha detto appena informato della nomina – naturalmente tenendo conto dell’evoluzione che la criminalità organizzata ha fatto registrare in questi anni”.
Nell”edizione napoletana de Il Corriere del Mezzogiorno si legge che: “Roberti si propone «di rilanciare l’azione importante della Procura nazionale nel solco già tracciato dai predecessori e di confrontarsi con le nuove sfide della criminalità organizzata transnazionale, dei mercati globalizzati, dei mercati finanziari offshore e dei traffici di droga, rifiuti e purtroppo essere umani».
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