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Rassegna stampa 26 aprile 2013

il . Rassegne

Sul portale del  Sole24Ore, il giornalista Roberto Galullo, dedica  un approfondimento al percorso “Carte in regola. Etica professionale e responsabilità civile” realizzato dalla Commissione di Contrasto alle Mafie e alla Corruzione del Cup di Modena, con la Fondazione Libera Informazione e Libera. Galullo analizza i diversi interventi, contro corruzione e mafie, messi in campo dal Cup e  intervista, Beatrice Fonti, consigliere dell’Ordine degli Ingegneri di Modena e coordinatrice della Commissione di contrasto alle mafie e alla corruzione del Cup di Modena.

Beatrice, scrive Galullo, “è nata a Bovalino, in provincia di Reggio Calabria, 50 anni fa. La sua laurea in Ingegneria, però, l’ha messa davvero a frutto a Modena, dove si è trasferita nel ‘94 dopo che mani ignote avevano deciso di mandare a fuoco alcune proprietà familiari e dopo che le cosche avevano ammazzato Giuseppe Tizian, marito di sua sorella e padre di Giovanni, il collega giornalista che della lotta alle mafie ha fatto uno stile di vita al punto da vivere sotto scorta per le minacce”. Nell’intervista la Fonti spiega “Sicuramente Modena è un territorio dove certi fenomeni era difficile conoscerli e comprenderli. Le Istituzioni e il mondo della politica avevano sempre negato il fenomeno mafie. Eppure se c’è un guadagno facile certe domande i professionisti avrebbero sempre dovuto porsele. Ho sempre guardato agli ordini con un certo distacco ma ho capito che le cose bisogna cambiarle dall’interno”.

E di infiltrazioni criminali in Emilia – Romagna scrive proprio Giovanni Tizian,  su L’Espresso oggi in edicola, nell’articolo “Ai casalesi piace il sisma”. Una ditta che ha già “intascato milioni a L’Aquila”, ora è bandita dall’Emilia. Il sospetto è che sia “vicina ai clan”. Non solo. Il centro – Italia  è da anni nel mirino della camorra. In Toscana, spiega una inchiesta de L’Espresso dal titolo  “Le mani sulla città transitano gli affari del boss Iovine, che per partecipare alle gare d’appalto ha “bisogno” di “imprese del Nord”. E quindi, nella regione,  crea la “base” per fondare  imprese di copertura e per le latitanze.

Dalla Toscana di oggi alla Sicilia degli anni’90. L’articolo pubblicato  da “Il Fatto Quotidiano”  ( a pagina 10) firmato dai  giornalisti Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza, rilancia una intervista del collaboratore di giustizia, Gaspare Mutolo (già pubblicata da Antimafiaduemila), che a distanza di vent’anni dall’inizio della sua collaborazione con la giustizia, accusa l’ex pm di Palermo, Giuseppe Ayala, affermando: “Ayala? – “Aveva il vizio del gioco, chiedeva soldi, comprava la droga. Al maxi – processo per me ha chiesto 25 anni e per il mio capo mandamento solo 10 anni. Questo lo vedo come un favore fatto a Gambino (Giacomo Giuseppe Gambino, detto “u tignusu”, ndr). Ayala respinge le accuse al mittente e minaccia denuncia per calunnia contro Mutolo, aggiungendo “Non ho mai preso droghe, non ho mai avuto il vizio del gioco e oggi non ricordo quella richiesta di pena, sono passati 25 anni, ma questa storia non mi piace, ci dev’essere qualcosa dietro”. E restiamo in Sicilia, con le notizie che arrivano, dal fronte No Muos a Niscemi, con l’articolo di Repubblica Palermo che, come altri quotidiani dell’Isola, segue  le proteste degli attivisti. Nonostante lo stop da parte della Regione Siciliana, infatti,  i lavori per l’istallazione del nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari della Marina militare degli Stati Uniti d’America, considerato nocivo per la salute dei cittadini, continuano.

Giustizia, corruzione e politica. In attesa del nuovo Governo o meglio “Governissimo”  il Messaggero mette a confronto le politiche dei due Poli sui temi della giustizia. Mentre “La Stampa” si concentra sul Toto-ministri, per il posto di Guardasigilli con un articolo dal titolo “Giustizia, Severino dice No a sorpresa spunta Vietti”.  

Sul “Giornale di Sicilia” le dichiarazioni di Antonio Ingroia in merito al probabile trasferimento al procura di  AostaL’ex pm di Palermo afferma “Prima di prendere qualsiasi decisione, attendo il Tar”

Infine:  la corte d’Assise di Salerno, conferma 30 anni in Appello a Danilo Restivo, per l’omicidio della giovane Elisa Claps. La notizia sul  “Corriere della Sera”.  Mentre in Puglia, il portale  Foggiatoday.it  pubblica un articolo sull’intimidazione  contro il “Laboratorio di Legalità Francesco Marcone”.

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