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Le lacrime di Schwazer e quelle di Miccoli

di Roberto De Benedittis il . L'analisi

Pochi giorni fa è scomparsa una delle figure più importanti della scienza mondiale, l’astrofisica Margherita Hack. La grande figura della scienziata fiorentina, che sulla soglia dei 90 anni dichiarò che la sua vera passione era l’atletica e che le stelle in fin dei conti le aveva solo studiate. Un paradosso ovviamente, per la schietta signora delle stelle, ma quanto basta per comprendere quanto lo sport della sua gioventù l’aveva segnata. Una passione infinita quella della Hack, che negli anni aveva poi abbracciato la bici e seguito con passione le gesta di Roberto Baggio.

Tante le lacrime che dovrebbero calare dai nostri occhi per piangere questa figura così importante nell’orizzonte internazionale.

Le lacrime le abbiamo viste sul viso di Fabrizio Miccoli, dopo che per anni ha frequentato figli e nipoti di boss mafiosi, ha delegato ad uno di questi una sorta di recupero crediti “fai da te”, e dulcis in fundo apostrofato in malo modo Giovanni Falcone. Nella sua conferenza stampa si è detto dispiaciuto, e profondamente pentito per le parole pronunciate. Nulla ha detto dei suoi rapporti, giustamente tenuto al segreto istruttorio. Ci sarebbe piaciuto che almeno spiegasse perché un paio di anni fa si rifiutò di mettersi in posa insieme a un gruppo di ragazzi davanti alla Bottega dei sapori e dei saperi della legalità a Palermo, dopo aver presenziato ad una manifestazione di beneficenza.

Quelle lacrime ci hanno ricordato altre lacrime, quelle di Alex Schwazer che poco meno di un anno fa si dichiarava pentito della sua “cavolata” quella di essersi dopato nell’imminenza delle olimpiadi di Londra 2012. Cosa hanno in comune queste lacrime? Beh, a leggere i giornali, molto. Perchè Miccoli si dichiara pentito, ma forse deve raccontare un po’ tutto delle sue vicende che lo hanno legato a persone poco raccomandabili della sua Palermo. Al tempo stesso, le indagini su Schwazer, hanno portato alla luce delle nuove intercettazioni che smontano completamente l’ incredibile ricostruzione che l’Alex nazionale ha ribadito pubblicamente anche da Irene Bignardi alle Invasioni Barbariche o da Maria De Filippi ad Amici.

Se vogliono veramente riabilitarsi questi due sportivi, che per molti ragazzi hanno incarnato i valori del sacrificio, della sofferenza, della lealtà, ed hanno idealizzato negli stessi giovani l’immagine della vittoria, hanno una sola strada. Dire la verità. Raccontare ai magistrati come sono andate veramente le cose, da chi sono stati avvicinati, chi li ha aiutati ad invischiarsi con queste brutte storie che fanno a cazzotti con i valori che loro dovevano insegnare ai giovani.

Magari con quella schiettezza e lucidità di cui è stata capace Margherita Hack nella sua vita. E’ il caso di dirlo, dalle stelle alle stalle.

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