La delittuosità degli adolescenti
Alcuni recenti, gravissimi episodi di violenza da parte di giovani minorenni (ragazzi e ragazze, italiani e stranieri), in alcune città tra cui l’omicidio a Corigliano Calabro della quindicenne Fabiana ad opera del suo ragazzo appena diciassettenne,, ripropongono il tema della delittuosità degli adolescenti. Se il tempestivo intervento delle forze di polizia è servito, in alcuni casi, a “neutralizzare” ( temporaneamente) la bellicosità dei giovanissimi delinquenti, non c’è dubbio che tutti, istituzioni, chiesa, scuola, cittadini, debbano riflettere e assumere iniziative comuni per l’ascolto, la prevenzione di tali gravi fatti ma anche con la giusta severità nella repressione. Problema tanto più grave e urgente sol che si rifletta sulle carenze che si registrano sul piano dell’affidamento e del recupero dei minori in “difficoltà” in generale. L’episodio, sette mesi fa, che portò all’arresto, per violenza sessuale e maltrattamenti, del fondatore della comunità per minori “Il Forteto” in provincia di Firenze, è emblematico di quanto sinteticamente accennato.
In Italia, fortunatamente, non siamo (ancora) ai livelli di devianza e di spietatezza criminale che si rilevano in alcuni paesi dell’America Latina, in particolare in Messico. E tuttavia, alcuni giovani e spregiudicati boss della camorra arrestati a Scampia e Torre Annunziata a metà novembre del 2012, hanno rappresentato un gran brutto segnale. Esaminando i semplici dati nazionali interforze (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato,Direzione Investigativa Antimafia, Capitanerie di Porto) sulla delittuosità ufficiale dei minorenni nel corso del 2011, i 32.207 minori segnalati alle varie Procure della Repubblica competenti per la materia ( di cui 27.028 in stato di libertà e 5.179 arrestati), avrebbero dovuto destare qualche preoccupazione sul piano della prevenzione e, più in generale, su quello della politica criminale. Ma, si sa, gran parte dell’attenzione politica e delle energie pubbliche sono state indirizzate verso altri ambiti.
Alla fine del 2012 le cose non sono andate certamente meglio. Basti pensare che alla data del 15 ottobre ( ultimi dati disponibili), sono ben 16.066 i “giovani” denunciati per delitti vari di cui 13.275 in stato di libertà e 2.891 arrestati. Alcuni di questi delitti che si inquadrano nella categoria della c.d. “criminalità diffusa”, dovrebbero indurre gli addetti ai lavori a serie considerazioni di politica criminale. Si rifletta, per esempio, sulle 103 rapine di cui 69 compiute in abitazioni e 611 in strada, alle 218 estorsioni, ai 1022 danneggiamenti, alle 26 denunce per riciclaggio e impiego di denaro. Per non parlare delle 45 denunce per associazione a delinquere ( furono 70 nel 2011), alle quali si aggiungono le 44 per associazione di “tipo mafioso” ( contro le 73 del 2011). Millequattrocentosettantanove i “ragazzi” segnalati per delitti collegati alle droghe ( di cui 1.054 per spaccio). C’è, poi, l’ambito dei furti- con 4.891 denunce- in gran parte commessi negli esercizi commerciali (1626), in abitazioni (617), con destrezza (295) e con “strappo” (141). In tema di delitti contro la vita si annotano ben 15 omicidi, cui si sommano i cinque di tipo mafioso e 53 tentati omicidi. Significativi di una “vivacità incontrollabile” i numeri che riguardano le denunce per lesioni dolose (1.275), le percosse (192), le minacce (652) e le ingiurie (487).Questi i dati parziali del 2012. Spetta ad altri il compito ( certamente non facile) di provare a individuare le ragioni dei comportamenti devianti degli adolescenti anche se, ad un esame sommario, ci si accorge che, nella gran parte dei casi segnalati, sono determinanti, nella spinta a delinquere, la mancanza di una famiglia coesa, la ghettizzazione degli stranieri, modelli negativi di vita che vengono proposti dalla televisione, lo spirito di emulazione e, soprattutto, la mancanza di lavoro e di prospettive per una normale vita sociale.
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