La mappa delle slot machine in Italia
Data Journalism, Wired.it//La macchinetta fa il giocatore. Là dove ci sono più slot machine si gioca (e si perde) di più, con il risultato che i proventi che rimpinguano le casse dell’erario nazionale diventano un costo, economico e sociale, a livello locale. Le cifre disaggregate sono eloquenti: ogni abruzzese, per esempio, spende lametà di uno stipendio medio nel gioco ogni anno ( 776 euro), il 5% del reddito procapite regionale. E l’Abruzzo è una delle regioni a più alto tasso di concentrazione di esercizi con slot machine. È quanto emerge dall’inchiesta di data journalism targata Wired Italia ( qui tutti i dettagli su come è stata condotta) che, per la prima volta, ricostruisce in modo capillare, sulla base dei dati ufficiali, la distribuzione in regioni, province e comuni dei luoghi che ospitano le macchinette e il loro impatto sulreddito e la salute dei residenti. L’inchiesta che state leggendo, arricchita di infografiche e altre tabelle, la trovate anche in edicola nel numero del magazine che esce il 3 luglio.
Più mini-casinò per abitante ci sono in una regione, più alta è la cifra pro-capite giocata (dati Istat 2011). Dal punto di vista statistico, il confronto tra le due variabili ha un indice di Pearson di 0,66: un valore che indica una correlazione diretta tra l’ammontare giocato e la concentrazione dei minicasinòAll’estremo opposto la Sicilia: penultima per concentrazione di mini-casinò e ultima per euro giocatiin macchinette in proporzione al reddito. Se la tendenza fosse confermata a livello provinciale e comunale, a Genova e a Trento dovrebbero preoccuparsi ancora di più. Ma anche dalle parti di Massae Carrara ci sarebbe poco da stare allegri: la città toscana è prima tra le province per mini-casinò ogni 100mila abitanti.
“ La correlazione tra concentrazione e incidenza sul reddito è corretta”, spiega Simone Sarti, sociologo dell’Università degli Studi di Milano, che ha esaminato i dati della nostra inchiesta ed è autore (insieme con Moris Triventi) di ricerche su giochi e diseguaglianze: “ Sarebbe però utile fare indagini a campione sul reddito di chi gioca. Purtroppo non è facile in questo periodo trovare finanziamenti per questo tipo di lavori”.Ma non si tratta solo di soldi. L’incrocio tra la concentrazione territoriale degli esercizi e lestatistiche sanitarie mostra che la diffusione delle macchinette va a braccetto con il rischio dipatologie legate all’ azzardo e di dipendenze, in particolare tra i giovani. In questo caso il veicolo non sono più i mini-casinò ma le sale giochi, spazi nati per i videogame ma che spesso ospitano anche slot machine. Questa correlazione è confermata dall’incrocio tra i nostri dati e quelli di European School Project on Alcohol and Other Drugs, la più accurata indagine sulle dipendenze giovanili. Su questo fronte il caso della Calabria è emblematico. La regione detiene il record per questi locali (quasi 30 ogni 100mila persone) e registra la più alta incidenza di giovani giocatori problematici o a rischio(4,7%). Al polo opposto la Liguria: 6,8 sale giochi con slot machine ogni 100mila persone e solo 2,5% di giovani in difficoltà. “ La correlazione è significativa”, osserva Sabrina Molinaro del Cnr di Pisa, che ha avuto accesso alle nostre analisi. “ A colpire è la dimensione del fenomeno nel Mezzogiorno”.
Anche le sale giochi classiche, nate per i videogame, a volte ospitano slot-machine. Dove è più alta concentrazione questi esercizi, più alta è la percentuale di studenti con problemi connessi al gioco (dati Espad). L’ indice di Pearson in questo caso ha un valore di 0,72: la correlazione c’è ed è forte
Insomma, i numeri parlano e anche piuttosto chiaro. Ma anche i soldi hanno i loro argomenti. Dice laCorte dei Conti che l’erario, nel 2012, ha incassato più di 4,5 miliardi di euro dalle slot machine. Soprattutto in tempo di crisi pare difficile che lo stato rinunci a ricavi di queste dimensioni anche se l’impatto degli apparecchi sulla salute dei giovani, dicono i nostri dati, è quantomeno sospetto e meriterebbe di essere approfondito. “ Sono palanche!”, avrebbe detto Don Gallo. Ma per lui, lo sappiamo, non sarebbe bastato.
Ecco tutti i dataset su cui abbiamo costruito l’inchiesta:
I dati utilizzati per costruire la mappa sono qui.
Qui ci sono i dati del giocato per regione.
Qui i dati degli studenti con problemi di gioco.
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