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Nuova vita per il “palazzo dei boss”

di Antonio Nicola Pezzuto il . Puglia

E’ stata inaugurata a Squinzano la nuova caserma dei carabinieri. Un avvenimento di straordinaria importanza in quanto l’ immobile, simbolo della legalità, è un bene confiscato alla Sacra Corona Unita. Il palazzo di via Brindisi, infatti, fu sequestrato a Gaetano Giangrande e Oronzo Levante che, stando alle sentenze, rappresentavano la “faccia pulita” del clan Pellegrino di Squinzano ma erano dediti soprattutto alla sofisticazione del vino adulterato e al riciclaggio di denaro sporco. L’ edificio era stato sequestrato con una misura di prevenzione emessa dal Tribunale di Lecce il 5 settembre 2001. La confisca definitiva, invece, si è avuta in seguito ad una sentenza della Corte di Cassazione del 16 dicembre 2004.

L’ immobile, di circa 800 metri quadrati, è stato adeguato al nuovo uso grazie ai 750mila euro del Pon Sicurezza 2007-2013. L’ iter è stato lungo e non privo di difficoltà. L’ utilizzo  di quei fondi, infatti, non prevedeva la creazione di edifici dello Stato come può essere una caserma. La legge tracciava quindi una linea di demarcazione tra finalità istituzionali e finalità propriamente sociali. La vicenda ha avuto il lieto fine perché, in definitiva, è passato il principio che un presidio di legalità non ha solo funzioni repressive ma contribuisce profondamente allo sviluppo sociale ed economico di un territorio. Così, il 6 febbraio del 2009, viene approvato il progetto di riconversione dello stabile. Alla cerimonia d’ inaugurazione hanno partecipato autorità politiche e religiose oltre che, ovviamente, i massimi rappresentanti dell’ Arma dei Carabinieri. Madrina dell’ evento Federica Giaccari, vedova dell’ appuntato scelto Manuele Braj, di Collepasso, deceduto in Afghanistan il 25 giugno 2012. E’ stata proprio la giovane donna, accompagnata dal figlioletto Emanuele, a tagliare il nastro.

Molto incisivo e da sottolineare l’ intervento del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Lecce, il Colonnello Maurizio Ferla. Parole importanti, non di routine, rivolte alla comunità squinzanese tutta. Messaggi che assumono un altissimo significato in una cittadina che sa cosa significa Sacra Corona Unita e che le vicende degli ultimi tempi le impongono di non abbassare la guardia. «Questo edificio era una volta il simbolo tangibile di una ricchezza accumulata grazie a lucrosi proventi di attività illecite, l’ ostentazione di un potere criminale esercitato attraverso il sistematico ricorso alla violenza ed alla sopraffazione, la sinistra e permanente affermazione di un oscuro controllo territoriale. Da oggi, invece, esso rappresenta la casa della legalità, la vivente dimostrazione che solo lo Stato esercita il controllo del territorio e che le mete che il crimine offre, specie alle giovani leve, sono solo chimere, canti di sirene che conducono alla distruzione delle coscienze e delle vite». Forte, deciso e chiaro, comincia così il suo intervento il Comandante Ferla che continua: «Lo stabile confiscato definitivamente dopo il sequestro preventivo ad opera della Procura della Repubblica di Lecce è stato ristrutturato per questa finale destinazione con i fondi del Programma Operativo Nazionale “Sicurezza per lo Sviluppo-Obiettivo Convergenza 2007/2013” Obiettivo 2.5 che ha lo scopo di migliorare la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. L’ iniziativa non è la sola a livello nazionale. Infatti, nell’ ambito dello stesso Obiettivo rientrano una serie di progetti quali la ristrutturazione di due immobili da destinare alla Compagnia Carabinieri di Gioia Tauro e di altre infrastrutture da adibire all’ esercizio di svariate attività. Tutto ciò dimostra che è possibile, ma che è soprattutto doveroso fare un uso proficuo dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Il buon utilizzo di questi patrimoni, la cui confisca conclude un lungo percorso che normalmente ha visto impegnate tutte le Istituzioni preposte alla prevenzione ed alla repressione della criminalità, è l’ obiettivo da conseguire affinché lo Stato mantenga la più alta credibilità nella lotta contro le mafie. In questo contesto la realizzazione della nuova sede della caserma dei carabinieri di Squinzano col sostegno dell’ Unione Europea è un’ occasione privilegiata perché rappresenta non solo un momento di reale concretizzazione dei principi primordiali della solidarietà e della pacifica convivenza, che sono alla base dei Trattati, ma anche il segno tangibile che, l’ Italia, nella sua quotidiana lotta alla criminalità organizzata, non è sola ma ha al suo fianco tutti i Paesi Membri dell’ Unione. Oggi le Istituzioni Nazionali ed Europee hanno vinto un’ importante battaglia ma il percorso che conduce alla completa distruzione del potere criminale è lungo e richiede sacrifici da parte di tutti».

E qui l’ affondo, deciso, volto a scuotere le coscienze dei presenti: “Devono essere le Istituzioni, ancor prima del singolo cittadino, a dover illuminare la via con il buon esempio delle persone che le rappresentano. Solo così possiamo aspettarci comportamenti virtuosi da parte della collettività. Questo contesto territoriale ci impegna ancora molto ed io auspico che l’ odierna celebrazione provochi una profonda riflessione in grado di ravvivare la coscienza civile della moltitudine di cittadini onesti e che sia così vigorosa da abbattere quel muro di omertà che, nel corso degli anni, è stato edificato ed innalzato sulla paura. Cittadini di Squinzano non abbiate timore di affidarvi alla legge. Lo Stato e l’ Europa sono al vostro fianco con le loro Istituzioni fatte da donne ed uomini che ogni giorno, anche a rischio della propria vita, proseguono sulla strada del dovere per affermare i principi di libertà, legalità e giustizia”. Parole come fendenti che squarciano l’ aria densa di una giornata afosa. Parole dure che devono indurre a far riflettere i cittadini di una comunità che hanno il dovere di schierarsi dalla parte dello Stato, dalla parte della legalità, senza se, senza ma e senza alcun compromesso. Pena, l’ inesorabile declino morale, civile, sociale, culturale ed economico.

 

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