Trapani, le “grandi opere” insicure e la convivenza con la mafia
L’inchiesta di Rino Giacalone – Ventidue agosto 2001, nello scenario della Versiliana, a Marina di Pietrasanta, provincia di Lucca, sul palcoscenico della famosa rassegna d’arte e letteratura, l’allora ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi esordisce: « La mafia e la camorra? Ci sono sempre state e sempre ci saranno. Dovremo convivere con queste realtà». Qualche anno dopo il ministro Pietro Lunardi, sempre titolare delle Infrastrutture, arriverà a Trapani, sopralluogo presso il cantiere per la costruzione delle nuove banchine del porto. Siamo nell’estate del 2005, qualche settimana ancora e a Trapani arriveranno le barche del “circo” della Coppa America, per gli acts della Louis Vuitton Cup. Quando per le sue dichiarazioni Lunardi fu attaccato, rispose che era stato frainteso, e che voleva dire che non era con il blocco degli appalti che si poteva risolvere il problema della infiltrazione delle mafie nelle opere pubbliche, e che semmai la ricetta era quella di fare in fretta gli appalti una volta banditi, procedure di assegnazione e realizzazione super veloci. Trapani provò subito la “ricetta” del “fare in fretta”. Per allestire in tempo il porto per la Louis Vuitton Cup il Governo Berlusconi varò per la prima volta un decreto che introdusse un termine che verrà usato anche in altre occasioni, “grandi eventi”. Il decreto affidò alla Protezione Civile l’esecuzione delle opere, nel caso di Trapani appalti per oltre 100 milioni di finanziamenti, stabilì, lo stesso decreto, che nelle more della definizione delle procedure autorizzative, gli appalti intanto potessero avere inizio, la Protezione Civile avrebbe garantito le regolarità dei progetti e delle relative esecuzioni. Otto anni dopo non solo il decreto si è dimostrato essere un flop, non si è fatto in fretta e le banchine oggetto del sopralluogo di Lunardi non sono ancora oggi pronte e disponibili, ma si scoprirà che l’unica “ricetta” a funzionare è stata quella della “convivenza” con le mafie come auspicato dal ministro Lunardi. Proprio in quel cantiere, ma anche negli altri attorno, la mafia trapanese ha affondato le sue mani, e c’erano i rappresentanti dei capi mafia anche quel giorno ad accogliere il ministro Lunardi, assieme a prefetto, Giovanni Finazzo, ai politici, senatore Antonio D’Alì, allora sottosegretario all’Interno, sindaco di Trapani, Girolamo Fazio.
C’era per esempio l’imprenditore Nino Birrittella che mesi dopo racconterà quella giornata: lui che nel frattempo aveva ammesso di avere fatto parte della cupola mafiosa cittadina. Insomma la convivenza si era materializzata. Oggi dopo una serie di sentenze emesse dal Tribunale di Trapani che nel frattempo hanno raccontato una infinita serie di malefatte mafiose negli appalti della Coppa America “in salsa trapanese”, arriva l’ulteriore conferma dell’infiltrazione, con il sequestro dei beni agli imprenditori maggiormente impegnati proprio nella costruzione di queste nuove banchine, i Morici, Francesco e Vincenzo, padre e figlio, titolari della “romana” Coling, impresa che si aggiudicò in associazione con altre, l’esecuzione di queste, come di altre maxi opere pubbliche a Trapani. Una storia che in questi giorni è stata ampiamente raccontata a seguito dell’operazione Corrupti mores e rispetto alla quale si sta anche assistendo a diatribe, scambiate a colpi di comunicati stampa e di lettere giunte in Questura, che fanno anche sorridere:, le diatribe più illustri sono quelle insorte tra due alleati che erano tali al tempo della Louis Vuitton Cup, il senatore D’Alì e il sindaco Fazio, tutti e due pidiellini, con Fazio, ora deputato regionale, dopo 10 anni passati da sindaco della città, impegnato anche a dire in quegli anni che ” la mafia esiste perché c’è l’antimafia”, cosa che fa il paio con le dichiarazioni di suoi predecessori che davanti ai morti ammazzati dicevano che la mafia non esisteva. E se il sen. D’Alì ricorda che a testimoniare la limpidezza degli appalti è stato anche l’ex sindaco Fazio, questi invece ha colto l’occasione per segnare una ulteriore presa di distanza dal suo antico mentore , senatore D’Alì. Fazio vuole togliersi dalla schiera di chi difende D’Alì, ma nella sostanza tutti e due si ritrovano a dire quasi di non sapere nulla di quegli appalti e di non conoscere i due Morici, padri e figlio. Questa in particolare sembra essere la strada che sta “battendo” l’ex sindaco Fazio.
