Salento, bloccato peschereccio che trasportava droga: indaga la procura antimafia
Le vie e i mezzi attraverso i quali la droga arriva nel Salento sono molteplici. Il mare, di certo, fa da trait d’ union tra le coste pugliesi e l’ Albania. Così può capitare che gli uomini della Capitaneria di Porto di Messina, a bordo del pattugliatore d’ altura “Nave Peluso”, intercettino a circa 16 miglia da Santa Maria di Leuca un peschereccio di provenienza siciliana. Il mezzo della Guardia Costiera svolgeva attività di vigilanza sulla pesca e di contrasto del traffico di migranti e stupefacenti. Il fatto che si trovasse in acque abbastanza distanti dal proprio comprensorio fa pensare a qualcuno che si tratti dell’ epilogo di un’ indagine che la Capitaneria di Porto siciliana stava portando avanti da tempo.
La linea di galleggiamento del peschereccio “Fortunata”, iscritto nel registro della marineria di Porto Palo di Capo Passero, in provincia di Siracusa, lasciava supporre che fosse carico di pesce. Ma quando gli uomini della Guardia Costiera sono saliti a bordo hanno scoperto che trasportava tutt’ altra merce. Ben 731 chili di marijuana contenuta in 43 sacchi. Il comandante e l’ equipaggio sono stati arrestati in flagranza: rispondono di traffico internazionale di stupefacenti. Sul mercato la sostanza illecita avrebbe potuto fruttare circa dieci milioni di euro.
Sul posto, nel giro di poco tempo, sono giunti numerosi mezzi del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Bari e della Capitaneria di Porto. Unità navali delle Fiamme Gialle e motovedette della Guardia Costiera sono arrivate anche da Otranto, Gallipoli e Taranto. Il motopeschereccio è stato così scortato fino a Gallipoli dove è stato messo sotto sequestro insieme al carico di droga dai militari della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. L’ ultimo porto in cui l’ imbarcazione ha attraccato è quello di Crotone, scalo tecnico imposto da una riparazione. A coordinare queste operazioni il Sostituto Procuratore di Lecce, Donatina Buffelli.
Toccherà alla Procura Antimafia accertare da dove il peschereccio si fosse rifornito del suo carico di morte e, soprattutto, a quale mercato fosse diretto.
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