Blitz antimafia Palermo – Canada: in manette il mandamento di Bagheria, decine di arresti
Vasta operazione antimafia dei carabinieri del Comando Provinciale di Palermo e del Ros che all’alba di oggi hanno azzerato i vertici mafiosi di Bagheria. Sono venti i provvedimenti cautelari nei confronti di persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, rapine, detenzione illecita di armi da fuoco, scambio elettorale politico mafioso e traffico internazionale di stupefacenti.
In carcere i capi storici della cosca ma anche il reggente e il cassiere del mandamento e i capi delle famiglie mafiose di Villabate, Ficarazzi e Altavilla Milicia. Dall’inchiesta, che è stata condotta con la collaborazione della Royal Canadian Mounted Police, è stata nuovamente riscontrata l’esistenza di un accordo tra Cosa nostra e la famiglia mafiosa italo-canadese dei Rizzuto.
Canada, scoppia la faida fra Cosa nostra e la ‘ndrangheta
L’altro volto del Canada (Lo speciale di Narcomafie)
Politica. Tra gli indagati anche un candidato della Lega Nord, si tratta del sindaco di Alimena, piccolo centro del palermitano, Giuseppe Scrivano, al quale è stata notificata poco fa un avviso di garanzia per voto di scambio. Dall’indagine, coordinata dalla Dda di Palermo, è emerso che alle ultime elezioni regionali, dell’ottobre scorso, Scrivano, che era candidato nella Lista Musumeci, avrebbe pescato nel bacino elettorale “vicino” a Cosa nostra per avere voti. Il tutto, secondo gli inquirenti, in cambio di denaro. Fra le curiosità emerse dall’indagine, una riguarda i “riti di affiliazione”. Esistono e sono ancora praticati per i “nuovi adepti”. Dentro Cosa nostra la cosiddetta “punciuta” è ancora il simbolo dell’ingresso ufficiale nell’organizzazione. Ed è ancora in uso la “presentazione agli anziani”. Da una intercettazione viene ricostruita una “lezione” che un uomo d’onore fa a un giovane spiegandogli come gestire coloro che non si “adeguano” ai comandi dentro l’organizzazione.
Sequestri. Stati sequestrati beni per oltre 30 milioni di euro. Si tratta di beni mobili, immobili e complessi aziendali tra cui locali notturni di Palermo, agenzie di scommesse, imprese edili e supermercati. «C’è un rinnovato interesse di Cosa nostra per il traffico di droga, ritenuto un business utile a riempire le casse dei clan» – ha detto il procuratore di Palermo Francesco Messineo commentando il blitz dei carabinieri. «Restano ferme – ha aggiunto – le attività estorsive che proseguono a tappeto».
Juan Ramon Fernandez – il ritratto di Salvo Palazzolo, in esclusiva per “Repubblica”. E’ un gangster cresciuto in Canada, alla corte del capomafia Vito Rizzuto. Si chiama Juan Ramon Fernandez: dopo essere stato espulso dal Canada, nell’aprile 2012, i carabinieri lo hanno seguito per mesi mentre si incontrava con il nuovo gotha della mafia di Bagheria. Ufficialmente, faceva l’istruttore di arti marziali in una palestra, in realtà progettava nuovi affari sull’asse Palermo-Montreal, soprattutto affari di droga.
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