Mazzette globali
“Quest’anno il livello di corruzione nel mondo è aumentato, così come la volontà di combattere questo flagello” così si legge nel “Global corruption barometre” pubblicato ieri da Transparency International (http://www.transparency.org/gcb2013). Sono stati intervistate 114.000 persone in tutto il mondo e, tra queste, il 27% ha ammesso di aver dato o ricevuto bustarelle nell’arco dell’ultimo anno. Nonostante questo, 9 su 10 si dichiarano disponibili a lottare contro la corruzione.
E in Italia? Il 64% degli intervistati dice che la corruzione è cresciuta e solo il 4% che è calata. Crisi della politica? L’89% ritiene che i partiti sono corrotti e il 77% pensa lo stesso del Parlamento. Ma sono troppi i Paesi in cui si fa l’esperienza quotidiana della richiesta di bustarelle da parte di poliziotti. Mazzette persino nei tribunali per aggiustare i processi. Huguette Labelle, president di Transparency International ha sottolineato che «la pratica delle bustarelle resta molto corrente nel mondo, ma i popoli sanno ormai che hanno il potere di mettere fine alla corruzione. Sono numerose le voci che si levano oggi contro gli abusi di potere, le transazioni segrete e le tangenti».
Ci sono tanti motivi per scoraggiarsi ma possono trasformarsi in altrettante ragioni per impegnarsi di più. Ciascuno facendo la propria parte, tanto come cittadini che come rappresentanti delle istituzioni. In Italia, ad esempio, c’è un pacchetto di norme proposte dal basso (www.riparteilfuturo.it) che attende solo di essere discusso e, possibilmente, approvato.
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