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Trapani e le cittadinanze onorarie

di Rino Giacalone il . L'analisi

Nel dicembre del 2005 la maggioranza dei consiglieri comunali di Trapani proposero al’allora sindaco Pdl Girolamo Fazio di concedere all’ex prefetto di Trapani, Fulvio Sodano, la cittadinanza onoraria per essersi distinto nella lotta alla mafia ed avere impedito che Cosa nostra trapanese potesse riuscire a mettere le mani su uno dei più importanti beni confiscati ossia la Calcestruzzi Ericina. Fu quello il passaggio che portò la Calcestruzzi Ericina ad essere testimonial concreto della possibilità di sconfiggere le mafie nel terreno del controllo economico del territorio. Sodano per quella sua azione un giorno, quando era ancora prefetto a Trapani, si vide affrontare in modo arrogante dall’allora sottosegretario all’Interno, Antonio D’Alì, che, come ha sottoscritto Sodano nel verbale reso davanti ai pm della Procura antimafia di Palermo, in malo modo gli disse che lui, difendendo la Calcestruzzi Ericina, bene confiscato di proprietà dello Stato, stava svolgendo un ruolo da “favoreggiatore”. Poche settimane dopo Fulvio Sodano fu trasferito, in maniera improvvisa, da Trapani ad Agrigento. Era il luglio del 2003. L’ultimo atto di Fulvio Sodano fu quello di riunire attorno a un tavolo agenzia del demanio, Comuni, associazioni, come Libera, per mettere nero su bianco che da quel momento nessun bene confiscato sarebbe rimasto senza utilizzo sociale. Chiunque fosse arrivato dopo di lui non poteva in alcun modo tornare indietro. Quando nel novembre 2005 la Squadra Mobile arrestò i componenti della cupola mafiosa del mandamento di Trapani e venne fuori la vicenda del prefetto Sodano che un giorno si era visto presentare una offerta di acquisto della Calcestruzzi Ericina da parte di un imprenditore che dietro aveva il capo della cupola, “don” Ciccio Pace, e che si era fatto subito parte attiva con gli investigatori perché sapessero quello che gli era accaduto, ci fu la proposta del conferimento della cittadinanza onoraria. Il sindaco Fazio, allora vicinissimo al senatore D’Alì, e quindi al politico che non aveva gradito l’azione di contrasto posta in essere da quel prefetto, dapprima non rispose, poi disse, scrivendolo nero su bianco, che la cittadinanza onoraria non l’avrebbe concessa perché….”la mafia esiste perché esiste l’antimafia”. Da allora in poi tempo ne è trascorso. Cittadini onorari con Fazio sono diventati due giornalisti, Paolo Cecinelli e Luca Bontempelli, che durante le telecronache della Coppa America avevano ben parlato del mare di Trapani e dei prelibati arancini che qui si possono gustare, cittadinanza onoraria anche ai militari del 60° battaglione Col di Lana per le loro missioni all’estero, ma al prefetto Sodano ancora nulla sebbene nel frattempo alcune associazioni si erano fatte promotrici di una raccolta di firme. Decaduto per fine mandato Fazio, al suo posto è arrivato l’ex generale dei carabinieri Vito Damiano, anche lui Pdl e anche lui dalla parte del senatore D’Alì, che nel frattempo era così riuscito a riempire la casella politica più importante del Municipio con un suo fedelissimo considerato che nel frattempo l’ex sindaco Fazio l’aveva abbandonato.

Quando il sindaco Damiano incontrò una folta rappresentanza di associazioni che erano andati a chiedergli di concedere la cittadinanza onoraria a Sodano, incontro che risale a un anno addietro, il primo cittadino – che intanto aveva fatto sapere di non gradire molto che di mafia si potesse parlare a scuola e che parlando dei mafiosi preferiva appellarli come malandrini – spiegò che senza un regolamento non avrebbe potuto fare nulla. Oggi questo regolamento c’è. L’aula del Consiglio comunale lo ha approvato, nella sua stesura originale, scritta da un consigliere del Pd, Vincenzo Abbruscato (che ha avuto il merito di riprendere i termini della vicenda), il regolamento non prevedeva la possibilità di concedere la cittadinanza onoraria a chi si era distinto nella lotta alla mafia, durante la discussione questa previsione è stata inserita, e il regolamento è stato approvato. Sarebbe stato bello che contemporaneamente in aula venisse proposta subito la cittadinanza onoraria al prefetto Fulvio Sodano, ma questo non c’è stato. C’è stato semmai altro che a poche ore dall’approvazione di quel regolamento la squadra di calcio che porta i colori del Trapani ha vinto la partita decisiva per la vittoria nel campionato, vittoria che ha sancito il passaggio alla serie superiore, la serie B. Tamburo battente  il sindaco Vito Damiano ha dichiarato la volontà a concedere la cittadinanza onoraria al patron della squadra, l’armatore napoletano Vittorio Morace. E al prefetto Fulvio Sodano. Niente, silenzi, nemmeno una parola da parte dell’amministrazione comunale. Negli stessi momenti nella vicina isola delle Egadi, Favignana, si decideva, in sede di Giunta, senza necessità di regolamenti e provvedimenti, la cui indispensabilità non è sancita da alcuna normativa, di fare diventare cittadino onorario delle Egadi il prefetto Fulvio Sodano.

La proposta avanzata da alcuni consiglieri comunali delle Egadi, al sindaco dell’arcipelago, Lucio Antinoro, risale al 15 marzo scorso. Sodano il prossimo 20 maggio diventerà cittadino onorario delle Egadi dopo che nell’ordine lo è diventato di Erice e Marsala, anche in questi Comuni senza necessità di un regolamento. Un’altra richiesta è stata avanzata dalle associazioni di Castelvetrano al sindaco di quella città, Felice Errante, ma anche in questo caso l’amministrazione “batte la fiacca”. Lì il sindaco Errante ha avuto anche lui una infelice uscita, a dispetto del suo nome, parlando dei problemi del territorio ha sostenuto che “la mafia non è il primo dei problemi”. Matteo Messina Denaro super boss latitante poco tempo addietro ha dato ben altra dimostrazione, facendo bruciare la casa di un consigliere comunale che pubblicamente si era augurato di una immediata sua cattura. La cronaca dei fatti si conclude qui. L’unica chiosa fuori cronaca che voglio concedermi è quella di consigliare al prefetto Sodano di non accettare la cittadinanza onoraria che eventualmente, ma ne dubito, dovesse arrivare un giorno da Trapani…le cittadinanza onorarie per compiacere qualcuno non servono nella lotta alla mafia, per combattere Cosa nostra servono gesti costanti, continui, parole ferme e decise, lealtà e non finzioni o recite.

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