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Rassegna stampa 8 marzo 2013

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Sono stati rinviati a giudizio dieci imputati del procedimento sulla trattativa Stato-mafia. La decisione del Gup di Palermo Piergiorgio Morosini viene ripresa da tutti i quotidiani nazionali.

Il Corriere della Sera, nell’articolo a firma di Giovanni Bianconi scrive che: “Gli elementi raccolti dall’accusa sono così tanti e significativi che consentono una duplice lettura della strategia della tensione terroristico-mafiosa messa in campo da Cosa nostra con gli attentati e gli omicidi realizzati, tentati o anche solo realizzati tra il 1992 e il 1994”.

La Repubblica ospita, oltre a un approfondimento di Attilio Bolzoni, un’intervista a Nicola Mancino, ex ministro dell’Interno tra i dieci imputati rinviati a giudizio. Nell’intervista, a firma di Fabio Tonacci, il politico democristiano dichiara: “Sono stato accusato di falsa testimonianza durante un mio interrogatorio, eppure mi ritrovo in un processo con chi ha ucciso, fatto esplodere bombe, sciolto bambini nell’acido. Perchè il Gup non ha superato i processi?”.

Il Fatto Quotidiano, dal canto suo, oltre all’editoriale di Marco Travaglio, ospita un’intervista all’ex Procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingoria, sul cui lavoro ieri sono piovute numerose critiche. Alla domanda sulle critiche ricevute dal Gup Piergiorgio Morosini, Ingroia risponde che: “Ma quando mai… si è solo lamentato per la mancanza di un indice che gli rendesse più agevole la ricerca di fonti di prove”. Ingroia, inoltre, parla delle similitudini tra il clima politico-sociale del 1992-1993 e quello attuale.

Sull’ex magistrato palermitano non mancano le polemiche. Il Foglio scrive che: “Crozza lo aveva smontato come politico, degradandolo da mito del giustizialismo ad oggetto di derisione. Ieri il Gup Piergiorgio Morosini, che pure ha deciso il rinvio a giudizio dei dieci imputati per la fantomatica trattativa tra stato e mafia, ha però inferto un altro colpo di rasoio alla barba più presuntuosa dell’Italia e del mondo, tenuto conto del Guatemala”.

Cambiando argomento, si continua a parlare del devastante incendio che ha distrutto la Città della scienza di Napoli. Il Fatto Quotidiano ospita un articolo di Enrico Fierro dove in un passaggio si legge: “L’aria è pesante a Napoli, la palude dove si agitano i suoi poteri ribolle. Tra giorni, uno tra gli uomini più potenti della Campania, Nicola Cosentino, varcherà le porte di un carcere con l’accusa di essere stato il referente della camorra, muoiono vecchi equilibri politico-criminali, e i nuovi stentano a nascere”.

Spostandoci sulle tematiche ambientali, La Repubblica pubblica un’inchiesta a firma di Corrado Zunino sul business miliardario che le mafie hanno sviluppato nel campo dei rifiuti, ad iniziare dalle discariche.

La Stampa, invece, pubblica un articolo a firma di Alessandro Ballesio sulla scoperta di cinghiali radiottivi in Piemonte. Sugli animali sono state ritrovate tracce di Cesio 137: “Tracce così consistenti – si legge – da costringere il ministro della Salute Renato Balduzzi a convocare in fretta e furia i carabinieri del Nas e del Noe. E’ stata superata fino a dieci volte la soglia prevista in caso di incidente nucleare”.

 

 

 

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