Rassegna stampa 19 marzo 2013
“In nome del mio popolo non tacerò”. Questa la frase che meglio racchiude il pensiero del parroco di Casal di Principe, ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994, Don Peppino Diana. Oggi in Campania tante iniziative, lanciate già ieri sui principali giornali locali, da Repubblica Napoli (II) al Corriere del Mezzogiorno, al Mattino di Napoli. Memoria e impegno che si fanno cultura e formazione continua anche per la città di Catania e per il giornalismo. Firmato ieri, infatti, come scrive il giornalista de La 7 sul blog del “Fatto quotidiano” l’accordo fra la Fondazione Fava e il Miur per un percorso di studio e approfondimento su Giuseppe Fava e il suo impegno culturale e antimafia.
E la memoria si fa concreta anche nelle aule di giustizia con sentenze e processi, come quello che ieri ha confermato le condanne per l’omicidio del giovane Di Matteo per i boss di Cosa nostra. Giuseppe, una passione per i cavalli e una vita da vivere, venne ucciso per ritorsione contro il padre, il collaboratore di giustizia, Santino Di Matteo. La notizia su “Il Fatto Quotidiano” e “PalermoReport”.
Una fatto, quello dell’omicidio Di Matteo, che porta agli anni bui della lotta antimafia, quelli più difficili, vent’anni fa. Gli stessi della strage di Capaci. E proprio dalle pagine del “Corriere della Sera” la vedova dell’agente Schifani, citata dall’ex procuratore antimafia Grasso durante il suo insediamento alla presidenza del Senato il 16 marzo scorso, ha commentato «Io dicevo allora che la mafia era tra di noi, che c’era anche in quella Chiesa, che quello Stato non era credibile. Riproponendo le stesse frasi, Grasso ci ha dato ragione. Ed è un modo per cominciare a fare pulizia. Come si fa a non capire?». L’articolo è a firma di Felice Cavallaro.
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