Mafia da legare
Psicotici, schizofrenici, nevrotici, depressi. Ma anche cardiopatici, invalidi, paraplegici. Suicidi provetti e in alcuni casi anche sfortunati. Più che mafiosi e criminali sanguinari, sembrano personaggi usciti da un manuale di psicologia. Sfogliando il nuovo libro di Laura Galesi e Corrado De Rosa, “Mafia da legare”, si rimane allibiti nel leggere le più svariate e bizzarre strategie messe in atto dai boss per sfuggire alle pesanti condanne commutate dai tribunali di mezza Italia.
Quegli stessi mammasantissima che nel loro particolarissimo codice “deontologico” hanno imposto l’obbligo di assumersi le proprie responsabilità, anche a costo di subire condanne pesantissime. Lettera morta, naturalmente, violata dagli stessi capoccia di Cosa nostra, pronti a coprirsi di ridicolo pur di uscire dall’asfissia del carcere duro, per ottenere, grazie all’ausilio di medici compiacenti, i tanto agognati arresti domiciliari.
Dal Provenzano che inscena il suicidio nel carcere di massima sicurezza di Parma, dove è guardato a vista 24 ore su 24, fino a Totò Riina che per il tramite dei suoi legali chiede una perizia psichiatrica. Finti pazzi che cercano di ottenere la sospensione dei processi perché non sono in grado di intendere e di volere. Finti malati che cercano di ottenere il trasferimento in centri clinici all’avanguardia dove poter continuare a gestire il comando in una situazione confortevole. Il tutto, naturalmente, grazie all’aiuto offerto da professionisti compiacente che inondano di perizie cliniche le aule dei Tribunali.
Una strana genesi, quella attraversata dai boss siciliani che la pazzia l’hanno usata, primi fra tutti, per screditare i pentiti. Pazzo era considerato Leonardo Vitale che, in effetti fu internato in un manicomio criminale. Folle era Buscetta, oltre ad essere considerata un “depravato” perché aveva abbandonato la moglie per correre dietro ad un’avvenente brasiliana sposata in seconde nozze. Pazzo chiunque osasse puntare il dito contro l’organizzazione, fornendo agli inquirenti le chiavi per conoscere organigrammi, affari e protezioni.
Dopo il maxiprocesso, e l’impossibilità per Riina di aggiustare il processo storico che vede la condanna del gotha di Cosa nostra, l’unica strada che i boss riescono a percorrere è quella della follia, o della malattia. Fortunatamente, nonostante gli innumerevoli tentativi posti in essere, la giustizia, prima o poi riesce a beccarli.
Corrado De Rosa, Laura Galesi
MAFIA DA LEGARE
Sperling & Kupfler Editori, 2013
Pag. 267, 18 euro
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