NEWS

Roma: studenti si confrontano con le storie di sei donne antifasciste e antimafia

di Marta Silvestre* il . Lazio

Il ruolo delle donne nella resistenza antifascista e nell’antimafia. Lo scorso 4 maggio, alla Casa della Memoria e della Storia a Roma, ha avuto luogo una drammatizzazione a cura dei ragazzi e delle ragazze del Liceo “Benedetto Croce” , curata da Libera in collaborazione con il Museo storico della Liberazione, L’Anpi Roma e l’Unicoop Tirreno. All’origine del progetto, i cinque punti del manifesto “Radici nel futuro”.

L’antimafia e l’antifascismo, insieme, hanno a cuore la tutela di cinque parole e delle azioni che derivano: la libertà, parola che nel nostro Paese rimanda subito a una data ben precisa, il 25 aprile 1945, che rappresenta l’inizio delle lotte contro i soprusi e le violenze di ogni genere e che, in questo, si collega all’impegno quotidiano di Libera. La legalità, di cui è innanzitutto garante la Costituzione; il lavoro che è un elemento essenziale della dignità umana, specie quello in comune fra persone che, pur pensando in modo diverso, imparano a rispettarsi vicendevolmente anche in contesti che spesso ostacolano la diversità di pensiero. La memoria, perché non possiamo permetterci di dimenticare le storie, le voci, le testimonianze, i nomi, i numeri, le persone del nostro passato che formano il nostro presente e ci permettono di immaginare e costruire il futuro, continuando a resistere. La responsabilità, poiché ciascuno deve farsi personalmente carico, senza deleghe, di una parte dell’impegno consapevole e condiviso per migliorare la società, rendendola più giusta.

Questo è stato il filo rosso che ha aiutato i ragazzi ad orientarsi all’interno delle sei storie di donne, ribelli e resistenti. Tre donne dell’antimafia: Francesca Serio – la madre di Salvatore Carnevale -, Felicia Bartolotta – la madre di Peppino Impastato – e Saveria Antiochia – la madre di Roberto Antiochia. E tre donne dell’antifascismo: Carla Angelini, Maria Teresa Regard, Laura Lombardo Radice che, con una dolcezza inflessibile e una ostinata tenacia, hanno gettato le basi della legalità democratica con pratiche di lavoro comune, mettendo a rischio, ripetutamente, la loro vita.

Storie tragiche ma che acquistano un significato nuovo alla luce dell’amore dirompente – per un figlio o per il proprio Paese – che queste donne miti, ribelli e coraggiose, riversano per dare senso al dolore trasformandolo in azioni fruttuose, per chiedere giustizia e non vendetta, per non far morire la speranza e divenire messaggere di utopia. Queste donne riscrivono la struttura sociale fondandola non più su dinamiche di potere, violenza e sopraffazione, ma di possibilità di partecipazione consapevole e responsabile.

I ragazzi hanno, non solo potuto conoscere teoricamente queste storie, ma le hanno anche emotivamente vissute tramite la rielaborazione e l’interpretazione del testo Le ribelli di Nando dalla Chiesa e attraverso la lettura delle lettere scritte direttamente dalle donne partigiane.  Per tirare le fila del lavoro svolto, preziosi sono stati gli interventi conclusivi degli ospiti, coordinati da Gabriella Stramaccioni. Chiara Ingrao – figlia di Laura Lombardo Radice – è riuscita a coinvolgere tutti raccontando della madre, dell’amore prima per gioco poi per davvero che nacque fra i suoi genitori durante la resistenza. Carmela Rizzo ha condiviso  la storia della prima donna delle Madonie ad avere il coraggio di indossare pubblicamente i pantaloni, segno apparentemente semplice ma di una profonda portata rivoluzionaria. Questa donna, dirigente delle lotte contadine nell’occupazione delle terre in Sicilia e anello di congiunzione esemplare fra resistenza antifascista e lotta antimafia, era sua madre: Antonietta Profita. A concludere gli interventi è stato Vito Francesco Polcaro – il presidente dell’Anpi Roma – che ha sottolineato, con vigore, l’importanza di una costante collaborazione fra l’antifascismo e l’antimafia, indispensabile ieri come oggi.

 

 

Video a cura di Ludovica Ioppolo

Questa esperienza laboratoriale ha permesso di intessere una rete di legami a vari livelli che deve essere ben curata e portata avanti nel futuro. I ragazzi, soprattutto ma non solo, hanno avuto la possibilità di emozionarsi nell’interpretare queste storie che, altrimenti, forse non avrebbero mai nemmeno conosciuto e che invece adesso entrano a far parte del loro bagaglio personale di cittadini di questo strano Paese che dovrebbe sempre mantenere attiva l’attenzione alla memoria per stimolare l’impegno. Questa esperienza ha ricordato a noi tutti che si può ‘resistere’, che si possono creare nuove dinamiche, rompendo i cardini delle abituali consuetudini, e che ciascuno ha un ruolo insostituibile in questo, senza il quale rimarrebbe uno spazio vuoto, potenzialmente occupabile da altri che non sempre stanno dalla nostra parte.

 *  Marta Silvestre ha coordinato insieme a Consuelo Cagnati la Lettura  drammatizzata (a cura delle ragazze e dei ragazzi del Liceo “Benedetto Croce” di Roma)
La foto (clicca qui per vedere la Gallery) è a cura di Federica Tavera

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link