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Dia confisca beni per 15 milioni di euro

di Antonio Nicola Pezzuto il . Puglia

Continua nel Salento l’attività di contrasto ai patrimoni accumulati illecitamente. A finire nel mirino degli investigatori Agostino Marzo, 52enne di San Donato, proprietario dell’autodemolitore “Euro 2000”.

La decisione è stata presa dalla Prima Sezione Penale alla fine dell’istruzione dibattimentale relativa al decreto di sequestro anticipato emesso dal tribunale lo scorso marzo.

Ad eseguire la confisca gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia che hanno messo sotto chiave un patrimonio del valore di 15 milioni di euro. Patrimonio che, secondo il Sostituto Procuratore Giuseppe Capoccia, sarebbe stato accumulato con i ricavi derivanti da attività illecite.

Le indagini hanno appurato una forte sproporzione tra i modesti redditi dichiarati e il valore dei beni del Marzo. Motivo per cui la Procura chiese e ottenne un sequestro preventivo d’urgenza.

L’inchiesta è stata coordinata dal Vice Questore Leonzio Ferretti, Direttore della DIA di Lecce.Tutto nasce da un esposto e da una serie di sospetti maturati sul conto di Agostino Marzo.

Da un’attentata analisi delle dichiarazioni dei redditi del Marzo, della moglie e del figlio, apparesubito evidente la sproporzione fra le entrate riscontrate in 15 anni e le uscite verificatesi nello stesso periodo. C’è, infatti, una sperequazione di circa sei milioni di euro. Il Marzo risulta, inoltre, un semplice operaio della società intestata alla moglie. Quindi il sospetto che le ricchezze siano frutto di proventi illeciti, si è fatto largo tra gli inquirenti.

Ma vediamo nel dettaglio da quanti beni è formato il patrimonio dell’ autodemolitore. Beni intestati a lui o ai suoi più stretti familiari. Tre società, la ditta individuale intestata al figlio, l’ impianto di autodemolizione composto da un opificio industriale comprendente tre capannoni, un locale adibito ad officina, un appartamento ed un fabbricato a due piani, su un’ area di cinque ettari; una villa di 340 metri quadrati con piscina di 114 metri quadrati; un capannone di 435 metri quadrati; un fabbricato comprendente un’ abitazione ed un locale commerciale; un fabbricato con annesso locale-deposito e terreno di pertinenza di novemila metri quadrati. Ma la smania di grandezza aveva portato il Marzo a costruirsi anche un impianto sportivo comprendente campo di calcio con tribune e gradinate, palestra, spogliatoi, piccolo bar, pista per atletica leggera e campo da tennis. E ancora, tra i beni confiscati, figura il complesso immobiliare denominato “Masseria Perrone” che comprende due abitazioni, cinque ampi locali, fabbricato di antica costruzione, il tutto edificato all’ interno di un fondo rustico di 8 ettari e 53 are. Le misure patrimoniali hanno riguardato anche un’ area edificabile di due ettari e tre are ed altri fondi agricoli di tre ettari e quattro are. Agli investigatori non sono sfuggite nemmeno le disponibilità finanziarie dell’ uomo: fra titoli e depositi sono stati bloccati oltre quattro milioni di euro.

Marzo, in passato, era stato condannato per una serie di reati contro il patrimonio (la primacondanna ad un anno e sei mesi è relativa al furto di un autocarro e capi di bestiame) e contro la persona.

Attualmente, nei suoi confronti, è in corso un processo penale per favoreggiamento dell’ immigrazione clandestina. Infatti, lavorava alle sue dipendenze il cittadino straniero privo di regolare permesso di soggiorno, rimasto gravemente ustionato in seguito all’ incendio scoppiato alcuni anni fa all’ interno dell’ impianto.

Un piccolo profilo di quest’ uomo che ha accumulato una grossa fortuna, lo delinea Cataldo Motta: «E’ un personaggio che ha sempre operato nel settore dello sfascio delle autovetture. Ha riportato delle condanne per ricettazione ed è verosimile che svolgesse un’ attività di riciclaggio di pezzi di auto rubate in maniera non episodica, ma sistematica».

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