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“Un sistema mafioso a Fondi”

di Elena Ganelli il . Lazio

Il sistema di affari esistente a Fondi, Comune del sud pontino finito al centro di indagini della magistratura locale e degli organismo antimafia, era un’associazione a delinquere di stampo mafioso. E’ quanto emerge dalla sentenza della Corte di Appello di Roma nel processo Damasco, sentenza che ha confermato la tesi dell’accusa seppure con una riduzione delle condanne rispetto alle richieste del Procuratore generale. Per quanto riguarda i fratelli Carmelo e Venanzio Tripodosono passati dai quindici anni di reclusione inflitti in primo grado a dieci anni; nove anni la condanna per Franco Peppe rispetto ai tredici anni mentre Franco Peppe si è visto ridurre la condanna da sette anni a sei mesi. I magistrati hanno ridimensionato anche la condanna a RiccardoIzzi, ex assessore comunale dalle cui dichiarazioni aveva preso il via l’indagine: per lui da sei anni a cinque anni e otto mesi di reclusione. Per Antonino D’Errico dai sei anni di primo grado la condanna ora è di cinque anni e sei mesi mentre per tutti gli altri le pene sono state confermateL’inchiesta, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma e portata a termine dai carabinieri del Nucleo investigativo di Latina, era sfociata nel luglio 2009 in una serie di clamorosi arresti di personaggi legati al Mercato ortofrutticolo e rappresentanti dell’amministrazionecomunale.

Secondo la ricostruzione degli investigatori a Fondi  era presente un’organizzazione criminale di stampo mafioso che condizionava pesantemente  parte degli affari del Mercato ortofrutticolo ealcune attività del Comune attraverso un sistema caratterizzato, secondo la sentenza di primo grado del Tribunale di Latina, da stretti legami di parentela tra i soci, di comparaggio con personaggi mafiosi di altra estrazione geografica, consolidato ricorso al metodo intimidatorio negli affari e nelle trattative con terzi, solidarietà dei soci nel caso di aggressioni esterne o per modificare esiti di processi, convergenza di interessi riguardo particolari vicende commerciali, moduli operativi comuni quali le intestazioni fittizie di beni e società.

La situazione determinatasi nel Comune del sud pontino aveva indotto l’allora Prefetto Frattasi a richiedere una Commissione di accesso agli atti che dopo mesi di esame dei documenti dell’amministrazione aveva chiesto lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose, richiesta respinta dal Governo Berlusconi.

Nel procedimento si erano costituiti parte civile la Regione Lazio e alcuni consiglieri comunali di opposizione di Fondi ma non l’amministrazione cittadina che ha sempre negato ogni tipo di fenomeno mafioso. La sentenza della Corte di Appello ha però escluso dal risarcimento i consiglieri comunali confermando invece quello per la Regione Lazio. E’ stata inoltre disposta la scarcerazione per Carmelo Tripodo e Aldo Trani, per l’imminente decorrenza dei termini di custodia cautelare.

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