Rassegna stampa 14 giugno 2013
Antonio Ingroia lascia la magistratura. L’annuncio confermato in una intervista a Liliana Milella, firma di punta del quotidiano “La Repubblica”. Nell’articolo il rammarico, le difficoltà e la solitudine del magistrato siciliano che in questi mesi aveva preso un congedo dalla toga per entrare in politica come leader del movimento “Rivoluzione civile”. Da pochi giorni, nonostante la destinazione ad Aosta decisa del Csm, aveva fondato “Azione civile” e la sepazione dalla magistratura era nell’area. Ingroia, pm a lungo impegnato nelle indagini su mafia e politica e in particolare sul delicato percorso investigativo e giudiziario che ha portato all’avvio del processo sulla “trattativa” Stato – mafia, spiega così la sua decisione: “…ho deciso a malincuore di abbandonarla. Non ci sono più le condizioni perché la tenga ancora indosso e ci sono invece delle gravi ragioni per le quali è venuto il momento di dedicarsi a tempo pieno all’attività politica. Lo dico perché in queste ore si comincia a giocare una partita decisiva per il futuro della democrazia nel nostro Paese e dello Stato di diritto come delineato dai padri costituenti. Mi sono sempre dichiarato partigiano della Costituzione, l’ho difesa strenuamente da magistrato, ma mi sembra chiaro che stiamo andando verso la soluzione finale perché si sta per mettere
mano ai suoi capisaldi. Quindi non basta più un magistrato “partigiano della Costituzione”, ma occorrono tanti cittadini organizzati in un movimento politico per difendere con la loro azione la nostra magnifica Carta”.
Ieri, sulle colonne del “Fatto Quotidiano” intervistato da Beatrice Borromeo commentava l’ultima, in ordine di tempo, decisione del Csm che riguarda la procura di Palermo e coinvolge, ancora una volta, lo stesso Ingroia. Si tratta del provvedimento per “incompatibilità” avviato a carico di Francesco Messineo, procuratore di Palermo, accusato sostanzialmente di una gestione “debole” dell’ufficio e in parte “influenzata- condizionata” dallo stesso Ingroia. Nell’intervista alla giornalista del “Fatto” Ingroia si stupisce di queste osservazioni del Csm e del procedimento, ricordando invece, i numerosi contrasti e le distanze che hanno caratterizzato il suo rapporto con Messineo. Un paradosso – quindi – spiega il magistrato che preannuncia la possibilità di lasciare la toga, confermata oggi al quotidiano “Repubblica”. Un editoriale di Marco Travaglio si occupa, anche nell’edizione on line, della vicenda.
Ci spostiamo nel Lazio dove, a pochi giorni dall’apertura momentanea di un bene confiscato alla mafia, il sindaco di Castel Gandolfo, Silvia Monachesi, ha ricevuto minacce con riferimenti espliciti alla Banda della Magliana. La Monachesi ha subito commentato: “”Non mi faccio intimidire, vuol dire che sono sulla strada giusta”. La notizia anche su “Repubblica – Roma” e “Il Messaggero”
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