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“Per amore del mio popolo non tacerò”

di Fabrizio Feo* il . L'analisi

Oggi è il diciannovesimo anniversario dell’assassinio di don Peppe Diana, parroco di Casal di Principe,  ucciso dalla camorra. Il parroco del “Per amore del mio popolo non tacerò”. L’assassinio di un sacerdote- che seguì di un anno quello di don Puglisi , a Palermo-  oggi  ricordato dalla Rai, da Casal di Principe, nel diciannovesimo anniversario del suo sacrificio ,con una diretta di Raitre nel corso di “Buongiorno Regione” della TgR e alle 14, con una puntata di 30 minuti a RadioTre. Bene. Ma l’informazione sui fenomeni mafiosi non può essere l’appuntamento delle ricorrenze, tragiche, nè la contabilità degli arresti o delle operazioni delle forze di polizia , oppure dei delitti . E non può essere  limitata a giornate eccezionali ed emozionanti come quella del 16 marzo appena trascorso, centocinquantamila persone in piazza tra le quali centinaia di parenti delle tantissime vittime innocenti della criminalità organizzata. Certo , ci si accontenta anche di questo , quando si considera che in certi giornali e telegiornali l’informazione su questo tema  è dimenticata annullata o ridotta a routine, vissuta con fastidio- con una manifestazione di ignoranza senza uguali, visto il peso e la ricaduta che le organizzazioni criminali hanno per la vita quotidiana in ogni suo aspetto, per l’economia del Paese.

Di mafia si parla quasi sempre in occasioni eccezionali, si dà poco spazio ad una riflessione più profonda e ragionata e quindi più vicina alla conoscenza delle organizzazioni criminali: ne era convinto Giovanni Falcone, che proprio per questo, sette mesi prima di essere assassinato da Cosa Nostra nell’attentato di Capaci ,aveva messo in cantiere con Alberto La Volpe e la squadra dei cronisti della cronaca del Tg2 “Lezioni di mafia”, un programma in sei puntate che il magistrato avrebbe dovuto condurre in studio proprio con il direttore del Tg2. Un “Virgilio” d’eccezione , un programma importante per la Rai , Servizio pubblico, che voleva così promuovere la conoscenza ,la comprensione, mantenere viva l’attenzione, mobilitare le coscienze. Purtroppo la poltrona preparata in studio per lui rimase vuota. Un mese prima della messa in onda Falcone fu assassinato.

Venti anni dopo la Rai ha proposto con Rai Storia un programma chiamato ancora una volta “Lezioni di mafia” , raccogliendo il testimone, l’idea di Falcone e del Tg2, rinnovando un impegno a informare su fenomeni criminali che assediano il Paese e ne ipotecano il futuro e lo sviluppo. Stavolta a condurre i telespettatori nel labirinto delle regole e della vita quotidiana , dei meccanismi di governo, dei delitti, di Cosa Nostra, degli intrecci tra stato e mafia c’era Pietro Grasso , oggi presidente del Senato, allora Procuratore Nazionale Antimafia. Dodici puntate per spiegare perché , come spesso ripete Pietro Grasso, “senza il consenso la mafia non esiste” .

E che sia fondamentale – e vincente – spezzare il consenso con un’informazione costante, in profondità, creare consapevolezza, non lo pensa solo Pietro Grasso, lo pensava Falcone, ma anche don Peppino Diana , che “per amore del suo popolo” ha testimoniato questo impegno, senza esitazioni, costantemente, trascinando i giovani di Casal di Principe e del casertano, finendo col diventare una minaccia per la camorra, che lo ha ucciso . Di recente la Direzione Generale della Rai ha richiamato le testate ad una maggiore attenzione su questi temi. Non doveva essere necessario un richiamo , ma meglio così.L’attenzione è un po aumentata , quasi dappertutto. Ma perchè ci sia attenzione a questi temi-  visto che in Italia la criminalità organizzata la respiriamo dall’economia alla politica, dalla gestione dei servizi al mercato ortofrutticolo, dai tribunali agli ospedali- quello che deve cambiare è l’attenzione al Paese reale. Che non è quello dei Palazzi. Non è fatto di rumori e voci urlanti , ma di comprensione dei problemi,racconto, spiegazione. E si deve dare questa attenzione tutti i giorni .  E se ci sono resistenze queste vanno superate.

 

* Fabrizio Feo per “Paese legale – Paese illegale”

 

Le iniziative in programma in Campania

Don Peppe Diana raccontato da Raffaele Sardo su Radio Rai3

 

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Fabrizio Feo

Giornalista. Ho lavorato, dal 1977, per diversi quotidiani tra cui L’Unità, L’Ora di Palermo, Paese Sera, il Giornale di Napoli. Ho collaborato a Epoca, all’Espresso, e dal 79 a trasmissioni e rubriche della Rai radiofoniche e televisive come Tg2 Dossier. In Rai, dal 92, ho seguito la cronaca giudiziaria, occupandomi, come inviato, in particolare di crimine organizzato e terrorismo internazionale. Ho firmato numerose inchieste in Italia e all’estero sui rapporti tra criminalità mafiosa e politica, devastazioni ambientali e traffici illeciti, ho anche collaborato a studi sulla criminalità mafiosa presso Università, Istituzioni, Organismi di ricerca. La libertà di pensiero, l'impegno a raccontare i fatti,a cercare la verità sono diritti-doveri minacciati,ogni giorno,voglio provare a difenderli sostenendo,uno spazio vitale: Libera Informazione.

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