Verità e giustizia per Nino e Ida
Domenica pomeriggio di pioggia incessante, siamo a La Spezia e la sala Dante è affollata per la presentazione ufficiale del nuovo presidio di Libera, intitolato a Antonino Agostino e Ida Castelluccio, vittime della mafia. Tra i presenti molta commozione e un’attenzione profonda alle parole pronunciate dai rappresentanti di Libera e dai familiari di Antonino e Ida.
«Lavoriamo già da un anno, siamo normalissimi ragazzi senza paura – ha detto la giovane portavoce Valeria La Mattina – perché è il mafioso ad aver paura del cittadino, e non il contrario: infatti se il cittadino si ribella, il mafioso non ha più alcun potere». Con la promessa di un impegno serio, i ragazzi del liceo classico Costa che hanno dato vita al presidio si sono presentati alla platea. «Sono orgoglioso della mia città grazie a voi, io rappresento La Spezia, ma anche voi lo fate benissimo – ha affermato il Sindaco Federici – in un momento di crisi economica in cui l’impegno civile contro le mafie deve essere massimo». Il coro Fabrizio De André, sempre composto da giovanissimi, ha introdotto con canti emozionanti il padre, la madre e la sorella di Antonino Agostino, ucciso il 5 agosto del 1989 assieme alla moglie Ida Castelluccio, in attesa di un figlio.
Una storia straziante, che dopo 24 anni resta ancora oscura. I familiari del poliziotto che sventò l’attentato del 20 giugno 1989 diretto a Giovanni Falcone, continuano oggi a chiedere giustizia e il neonato presidio di La Spezia si unisce a loro, per sostenerli e accompagnarli nella loro ostinata ricerca di verità con energia rinnovata. A pochi giorni dalla Giornata nazionale della Memoria e dell’Impegno questa è una tappa fondamentale del percorso realizzato durante l’anno dai ragazzi e dal territorio.
«Grazie per quello che fate da parte di un padre che ha visto uccidere il figlio con i propri occhi – ha detto Vincenzo Agostino, la barba e i capelli lunghi a testimoniare la giustizia negata – voi ragazzi siete il presente, dovete agire ora, perché il futuro non c’è, non abbiamo più tempo, non c’è nessuna luce in fondo al tunnel, sta a voi accenderla». Girano l’Italia a raccontare le vicende oscure che hanno lacerato la loro famiglia, i coniugi Agostino. Ieri hanno parlato col cuore anche agli spezzini, inchiodandoli alle poltrone con la schiettezza del dolore di due genitori che non possono darsi pace finché non sapranno i nomi e le ragioni profonde degli assassini del figlio e della nuora. Augusta Schiera, la madre, ha raccontato come la sua vita sia cambiata inaspettatamente, e come al dolore insopportabile sia seguito l’impegno civile. Un incoraggiamento importantissimo per il lavoro che i ragazzi del nuovo presidio svolgeranno per la legalità nel territorio del capoluogo ligure.
Anche grazie alle parole del piccolo Agostino, figlio della sorella Flora, nato il 5 agosto del 2001, trasformando così un anniversario straziante in una giornata di gioia: «Io mi chiamo Antonino come mio zio, e come lui mi faccio chiamare Nino, anche ai professori chiedo di chiamarmi così. Sono molto orgoglioso dei miei nonni, che hanno una certa età ma continuano a essere forti. E anche della mia mamma, che nonostante tutto è forte e coraggiosa e mi coinvolge in tante esperienze bellissime».
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