“Dedico il premio ai colleghi precari”
Giovanni Tizian, giornalista de “l’Espresso”, sotto scorta per le minacce ricevute dopo le sue inchieste sulla criminalità in Emilia – Romagna ha ricevuto ieri il premio “Paolo Giuntella” per la libertà d’informazione dalle mani di Vittorio Di Trapani, segretario Usigrai e da Santo della Volpe, direttore di Libera Informazione durante l’assemblea annuale dell’associazione Articolo21. (clicca qui per leggere il report dell’assemblea).
Di Trapani e Santo Della Volpe hanno ribadito l’impegno sul tema delle querele temerarie e della difesa del diritto di cronaca. “Dedico questo premio ai bravi colleghi precari che lavorano sui territori stretti fra le tante difficoltà della professione e la violenza delle mafie. Questo premio è per loro. Spero anche che questo premio possa essere una speranza per la Calabria” – ha detto Tizian. Una terra, ricorda Tizian, in cui non c’è ancora una redazione di giornali nazionali. Una terra a lungo avvolta nel cono d’ombra informativo che ha permesso, fra le altre cose, alla ‘ndrangheta di diventare la potenza internazionale criminale che è oggi. “Bisogna ragionare sulle minacce bianche, le querele, le richieste di risarcimento, sono queste le nuove frontiere delle minacce. Non è possibile passare anni a difendersi da accuse infondate, vincere e non ottenere nulla dalla controparte. Questo premio è dedicato a tutti i giornalisti che continuano anche nella precarietà a combattere nonostante le minacce”.
La storia di Giovanni Tizian è raccontata nel libro “La nostra guerra non è mai finita”
“I premi assegnati da Articolo21 – ha affermato inoltre il segretario della Fnsi Franco Siddi – sono la testimonianza dell’esistenza di un impegno e di un lavoro anche oscuro per un’informazione libera e corretta”. Siddi ha colto l’occasione per sottolineare inoltre l’auspicio che in questa legislatura “possa essere adottato anche in Italia il Freedom Of Information Act per garantire l’accesso e la vera trasparenza degli atti della vita pubblica”. Un’istanza che “va di pari passo con il riconoscimento della massima attenzione che gli operatori e i mezzi di informazione debbono avere nel rispetto che la sfera personale di qualsiasi soggetto, soprattutto di minori e dei piu’ deboli, non entri, per qualsiasi vicenda, nel circuito dell’informazione”.
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