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Rassegna stampa 23 luglio 2013

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Sanitopoli in Abruzzo. La condanna in primo grado dell’ex governatore abruzzese ed ex presidente della Commissione antimafia Ottaviano Del Turco fa capolinea sui principali quotidiani online. La Repubblica, che dà ampio spazio alla vicenda con numerosi articoli e video, scrive: “Del Turco è stato riconosciuto colpevole di “associazione per delinquere e per alcuni episodi di corruzione, concussione, tentata concussione e falso”. E’ stato invece assolto da un episodio di falso e da un abuso”.

Scrive il Corriere Della Sera che: “Il Tribunale, ha condannato l’ex presidente, insieme a Lamberto Quarta, Camillo Cesarone, Antonio Boschetti, Bernardo Mazzocca, Francesco Di Stanislao, Pierluigi Cosenza, Vincenzo Maria Angelini, al risarcimento dei danni non patrimoniali cagionati alla Regione Abruzzo, parte civile nel procedimento, ed in particolare al pagamento complessivo di 10 milioni euro. Del Turco in quota del 30%”.

La notizia apre il sito online de Il Centro, che dà spazio a numerosi commenti e reazioni. Nell’articolo a firma di Paola Aurisicchio e Giuseppe Boi si riprendono le dchiarazioni di Del Turco che si definisce “innocente come TOrtora. Scrivono i giornalisti che: “Il riferimento al caso del presentatore televisivo è chiaro. Non solo perché tortora in primo grado venne condannato a una pena simile, 10 anni, ma anche perché la sentenza si basava sulle confessioni di un pentito di Camorra. Confessioni poi rivelatesi false. E false sono secondo Del Turco le testimonianza del suo “grande accusatore”, quel Vincenzo Maria Angelini, imprenditore della sanità e magnate della clinica Villa Pini, che diederò il la all’inchiesta della Procura”.

America’s Cup. L’inchiesta della Procura di Napoli sull’America’s Cup vede indagati i vertici istituzionali campani: il Sindaco De Magistrisi, l’ex Presidente della Provincia Luigi Cesaro e il Presidente della Regione Caldoro. L’accusa sarebbe quella di turbativa d’asta e abuso d’ufficio. La notizia apre i quotidiani online partenpei. Il Mattino di Napoli, nell’articolo a firma di Leandro Del Gaudio, scrive: “Luigi De Magistris, Stefano Caldoro e Luigi Cesaro risultano indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dell’America’s cup: sindaco, presidente di Regione e della Provincia sono accusati di turbativa d’asta, per la scelta del socio privato della prima edizione, senza rispettare le procedure di evidenza pubblica.  Detto in parole chiare, i magistri contestano ai tre responsabili degli enti locali di aver scelto come socio privato Paolo Graziano, nella prima fase di gestione della Acn, la cabina di regìa che ha guidato la gestione dell’evento velico”.

Il Corriere del Mezzogiorno, nell’articolo a firma di Titti Beneduce, scrive: “L’accusa di illecita selezione di socio privato si riferisce alla scelta, fatta da Comune, Provincia e Regione, dell’Unione industriali come partner privato dell’Acn (America’s Cup Naples), la società che ha gestito le due edizioni della Coppa America: il partner privato, infatti, secondo la Procura si sarebbe dovuto scegliere con una gara pubblica. L’inchiesta ruota sull’affidamento al socio privato di minoranza, vale a dire l’Unione degli industriali, della presidenza della società a capitale pubblico Acn, nata come società di scopo per organizzare la Coppa America ma diventata poi la società di riferimento per tutti i grandi eventi in programma a Napoli”.

Crisi e usura. La crisi ormai endemica da molti anni sta mettendo in ginocchio il sistema imprenditoriale italiano. Che siano piccole o grandi, sempre più imprese finiscono nella morsa dell’usura. Il Sole 24 Ore pubblica la notizia dello studio della Camera di Commercio di Roma sul rischio usura per le imprese. Nell’articolo si legge che: “In testa alla classifica delle più virtuose tutte province del Nord Est, lombarde o emiliane. In coda alla classifica tutte province del Sud, in particolare campane e sicule, alle quali si sommano Frosinone e Latina. L’area del basso rischio rispetto al prtecedente studio basato su dati 2010 si è contratta fino a comprendere, nel cluster delle prime 25 province, una popolazione di 11 milioni e 275 mila unità, che comprende il 18% degli italiani. Prima invece l’area a basso rischio interessava una popolazione di 17 milioni di persone (valore che corrispondeva a circa il 28 % del totale nazionale). Il rischio insicurezza, attesta lo studio, mostra due aree di concentrazione: nel mezzogiorno (soprattutto Campania e Calabria) e nel nord ovest, con particolare incidenza nelle province di confine.”

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