In Parlamento il 29% dei deputati sarà anticorruzione
Un Parlamento fatto di giovani, donne e “braccialetti bianchi”. Questa la fotografia scattata dalla campagna anticorruzione “Riparte il futuro”, promossa da Libera e Gruppo Abele. “Il Parlamento non si è ancora insediato, ma già esiste un gruppo di politici trasversale fra i vari schieramenti unito da un progetto comune: modificare entro il primi 100 giorni di legislatura l’art.416 ter del codice penale che disciplina lo scambio elettorale politico mafioso, considerato uno dei pilastri della lotta alla corruzione in Italia – fanno sapere gli organizzatori della campagna digitale che in questi giorni hanno monitorato la presenza dei “candidati trasparenti” fra gli eletti alle urne lo scorso 24-25 febbraio.
I numeri in Parlamento. Sono in 274 i neo-parlamentari – il 28,9% del totale degli eletti – ad aver hanno aderito prima delle elezioni alla campagna sottoscrivendo i 5 impegni di trasparenza (pubblicare online curriculum, situazione patrimoniale, conflitti di interesse, precedenti penali e modificare la legge sulla corruzione). Per schieramento politico sono: Partito Democratico 66,1% (181 parlamentari), Movimento 5 stelle 15% (41), SEL 13,1% (36), Scelta Civica con Monti 2,6% (7), PDL 1,5% (4), SVP 0,7% (2), Fratelli d’Italia, Centro Democratico, Lega Nord 0,4% (1).
Oltre 150 mila cittadini chiedono una legge anticorruzione. “Alla vigilia delle elezioni la campagna aveva chiuso la sua prima fase con un successo da record – ricordano gli organizzatori: la sottoscrizione alla petizione online di 150 mila cittadini e l’adesione di 878 candidati trasparenti disposti a perseguire la lotta alla corruzione in Parlamento, qualora eletti. Oggi in questa impasse politica quello della lotta alla corruzione è il tema d’incontro comune tra parlamentari di diversi schieramenti e la società civile che si è già espressa per un forte rinnovamento nella gestione della cosa pubblica”.
I numeri della corruzione. Il sistema corruttivo è stato definito come “sistemico” dalla Corte dei Conti alla presentazione dell’Anno Giudiziario. La crisi italiana deve non poco alla sua diffusione: la corruzione incide fortemente sulla situazione economica – erodendo opportunità di lavoro soprattutto per i giovani (secondo i dati Istat a gennaio la disoccupazione under 24 è arrivata al 38,7%, il dato peggiore dal 1992) – mina la fiducia nelle Istituzioni e la tenuta sociale e politica del Paese. Solo una buona legge capace di prevenire e contrastare la corruzione può far ripartire il futuro dell’Italia.
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