“Amunì” a Firenze con Libera
A Firenze alla Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie il 16 marzo scorso, fra i 150 mila partecipanti, c’erano anche loro: i 14 ragazzi siciliani, beneficiari di un progetto a cura degli Uffici dei Servizi Sociali per i Minori (USSM), in collaborazione con l’Associazione Libera. Amunì , la cui traduzione dal siciliano è “Andiamo”, è un percorso di partecipazione e co-responsabilità, che – ci racconta Andrea, 18 anni – coinvolge «ragazzi che hanno avuto problemi con la legge nella minore età. Ci sono degli operatori (assistente sociale, psicologo, …) che si prendono in carico questi ragazzi per far capire loro cos’è veramente la mafia». Tra i 16 e i 20 anni, tutti provengono dall’area penale esterna di Palermo, affidati cioè dal Tribunale della sorveglianza ai Servizi Sociali, e dunque a famiglie o comunità, per scontare una parte o tutta la pena detentiva fuori dal carcere, al fine di facilitare il reinserimento nella società civile, risparmiando loro l’ambiente carcerario.
«Io faccio parte del progetto dal 2011, ed ho già partecipato alla Giornata della memoria dell’anno scorso a Genova, una belissima esperienza, tanto che quando mi hanno proposto di venire anche a Firenze, ho subito accettato!». Andrea è un bel ragazzo sorridente, alto, occhi schietti e taglio alla moda. Sicuro di sé, non ha esitazione a parlare della natura del progetto, dell’argomento mafia e della percorso di educazione civica da lui intrapreso e che volge quasi al termine. «Ogni anno Libera e l’USSM organizzano eventi e incontri, per consentire ai ragazzi di capire certe realtà. Siamo andati a Portella della Ginestra dove sono stati uccisi dei contadini dal bandito Salvatore Giuliano, e a San Giuseppe Iato dove è stato ucciso il piccolo Giuseppe Di Matteo – dove oggi sorge il Giardino della Memoria (NdR). Abbiamo visto il documentario Io ricordo, con le interviste a tutti i familiari delle vittime di fatti mafiosi, e alcuni li abbiamo anche incontrati». «All’inizio del percorso – prosegue Andrea, sotto gli occhi dei suoi compagni di viaggio, che ascoltano partecipi – non avevo un’idea chiara di cos’è la mafia: per me la mafia non era poi così cattiva, poi studiandola a fondo e nei dettagli, ho appreso che sono state uccise tantissime persone, anche donne e bambini innocenti senza aver fatto nulla di male, ed ho capito che la mafia è davvero una montagna di m…». Peppino Impastato oggi rivive nel volto e nella voce di questo diciottenne siciliano di Trapani.
«Tutta l’Italia pensa “la Sicilia è uguale alla mafia”, ma non è così, non siamo tutti così. È vero, c’è la mafia in Sicilia, ma come c’è in Sicilia, c’è in tutta Europa e in tutto il mondo. Io finirò quest’estate a giugno, e spero di continuare a partecipare con Libera e con l’USSM, per vivere altre belle esperienze e conoscere tante altre persone. Una cosa è certa… La strada è sempre quella: tutto tranne la mafia».