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Suicidio nel carcere di Latina, indaga la procura

di Elena Ganelli il . Lazio

Nuovo suicidio in carcere. Un detenuto si è tolto la vita, domenica pomeriggio, all’interno della casa circondariale di Latina tagliandosi le vene con una lametta all’interno della sua cella.  L’uomo, Pasquale Pietrobono di 48 anni, di Fondi, era stato arrestato tre giorni prima nell’ambito di una vasta operazione antidroga coordinata dalla Procura della Repubblica di Caserta che aveva coinvolto diverse province tra le quali quella di Latina e si trovava in una cella della sezione di massima sicurezza all’interno del carcere, in attesa dell’interrogatorio.

Ad accorgersi di quanto accaduto alcuni agenti di polizia penitenziaria che lo hanno trovato agonizzante e con le vene dei polsi tagliate. Purtroppo l’intervento dei sanitari si è rivelato inutile perché Pietrobono era già morto.

La vicenda presenta ancora numerosi aspetti da chiarire, interrogative ai quali tenterà di fornire risposte l’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica del capoluogo pontino e affidata al sostituto Marco Giancristofaro.

Immediato l’intervento del Garante regionale dei detenuti Angiolo Marroni che negli ultimi anni ha spesso puntato i riflettori sul carcere di Latina denunciando la drammatica condizionee nella quale versa la struttura.

«Spetta ovviamente alla magistratura chiarire questa vicenda – ha sottolineato Marroni – però resta il fatto che quello di Latina è un vero e proprio carcere di frontiera con tutte le problematiche che questo comporta. Attualmente vi sono ospitati circa 150 detenuti ma la struttura accoglie, in un anno, oltre mille reclusi, con un turn over fra i più elevati d’Italia. A questo dato oggettivo si devono, poi, aggiungere una certa lontananza della società civile ed i tagli imposti ai budget: basti pensare che lo psicologo ha a disposizione solo 13 ore mensili. In queste condizioni – conclude il Garante – appare davvero molto difficile garantire assistenza sanitarie e psicologica continuativa ai detenuti».

Risale a circa un anno fa la presentazione da parte dei consiglieri regionali Radicali Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, Lista Bonino Pannella, Federalisti Europei, di una interrogazione urgente all’allora presidente della Regione Lazio, Renata Polverini e all’Assessore ai Rapporti con gli Enti Locali e Politiche per la sicurezza Giuseppe Emanuele Cangemi sulla morte  avvenuta nel carcere di Latina di un detenuto di 28 anni di Gaeta.  Anche in quella occasione Marroni aveva denunciato come la casa circondariale del capoluogo pontino presentasse cronici problemi strutturali, problemi aggravati dalle carenze di organico della polizia penitenziaria e  da un sovraffollamento record con i detenuti che raggiungono spesso un numero doppio rispetto alla capienza prevista.

Di risposte non ne sono mai arrivate ma il suicidio di domenica ripropone con drammatica attualità  tutti gli interrogativi sulla situazione della struttura di via Aspromonte, situazione sulla quale non può calare nuovamente il silenzio.

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