Croniste nel mirino dei boss

OSSIGENO  –  Le giornaliste Ester Castano, Marilena Natale e Francesca Viscone, sono state le protagoniste all’interno di Spazio Ossigeno, giovedì 20 giugno a Lamezia Terme, al Festival “Trame”. Oltre a raccontare le intimidazioni di cui sono rimaste vittime e di cui Ossigeno ha già ampiamente riferito, hanno riflettuto pubblicamente su ciò che significa per una giornalista pubblicare notizie inchieste scomode, essere donne minacciate per aver fatto semplicemente il proprio lavoro, per aver esercitato la libertà di stampa. “Io in un certo senso sono una giornalista per caso. Io – ha affermato Marilena Natale, che viene da Casal di Principe ed Aversa – ho iniziato a scrivere perché mi sono resa conto che nella mia terra sui giornali non si scriveva tutto e tutta la verità. E ho capito che devi avere il coraggio di scrivere ciò che gli altri non scrivono. All’inizio mi consideravano matta. Ma poi hanno visto che le mie denunce producono effetti. Ad esempio un assessore indagato che avevo segnalato è stato arrestato e il consiglio comunale è stato sciolto. Mi sono fatta dei nemici ma anche molti amici. Adesso molti cittadini si rivolgono direttamente a me per segnalare abusi e illegalità”.

Dall’incontro, coordinato da Alberto Spampinato, direttore dell’Osservatorio, è emerso come anche l’essere donna sia ancora un fattore discriminante nel mondo giornalistico. “Che a scrivere una notizia sgradita sia una donna – ha fatto notare Francesca Viscone – rende il fatto ancor meno tollerabile e la ritorsione più probabile”. Lei, che in vari saggi ha denunciato la mistificazione di chi rappresenta in Germania la ‘ndrangheta come un fatto di folklore, e per questo è stata insultata minacciosamente, vorrebbe fare questo lavoro in incognito, se fosse possibile. In realtà un lavoro di documentazione come il suo, come quello di Ester, di Marilena, ha osservato Spampinato, deve essere fatto alla luce del sole, senza nascondersi perché è un’attività lecita, anzi meritoria e doverosa, e perché l’isolamento pesa, nel lavoro giornalistico. Pesano anche le discriminazioni di genere.

É ancora più difficile difendersi da intimidazioni, minacce, soprusi se neppure i colleghi maschi avvertono questo problema, se manca la solidarietà fra giornalisti, hanno fatto osservare le intervistate. L’isolamento pesa. Per fortuna, hanno detto Ester, Marilena, Francesca, organizzazioni come Ossigeno aiutano a sentirsi meno soli e a capire come difendersi meglio dai soprusi. “Io, denuncio fatti sgraditi, comportamenti scorretti. Lo faccio –ha dichiarato Ester Castano, che ha documentato fenomeni di corruzione ed n mafiose a Sedriano, alle porte di Milano – con coscienza, per dovere civico, perché credo sia giusto che l’opinione pubblica venga informata di ciò che succede” .

Le tre testimonianza hanno mostrato che il giornalismo è anche una forma di coraggio e di impegno sociale. Queste storie fanno capire perché non si riesce a limitare più di tanto la libertà di stampa e di informazione: perché chi resiste, chi non rassegna, chi reagisce. “Zittire un giornalista –ha concluso Spampinato- e come spegnere un lampione nella pubblica via. Non bisogna consentirlo. Se si permette che si spengano uno dopo l’altro ci si ritrova in un buio che fa comodo solo a nel buio assale i passante per derubarli”.

EP – OSSIGENO