Rassegna stampa 19 luglio 2013
Anniversario strage di Via D’Amelio. Il 19 luglio del 1992 veniva assassinato a Palermo il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta in un’eclatante strage in via Mariano D’Amelio. Oggi il capoluogo siciliano ricorda il giudice e gli agenti di polizia con una lunga serie di manifestazioni ed eventi. La Repubblica edizione di Palermo pubblica un’articolo in cui riprende la lettera inviata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per ricordare le vittime della strage. Napolitano scrive: “Come ho ricordato il 23 maggio scorso con i tragici attentati del 1992 in cui persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino l’Italia fu ferocemente colpita nelle persone di suoi servitori eccezionali, di grandi magistrati, di autentici eroi di quella causa della legalità e della difesa dello stato costituzionale con la quale si erano identificatì. L’esempio e l’eredità che Paolo Borsellino ci ha lasciato, come tutti coloro che si sono sacrificati per tutelare i valori di giustizia, libertà e democrazia, sono oggi alla base delle iniziative sempre più numerose che spontaneamente si sviluppano nella società civile contro ogni forma di violenza e di insidiosa infiltrazione della criminalità organizzata”.
L’edizione online de Il Corriere della Sera pubblica un video che riprende la denuncia del magistrato Roberto Scarpinato fatta nel corso delle commemorazioni dello scorso anno. Nella descrizione del video si legge che: “n occasione dell ventunesimo anniversario dell’uccisione del magistrato Paolo Borsellino, la regista Donata Gallo regista e lla casa di produzione Palomar, hanno realizzato un filmato tratto dalla lettera di denuncia del magistrato Roberto Scarpinato che lui stesso lesse – il 19 luglio 2012 – in occasione del ventesimo anniversario della strage in via D’Amelio. Un anno dopo Andrea Camilleri, Maya Sansa, Marco Bellocchio, Benedetta Tobagi, Toni Servillo, Francesca Inaudi, Francesca Rosi, Dacia Maraini, Nicola Piovani, Anna Bonaiuto e Don Luigi Ciotti hanno prestato la loro voce e il loro viso per rileggere quelle parole così forti e per non dimenticare mai il sacrificio di un uomo giusto quale fu Paolo Borsellino”.
Il Fatto Quotidiano pubblica una lettera aperta al giudice ucciso dai corleonesi scritta da Alex Corlazzoli. Nel testo si legge che: “Quando chiedo ai miei ragazzi nelle classi quinte delle scuole primarie del Nord: “Chi sono Paolo Borsellino e Giovanni Falcone?”, spesso non sanno rispondermi. Magari hanno scuole intitolate a te e al tuo fraterno amico, ma nessun insegnate si è fermato con questi ragazzi a parlare di te, a leggere con loro le parole che ci hai lasciato. Ecco perché nelle mie classi, il primo giorno di scuola, appendo accanto alle cartine e al crocifisso la tua fotografia con Giovanni”.
Mafie a Roma. Dopo l’intervento del Sindaco Marino ad Ostia, il quartiere romano al centro delle ultime cronache sulla criminalità mafiosa, tra omicidi, spari e appalti truccati, la stampa continua ad occuparsi della !questione romana”. L’edizione capitolina de Il Corriere della Sera pubblica un editoriale di Giovanni Binaconi sulle indagini per l’omicidio del boss calabrese Vincenzo Femia. Nell’articolo si legge: “È la fotografia che emerge dall’inchiesta della Squadra mobile e della Procura, e che una volta di più ci consegna l’immagine di una città divenuta terra di conquista di quella che viene considerata la mafia più ricca e più pericolosa del mondo. Una città dove gli interessi della ‘ndrangheta sono arrivati al punto di ordinare ed eseguire un omicidio «pesante» come quello di Vincenzo Femia, con le conseguenze del caso. Prima fra tutte l’accensione dei riflettori di investigatori e magistrati su un fenomeno che di norma preferisce rimanere sommerso per autotutelarsi e prosperare. Ma come accade in Calabria e nella altre zone di mondo dove la ‘ndrangheta ha messo radici, quando una questione non si riesce a sbrogliare con la persuasione si passa alle pistole o ai kalashnikov”.
La Repubblica, invece, continua la pubblicazione dell’inchiesta L’Oro di Roma, scritta a più mani dai giornalisti della redazione romana e di quella nazionale, analizzando i vari settori economico-produttivi dove la criminalità mafiosa ha piantato le proprie radici a Roma e nel Lazio.
Ecomafie e reati ambientali. Bari, il numero verde istituito dalla Regione Puglia per consentire ai cittadini di segnalare reati ambientali lungo la costa non è più funzionante. La notizia viene riportata dalla stampa pugliese. L’edizione barese de Il Corriere del Mezzogiorno, nell’articolo a firma di Valentina Marzo scrive: “Sarà un problema tecnico o un errore di trascrizione, fatto sta che l’iniziativa della Regione Puglia a tutela del mare e delle spiagge è per ora un flop. Il servizio doveva partire dal 1 luglio e durare fino al 15 settembre, destinato a segnalare i reati del mare e le violazioni ambientali sul demanio marittimo. Ma non è ancora attivo e intanto l’estate è già cominciata”.
La Repubblica di Bari, nell’articolo a firma di Fulvio di Giuseppe scrive: “La modalità del servizio è molto semplice: un qualunque cittadino può chiamare il numero e segnalare che in una determinata zona si è commesso o si sta perpetrando un reato contro l’ambiente (incendi, abusi edilizi, pesca di frodo ecc.). A quel punto si attiva un nucleo di guardie giurate volontarie in grado di effettuare i sopralluoghi in relazione alle segnalazioni, in costante coordinamento con un gruppo interforze composto da organi di polizia e funzionari regionali. Il problema è che la segnalazione, per ora, non arriva a nessuno. E torna d’attualità la protesta di qualche anno fa dell’Aduc, che invitava a interrogarsi se il servizio fosse davvero “necessario”, considerando anche il costo di 23mila euro (quest’anno circa 30mila)”.
Trackback dal tuo sito.