Un veloce ripasso. I lavori a “Ronciglio” (nuove banchine portuali). La gara per la costruzione delle banchine di Ronciglio, il 5 gennaio 2005 veniva aggiudicata con un ribasso del 9,11% all’A.T.I. composta da “Società Italiana Dragaggi S.p.A.”, “I.R.A. Costruzioni Generali s.r.l.”, “Cooperativa San Martino Soc. Coop.”, “Dredging International NV”, “COLING S.p.a.” e “ICEL di Argenteriere Piuma Antonio s.a.s.”. L’imprenditore Birrittella ha così riassunto i fatti: “In particolare ricorda di un colloquio con l’ing. MORICI Vincenzo della società COLING in occasione della richiesta da parte di quest’ultimo di un preventivo per la fornitura di ferro relativa all’esecuzione dei lavori di appalto per la realizzazione del molo Isolella e della nuova diga foranea. In tale circostanza il BIRRITTELLA informò il MORICI che anche altre imprese gli avevano chiesto preventivi per lo stesso appalto e questi, in risposta, lo invitò a non rilasciare preventivi a nessun altro affermando testualmente: “per il rapporto che mio padre ha con il senatore D’ALI’ puoi stare certo che l’appalto sarà aggiudicato a noi”. Il MORICI mi spiegò anche che la gara sarebbe stata effettuata sulla base di alcuni indicatori la cui valutazione era discrezionale, quale il tempo si esecuzione delle opere e le soluzioni tecniche e logistiche di attuazione”. E aggiunse “che di tali circostanze era informato anche PACE Francesco (capo mafia ndr), il quale aveva manifestato interesse per gli appalti connessi all’America’s Cup dicendo che, a causa del prevedibile controllo delle forze dell’ordine, occorreva essere particolarmente accorti nelle richieste di pagamento del pizzo e nell’imposizione delle forniture”. Tutto alla luce del sole tanto che il titolare della Sidra un giorno affrontò Birrittella lamentandosi dei Morici, dicendo: “questo è un regalo del senatore D’ALI’”.
Ma nel provvedimento Corrupti mores si parla anche di altri appalti. Litoranea di Trapani per esempio. Con i “grandi eventi” non c’entra nulla. Non c’entra con la vigilanza della Protezione civile e della prefettura che ci fu per i lavori in funzione della Coppa America. E’ un appalto del Comune di Trapani. All’incirca 3 milioni di lavori. Un appalto fuori legge per alcuni aspetti tanto che esiste un rapporto giudiziario dove risultano citati come denunciati Francesco e Vincenzo Morici ma anche Paolo Contini, Ugo Testa e Pietro Costa, i primi due imprenditori titolari dell’omonima impresa che assieme alla Sidra si aggiudicò i lavori, con un ribasso di circa il 20 per cento, Contini e Testa direttori dei lavori, Costa responsabile contabile dell’appalto. Frode e falso le ipotesi di reato che possono tradursi anche in soldoni, circa 500 mila guadagnati così di colpo dall’impresa realizzatrice dei lavori. Ma tra le ipotesi di accusa c’è anche il danneggiamento di un luogo storico. Tutto accaduto, come per la Louis Vuitton Cup, alla luce del sole, davanti agli occhi di tutti. Per i lavori alla litoranea l’impresa avrebbe dovuto utilizzare un pontone quando ad un certo punto, per la rimozione delle vecchie scogliere e la collocazione delle nuove, i lavori, sul mare, fossero giunti ad una certa distanza dalla costa e toccato fondali di due metri, ed invece l’impresa è andata avanti oltre i limiti fissati dal capitolato (i sub della Polizia eseguirono controlli che dimostrarono come le ruspe continuavano a lavorare anche quando i fondali erano di quasi 4 metri, e in assenza di pontoni o bettoline di appoggio) creando una striscia di terra in mare (circostanza per la quale esisteva un preciso divieto, divieto in forza del quale l’ing. Testa aveva tempo prima negato la richiesta in tal senso avanzata dall’originaria impresa risultata vincitrice dell’appalto) per fare passare la ruspa, di fatto provocando un fenomeno di inquinamento. I lavori per come furono mal condotti dapprima provocarono per molti giorni il diffondersi di un forte fetore nella zona, proprio dietro il Palazzo del Municipio e la Questura, poi alcune mareggiate, nemmeno tanto violente, causarono fratture sulle antiche mura e il crearsi di una voragine nei pressi del parcheggio riservato alle auto dei dirigenti dell’amministrazione municipale. I guai erano lì, si potevano vedere e toccare con mano, ma non vi furono proteste particolari, anzi Comune e imprese assieme furono viste correre ai ripari. Le intercettazioni hanno tradito la perfetta conoscenza che i direttori dei lavori avevano del fatto che i lavori laddove dovevano essere eseguiti con l’impiego di pontoni invece venivano condotti in assenza degli stessi. MORICI: siccome il tutto si concretizzera’ nell’avanzamento di tre quattro metri… rispetto alla… alla boetta che identifica il varco… CONTINI : si… MORICI :completiamo?… oh… Contini: ma guarda… ti dico subito… in linea di massima per me potrebbe andare bene… il solito problema se li’ davanti comunque abbiamo piu’ di due metri… mi pare..qualcuno potrebbe venire a fare la misura e romperci in generale… a noi… Morici: abbiamo fatto trenta facciamo anche trentuno… insomma…”. Contini (ridendo): va bene… non e’ questo… facciamo quarantotto… va bene… e…e… in linea di massima va bene…”. Vincenzo Morici poi in altra fase è stato intercettato a riferire all’armatore del “pontone” il contenuto di una telefonata ricevuta dal sindaco Fazio mentre questi si trovava in vacanza in Egitto: “… eh… ad Aprile ci sono le elezioni qua amministrative, il sindaco è super infervorato… si ricandida e mi ha… e mi ha telefonato dall’Egitto per dirmi: “mi raccomando porta subito il pontone” . Insomma non era cosa del tutto sconosciuta il fatto che l’impresa stesse lavorando senza l’ausilio del pontone ritenuto necessario dal capitolato. Pontone che fu pagato all’impresa come se fosse stato preso regolarmente, la Squadra Mobile nel rapporto di denuncia per le malefatte ha quantificato l’illecito guadagno per l’impresa Morici, superiore ai 500 mila euro.
