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E!state Liberi. Al via il primo campo di volontariato e studio su un bene confiscato in Umbria

di redazione il . Umbria

Anche in Umbria, come documentato da relazioni istituzionali, indagini della magistratura e report giornalistici le mafie sono presenti. I beni  confiscati  alle mafie nella regione  sono, secondo la stima effettuata quest’anno dall’Agenzia nazionale, quattro. Tre immobili e una azienda. Quest’ultima, giunta qualche anno fa a confisca definitiva, oggi sarà il luogo in cui verranno accolti  25 giovani provenienti da Trieste per il primo campo di  volontariato e studio “E!state Liberi”.

Anche per questo la giornata di oggi a Pietralunga, il primo bene confiscato e riutilizzato a fini sociali in Umbria, ha il sapore di un momento storico per la regione. Il terreno di 95  ettari a  Col della Pila a Pietralunga, è stato sottratto al patrimonio della cosca reggina dei De Stefano della ‘ndrangheta, alla società Safi srl. Da marzo, con decreto del Tribunale di Reggio Calabria, definitivamente siglato nel 2011, la proprietà è stata trasferita al Comune di Pietralunga. Il riutilizzo sociale del bene è affidato ad una sinergia fra territorio, associazioni aderenti a Libera, che ne accompagnerà il rilancio ad uso della collettività. Anche in Umbria, dunque, come nel resto d’Italia durante il campo  “E!state Liberi” per un mese intero – racconta Libera Umbria – si alterneranno tanti giovani sul terreno confiscato:  di mattina si lavorerà sul bene e  di pomeriggio si terranno momenti di formazione-informazione sui temi legati alla cittadinanza attiva, all’antimafia sociale, all’informazione.

Clicca qui per leggere il programma

In Umbria Libera Informazione e Libera Umbria, sostenuti dalla Regione, hanno effettuato  dal 2008 un monitoraggio sulle infiltrazioni criminali nella regione, sui rischi futuri e sulle buone pratiche da mettere in campo per contrastarle.Chiamando in causa, oltre alle associazioni e alle istituzioni, il mondo dell’informazione. Clicca qui per scaricare l’ultima relazione dell’Osservatorio intitolata “Il covo freddo”

 

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