Lettera aperta ad un governo che vuole essere nuovo
Abbiamo un governo dopo 60 giorni di stallo: ed è un governo che vuole essere nuovo, ma che nasce sotto il segno del dramma. La sparatoria davanti a Palazzo Chigi con il ferimento dei due Carabinieri Francesco Negri e Giuseppe Giangrande, le intenzioni omicide dell’uomo che ha sparato, Luigi Preiti, che ha lucidamente detto d’essere andato davanti alla sede del Governo per uccidere dei politici, rivelano l’intensità della grave situazione sociale dell’Italia. Non era mai successo nella storia repubblicana; mai accaduto,neanche negli anni bui del terrorismo, che davanti a Palazzo Chigi e Montecitorio, uomini armati avesse sparato ad agenti delle forze di polizia per colpire le istituzioni, i politici.
Colpisce quindi la tempistica e la simbologia: colpire il potere, il Palazzo, questa volta non a parole, ma con i proiettili veri. E’ un salto di qualità impressionante. Simbolico. Quello di Preiti appare come un gesto isolato, di persona che è scivolato nella depressione e poi nella violenza con tutte le conseguenze psichiche che si possono riscontrare: ma, comunque sia, colpisce il gesto, oltre l’uomo. Preiti è disoccupato, con debiti di gioco, separato dalla moglie, tornato a vivere, solo, nella piana di Gioia Tauro, dopo esser vissuto in Piemonte per anni, dove risiede ancora la moglie dalla quale era separato e che non vede da mesi.
Ma il gesto è inequivocabile: nella sua persona l’attentatore racchiude alcuni dei problemi più gravi del nostro paese. Senza lavoro,uno dei tanti senza prospettive, Preiti a 46 anni è tornato al punto di partenza, dagli anziani genitori,dopo essersi perso nelle Slot Machine , nei bar e nei debiti. Muratore senza lavoro,ha sfogato contro la politica la sua impossibilità di futuro. Rappresenta la deriva di chi è scivolato ,più o meno lentamente, ai margini della società, senza sapere come uscire dalla propria condizione, se non con il gesto disperato e folle, per quanto lucido.
Ha sparato a due persone, due Carabinieri feriti in modo grave,almeno nel caso di Giangrande: persone che lavorano spesso alle prese, in prima fila, con la disperazione della gente che contro di loro (lavoratori dello Stato),sfoga direttamente la propria rabbia. Due agenti che facevano il loro lavoro,di domenica, per assicurare la regolarità dell’insediamento del nuovo governo presieduto da Enrico Letta: quel governo dal quale ci si attende,subito, di veder risolti alcuni gravi problemi che toccano la società italiana. Disoccupazione, cassa integrazione in scadenza, giovani senza lavoro, la speranza per il futuro che in questi mesi è diventata spesso disillusione.
Ma per dare slancio ai giovani,per una economia che possa puntare, cambiando anche le proprie fondamenta,a riportare l’Italia tra le democrazie vincenti del nostro pianeta, bisogna necessariamente eliminare corruzione e malaffare, evasione fiscale e falsi in bilancio, mafie e criminalità nell’economia . La sfida è aperta: ed è un passaggio che chiediamo al nuovo governo di affrontare di petto ed al più presto. Perché non si può risolvere il problema di disoccupazione e di aziende che chiudono, se non si recuperano le risorse sottratte alla società dall’economia illegale,dalla corruzione e dalle mafie. Sono loro da spremere, perché chi lavora e vive legalmente non può dare più di quanto ha già dato. Il primo ministro Enrico Letta è un “braccialetto bianco”, Nunzia de Girolamo, ministro delle risorse agricole è un “braccialetto bianco” così come il ministro della pubblica istruzione Maria Chiara Carrozza; Dario Franceschini,ministro dei rapporti con il Parlamento,è anche lui “braccialetto bianco”.
Sono ben quattro i ministri aderenti a “Riparte il futuro”. Dopo tante attese e con più di due mesi passati invano senza che nessuno dei Parlamentari impegnati contro la corruzione potesse fare alcun che per mantenere la promessa presa, ora si deve cominciare sul serio a cambiare la legge sulla corruzione. Perchè mancano 59 giorni alla scadenza dell’impegno preso, cioè di cambiare quella legge entro 100 giorni dalle ultime elezioni. Due mesi in cui questi quattro ministri e un terzo del parlamento dovranno fare di tutto per concretizzare quanto hanno promesso di fronte a 180.000 cittadini che hanno firmato e sostenuto questa campagna.
Vorremmo che, sin da questi primi passi, questo fosse un governo di cambiamento per l’Italia,attanagliata da una crisi economica e sociale che ha pochi precedenti. La sofferenza di chi ha perso il lavoro o è in Cassa Integrazione , la rabbia di chi,soprattutto giovani, non trova lavoro, hanno bisogno di un governo che traghetti l’Italia verso un modello di vita che assicuri lavoro,solidarietà ed un futuro che dovrà essere ,per forza, diverso dal passato. Chissà che la speranza delle centinaia di migliaia di persone che hanno firmato l’appello “Riparte il Futuro”, trovi risposte positive, affinchè il rafforzamento e completamento della legge contro la corruzione, trovi completamento nel programma del nuovo governo.
Perché contempli anche più strumenti alla magistratura ed agli inquirenti nelle indagini, soprattutto patrimoniali, sui boss mafiosi: contro gli arricchimenti illeciti,le compromissioni criminali tra mafie e politica, contro il riciclaggio di denaro sporco, per rafforzare e togliere gli attuali vincoli, alla legge sulla confisca dei beni ai corrotti e mafiosi. Chiediamo che questo governo non dimentichi che per l’Italia, uscire dalla crisi, significa anche riprendersi i patrimoni che i mafiosi hanno sottratto ai cittadini. Il presidente Napolitano ed il nuovo Presidente del Consiglio Enrico Letta, conoscono queste battaglie che sono di tutta quella parte di Italia che chiede a gran voce di poter vivere in un paese “normale”, senza evasione fiscale, senza mafie, senza corruzione; ma anche senza conflitti di interesse e leggi “ad personam”, dove ogni cittadino è uguale davanti alla legge, senza distinzione di censo e di appartenenza sociale, come recita la Costituzione.
Al nuovo governo chiediamo il coraggio di sentire queste voci, quelle dei 150mila che a Firenze sono sfilati il 16 marzo scorso nella “Giornata della Memoria e dell’Impegno” contro le mafie che Libera ha promosso per il 18° anno. Sono le voci dei giovani che chiedono speranza e certezze per la legalità e delle famiglie delle vittime delle mafie che chiedono Verità e Giustizia; per loro e per tutti noi. Aspettiamo risposte, sapendo che è un governo di coalizione con un partito, il PdL di Berlusconi, che per 20 anni ha perseguito altri obiettivi e difeso altri interessi. Ma è una sfida che lanciamo, anche al PdL per dimostrare di voler cambiare proprio quegli obiettivi e quegli interessi. Anche per fermare la deriva pericolosa rappresentata di chi , questa domenica, ha insanguinato la piazza di Palazzo Chigi, chiarendo drammaticamente quali sono le emergenze del Paese.
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