Latina, organizzazione favoriva immigrazione clandestina
La Squadra Mobile di Latina ha sgominato un’organizzazione criminale del capoluogo pontino che agevolava l’immigrazione clandestina di stranieri di nazionalità indiana. Dalle prime ora dell’alba gli uomini della Questura hanno provveduto a eseguire undici ordinanze di custodia cautelare una delle quali in carcere. A capo del gruppo, che agiva ormai da oltre un anno un avvocato del foro pontino, Alessandro Verrico, 37 anni, il quale in cambio di cospicue somme di denaro, avrebbe fatto entrare illegalmente in Italia centinaia di cittadini stranieri, per lo più indiani, fornendo loro documentazione falsa per assunzioni fittizie e finti ricongiungimenti familiari. Un giro di affari che secondo le stime degli inquirenti si aggirerebbe intorno ad centinaia di migliaia di euro, attività nella quale sono coinvolti anche un poliziotto già sospeso dal servizio in passato per una vicenda analoga, una ragioniera, due dipendenti dello Sportello unico per l’immigrazione di Latina, alcuni imprenditori agricoli e due intermediari di nazionalità indiana.
Sono tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina e falso documentale mentre l’avvocato e il dipendente del Sui devono anche rispondere di corruzione. L’indagine, coordinata dal sostituto Daria Monsurrò della Procura della Repubblica di Latina, aveva preso il via in seguito alla denuncia di una dipendente dello Sportello Unico che segnalava un falso nulla-osta rilasciato ad un cittadino indiano. Grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali è stato quindi possibile ricostruire le modalità attraverso le quali il gruppo, che aveva come base operativa lo studio dell’avvocato Verrico, agiva. Il compenso per il professionista variava a seconda del documento falso fornito da mille a settemila euro: la prima tranche veniva versata in India ad un intermediario locale e la seconda all’ottenimento del nulla osta che veniva spedito o consegnato a mano da un corriere. Per quanto riguarda invece i datori di lavoro compiacenti, si prestavano per chiedere in maniera fittizia manodopera in cambio di tremila euro per ogni singolo lavoratore mentre la ragioniera falsificava i documenti per il rilascio del nulla-osta e i due dipendenti dello Sportello Unico agevolavano l’iter per il rilascio del nulla osta; alcuni intermediari indiani erano addetti al reclutamento di stranieri nel Paese di origine.
Attraverso questo consolidato sistema sarebbero entrati in Italia centinaia di cittadini extracomunitari. Oltre alle undici persone colpite da ordinanza di custodia cautelare (delle quali soltanto l’avvocato è in carcere mentre gli altri sono agli arresti domiciliari) si sono altre nove persone di nazionalità sia italiana che straniera. La posizione di tutti ora è anche al vaglio della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, autorità giudiziaria competente in materia di associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina.
Libera Informazione ha realizzato nelle settimane scorse un reportage sulla situazione dei lavoratori indiani a Latina – a cura di Valentina Leone /I
– Il rapporto sul Caporalato a cura della Flai – Cgil – Osservatorio Placido Rizzotto
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