Funivia tra Trapani ed Erice. Anche questa una gara pilotata a favore dell’impresa Morici, in questo caso i due imprenditori attestarono la loro presenza attraverso la romana Coling, in associazione di imprese con la Leitner. Anche in questo caso tutto palesemente alla luce del sole, addirittura ci furono politici, come l’allora sindaco di Erice Ignazio Sanges, che sarebbero stati messi a conoscenza che i Morici erano destinati a prendersi l’appalto e per questo si congratulavano anzitempo, Coppola è stato intercettato a dire a Morici che ne doveva andare a parlare con il senatore D’Alì, l’ex vice presidente della Regione Bartolo Pellegrino che avrebbe voluto fare costruire all’Ast alla Funivia anche lui ad un certo punto avrebbe preso atto che l’accordo era stato diverso. Ma ciò che è incredibile è il fatto che per guadagnarci ulteriormente non si è data molta attenzione alla circostanza che l’opera comunque andava costruita rispettando in pieno le esigenze di sicurezza. Anche in questo ambito si è voluto “guadagnare”. Il racconto è dell’imprenditore Nino Birrittella, la Funivia di Erice ha meno ferro di quello che serviva. BIRRITTELLA: Per quanto riguarda la funivia ……, la galleria di Favignana, questa è stata appaltata dal gruppo MORICI COLING…., che fa capo all’imprenditore MORICI Francesco. Questa gara, ritengo con sufficiente sicurezza che sia stata pilotata in quanto io avevo rapporti di amicizia con due funzionari della Provincia di Trapani, il GIACALONE Vito e ORLANDO Sebastiano, i quali mi dettero questa confidenza che questa gara era stata cosiddetta “appaltata” per favorire il MORICI. So per certo che il MORICI ha dato e comunque ha riconosciuto delle somme di denaro ai due funzionari per averlo favorito in questo tipo di condotta, cioè per avergli consentito di effettuare, di appaltarsi la gara. Ho anche avuto contezza che per la fornitura ……, io ho fatto la fornitura di acciaio tondino che dal ….. P.M.: Acciaio? BIRRITTELLA: Tondino, che da un INCOMPRENSIBILE P.M.: Acciaio ..? BIRRITTELLA: Acciaio Tondino … per fare … che era … da un iniziale ipotetico 100 tonnellate, ne abbiamo poi di fatto messo la metà, e effettivamente …… P.M.: Però l’avete fatturato … BIRRITTELLA: Bravissimo. Con la rimanente parte il MORICI, ricordo per circa 200 milioni, quell’anno ho fatto ….., ho fatto …… le fatture a coprire la metà del ferro che me l’hanno impiegato. E quindi già questo presuppone che chiaramente c’era la responsabilità dell’Ufficio della Provincia che ha dato questa ….., questa… per cui di questa ha contezza, e poi perché ripeto il MORICI su circa 100 tonnellate di ferro che si doveva utilizzare, ne hanno impiegato forse la metà, e l’altra metà, per un equivalente ricordo di circa 189-200 milioni, li abbiamo fatturati per ….., con destinazione ai cantieri. Ma non solo, alla fine del cantiere mi restituì pure del ferro indietro, per cui penso, che da quello che il compratore originario ne avranno messo la metà. Per quanto riguarda le cose di mia conoscenza, il cemento. Poi, sicuramente, al cemento ….., scusi il ferro, al ferro sarà seguito il cemento e altre cose”.
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