Bruno Caccia, 30 anni dopo,per riscrivere la verità
Torino ha ricordato Bruno Caccia, a 30 anni dal suo assassinio.Una serie di celebrazioni hanno commemorato la sua figura, quella di uomo di Stato che si muoveva esclusivamente facendo rispettare la legge, senza fare sconti a nessuno.
Dopo 30 anni esiste una verità giudiziaria che indica in Domenico Belfiore, capo ‘ndrangheta sotto la Mole, come mandante dell’omicidio. Molti però sono i tasselli mancanti in questa storia. Non si conoscono infatti gli esecutori materiali e altre possono essere state le ragioni e gli interessi che hanno armato la mano omicida. Per questo i familiari chiedono che Torino, dopo 30 anni, diventi laboratorio di verità e che si aprano nuovamente le indagini.
Per cercare di capire quali siano state le ragioni dell’assassinio, ieri, alla Fabbrica delle e , sono stati presentati un libro “Un giudice dimenticato” edito da Narcomafie e Libera, scritto da Nicola Tranfaglia e Teresa De Palma e il documentatio “Bruno Caccia, una storia ancora da scrivere” di Elena Ciccarello, Davide Pecorelli e Christian Nasi prodotto da Libera ed Acmos. Un piccolo passo per far pienamente luce sulle tante orme che si stagliano sull’esecuzione del Procuratore Capo di Torino.
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