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Più “profughi” e meno “migranti”

di Piero Innocenti il . Senza categoria

Dal primo gennaio al 30 giugno 2013, sulla scorta di quanto annotato dalle forze di sicurezza presenti a Lampedusa, ben 41 sbarchi di migranti, sul totale dei 47 salpati dalla Libia,hanno interessato noti e circoscritti punti di partenza da quel paese. Si è trattato, in gran parte, di spiagge nei pressi di Tripoli (24), di Sabratah (6), Tajioura (3), Zuvarah(3), Gasr Garabulli (2), Homes(2) e Zawia (1). Resta un mistero di come sia possibile che, nonostante lo scambio di informazioni di polizia tra i due paesi e le consistenti dotazioni di mezzi per controllare le loro frontiere marittine e terrestri (imbarcazioni, decine di fuoristrada e minibus, quadricicli, equipaggiamenti vari ecc..) donate dall’Italia alle autorità libiche negli ultimi anni (e altre ancora in distribuzione), non riescano ad impedire ai trafficanti di svolgere questi “servizi” (di norma nelle ore serali e notturne) e nessuno venga assicurato alla giustizia libica. Ingenti risorse, dunque, di un impegno globale preso agli inizi del 2011 dal governo Berlusconi con quello libico e che sfiora i 180 milioni di euro ai quali si sono aggiunti, negli ultimi due anni, altre decine di milioni di euro anche per addestrare la polizia libica, per riparare le imbarcazioni, per ristrutturare vecchi e sconquassati centri per i migranti. I 10.062 migranti sbarcati su tutte le nostre coste al 12 luglio 2013 (più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2012),sono in prevalenza “profughi” giunti in Italia per chiedere asilo e salpati, soprattutto, dalla Libia. I cosiddetti “migranti economici” sono stati soltanto 1.787.

Il prevalente arrivo di profughi emerge anche dalle nazionalità ( dichiarate al momento dello sbarco) delle persone provenienti, per la maggior parte, da Eritrea (2.635), Somalia (1.532), Egitto (1.168), Pakistan (894), Siria (755), Gambia (634), Mali (438), Afghanistan (376), Nigeria (316), Tunisia (297). Si tratta di paesi, come noto, dove ci sono guerre e conflitti, anche etnici, o caratterizzati da regimi che puniscono con la pena di morte certi reati. Va anche ricordato che in questi primi mesi dell’anno sono state “intercettate” in mare (termine di conio ministeriale, molto generico) ben  2.551 migranti diretti verso le coste italiane “ripresi” (come?) dalla Libia (986), da Malta (973)dalla Grecia (449) e dalla Tunisia (143). Le forze di polizia italiane, per gli aspetti criminali del fenomeno migratorio, fanno quel che possono e l’arresto, al 12 luglio 2013, di 56 persone tra scafisti, organizzatori e basisti con il sequestro di 57 natanti, testimonia tale impegno. Occorrerà più tempo, un buon lavoro di intelligence, molta pazienza nelle richieste di collaborazione inoltrate adaltri paesi, l’azione indispensabile della magistratura, per cercare di innalzare il livello di repressione su tali organizzazioni criminali che hanno ormai “fiutato” il business dei profughi non ritenendo più “conveniente” trafficare con i migranti economici in ragione del loro quasi certo rimpatrio a distanza di pochi giorni dall’approdo.

In effetti, poi, dalle indagini è emerso che sono gli stessi criminali che, prima della traversata, forniscono ai migranti satellitari e numeri telefonici di soccorso italiani per consentire il contatto una volta partiti dalle coste libiche. A questi dettagli si aggiungono le “assicurazioni” rivolte ai migranti sul particolare, non trascurabile, che il Comando delle Capitanerie di Porto italiano dispone sollecitamente le operazioni per il loro soccorso assicurando, comunque, un approdo italiano anche se il salvataggio dovesse avvenire in prossimità delle coste di un altro paese. Le attuali favorevoli condizioni meteo-marine nel canale di Sicilia e lungo le coste calabro-pugliesi, la perdurante situazione di gravissima crisi in Egitto, Siria e Libia, con episodi sempre più cruenti, alimenteranno sicuramente i flussi migratori via mare ma anche alla frontiere terrestri. Si pensi che nel corso del 2013, alla data del 5 luglio, al confine italo sloveno, gli stranieri “respinti” sono stati 3.841 (3.086 nello stesso periodo del 2012). Sulle altre frontiere (interne) terrestri il fenomeno non è facilmente riscontrabile poiché i controlli sono soppressi e vengono fatti a campione.

Il dramma dei migranti marini, dunque, continuerà e andrà ad aggiungersi all’altro dramma quando, tra qualche giorno o, al più tardi tra qualche settimana, le “coscienze” di gran parte della classe politica dirigente italiana (e di quella europea), “scosse” da quella storica visita di papa Francesco a Lampedusa, si saranno di nuovo “riaddormentate”. Fino alla prossima puntata, dopo altre morti di migranti.

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