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Narcotrafficanti nigeriani in Italia

di Piero Innocenti il . Senza categoria

L’approfondimento di Piero Innocenti//Le persistenti conflittualità etnico-religiose, le guerre e le rivolte, il forte degrado economico- sociale, continuano ad essere le cause principali che alimentano l’emigrazione africana verso i paesi dell’UE. In questo quadro, anche molti nigeriani, negli anni, sono giunti in Italia e oggi compongono una comunità di ben 50.519 persone (25.566 donne e 24.953 uomini), in possesso di regolare permesso di soggiorno in corso di validità alla data del  30 giugno c.a. Se a questi sommiamo i 19.584 minori iscritti sul titolo di soggiorno dei genitori, sono circa 70mila i nigeriani presenti, in gran parte per lavoro subordinato (18.603), per motivi familiari (13.081) e per lavoro autonomo (5.391). Consistente (8.036) anche il numero dei permessi rilasciati per motivi di carattere umanitario e quelli speciali per motivi di protezione sociale, rilasciati (334) in prevalenza a donne nigeriane che hanno voluto sottrarsi a situazioni di violenza cui erano costrette dai loro sfruttatori. Sul versante delinquenziale, non si può certamente dire che i nigeriani siano “inoperosi”. Recenti (e passate) attività di polizia (a Padova e a Parma alcuni giorni fa) hanno messo in chiara evidenza la pericolosità dei criminali nigeriani e la loro diffusione su tutto il territorio nazionale. Se è vero che il primato dei traffici illeciti nel continente nero spetta ai nigeriani, è altrettanto vero che, in tema di commercio delle droghe, questi non sono più soltanto spacciatori o “muli” ma operano, ormai da tempo, come fornitori, mediatori e organizzatori in molti paesi, tra cui l’Italia, Belgio, Olanda, Germania, Svizzera, Inghilterra, Brasile, India, Romania, Tailandia, Turchia e Usa.

Sulla pericolosità delle aggregazioni delinquenziali nigeriane, già dieci anni fa, nel 2003, richiamava l’attenzione la Commissione parlamentare antimafia, prospettando l’ipotesi di “..un fenomeno se non mafioso, certamente mafiogeno”. Valutazioni ancor più preoccupanti, negli anni successivi (2005), con “le organizzazioni criminali nigeriane tanto evolute da poter interagire alla pari con le organizzazioni locali” e il Dis (Dipartimento Informazioni per la Sicurezza), nel 2007 accennava ad “una caratterizzazione mafiosa assunta dai nigeriani..che ha trovato nuove conferme anche in sede giudiziaria”. Al commercio degli stupefacenti si sono aggiunte le “specializzazioni” nel traffico di donne destinate alla prostituzione, nelle truffe, nel trasferimento di denaro sporco attraverso i circuiti finanziari telematici. Si tratta di organizzazioni orizzontali e flessibili, fortemente competitive, “cellule” innestate su un tessuto familiare o tribale di cui si possono sfruttare i legami e i linguaggi per i quali è difficilissimo trovare interpreti. Strutture non gerarchizzate ( e difficilmente penetrabili dall’esterno) che utilizzano, nei confronti dei connazionali, pratiche intimidatorie basate sulla violenza e sul potere di assoggettamento psicologico legato alla magia nera. Sono ben noti i riti “voodoo” per spingere le donne a prostituirsi. Tornando al traffico delle droghe, fa una certa impressione riepilogare, sia pure in modo molto sintetico, gli esiti delle numerose operazioni antidroga, svolte dalle forze di polizia italiane negli ultimi anni (582 nel 2011, 568 nel 2012 e 270 nel 2013 alla data del 30 giugno), che hanno visto coinvolti, da soli o in concorso con altre etnie, cittadini nigeriani. La conferma di un ruolo, sempre più centrale nel panorama del narcotraffico nazionale, che ha visto registrare il sequestro di 1.388 kg di stupefacenti nel 2011, saliti a 2.023 nel 2012 e a oltre 100 kg (dato non consolidato) al 30 giugno del 2013. Si tratta, dunque, di valori consistenti che vanno considerati anche in relazione ai nigeriani denunciati alle varie Procure della Repubblica per delitti collegati al traffico e allo spaccio: 813 nel 2011, di cui 727 in stato di arresto, 752 nel 2012 (675 arrestati) e 386 nel 2013 (al 30 giugno), inclusi i quindici spacciatori (uomini e donne) nigeriani arrestati dalle forze di polizia a Parma e a Padova alcuni giorni fa. Padova, peraltro, è la terza città in Italia, dopo Roma e Torino, per la presenza di nigeriani (3.017) con permesso valido a giugno del corrente anno. Una situazione, dunque, che merita un attento monitoraggio.

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