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Camorra a Monza, indagine su usura e riciclaggio. Spunta il “tariffario del voto”

di redazione il . Campania, Lombardia

Arresti e perquisizioni oggi in varie province della Lombardia e della Campania nei confronti di un gruppo criminale che avrebbe commesso una serie di reati tra cui usura e riciclaggio, in rapporti con i clan della camorra. L’indagine ha fatto emergere contatti con ambienti camorristici e della politica. Tra gli arrestati figura anche l’ex assessore all’ambiente del Comune di Monza, Giovanni Antonicelli (Pdl). Tra i reati contestati al gruppo criminale, oltre all’usura e al riciclaggio, ci sarebbero anche rapine, estorsioni, furti, ricettazione, utilizzo di banconote false, detenzione illecita di stupefacenti e armi da sparo, insieme a reati contro la pubblica amministrazione.

L’indagine. L’hanno chiamata “Briantenopea” l’inchiesta che oggi ha consentito di individuare nel monzese l’esistenza di una radicata associazione per delinquere composta, prevalentemente, da soggetti italiani di origine campana di elevato spessore criminale, in contatto con esponenti di clan camorristici del napoletano come i Gionta e i Mariano. Tra i destinatari del misura cautelare in carcere figura Giovanni Antonicelli, già  assessore all’Ambiente e Acque, con delega all’ecologia, smaltimento rifiuti, manutenzione cimiteriale, patrimonio, demanio e alloggi comunali, dell’amministrazione comunale di Monza in carica dal 2007 al 2012. Il gip di Monza ha emesso 43 misure nei confronti di soggetti mentre gli arrestati, al momento, sono 37. L’inchiesta fa luce sui contatti fra i clan – attraverso questo gruppo criminale  – e alcuni politici. Anche in merito ad una campagna elettorale di un consigliere: “Sappiamo che ha ottenuto voti di favore ma non sappiamo, al momento, se ne fosse consapevole” . In una intercettazione contenuta nell’inchiesta sembrerebbe emergere persino un “tariffario” legato alla compravendita dei voti: 30 euro per il voto singolo e 50 euro per quello di una famiglia.

 Monza enclave campana in terra di ‘ndrangheta. «Monza era come una sorta di enclave campana in un territorio in cui la maggior parte dell’organizzazione criminale e’ gestita dalla ‘ndrangheta» – spiega a margine della conferenza stampa di oggi, Salvatore Bellomo, sostituto procuratore del tribunale di Monza. «Emerge – prosegue Bellomo – in modo chiaro dalle conversazioni intercettate che il capo dell’organizzazione criminale di Monza diceva chiaramente: ‘io ho preservato Monza dall’invasione dell’ndrangheta”». A capo della presunta organizzazione criminale – secondo gli investigatori – ci sarebbe un pluripregiudicato, Giuseppe Esposito, 61 anni, nato a Torre Annunziata e più’ volte sorvegliato speciale. Secondo quanto riferito da pm e carabinieri, alla figura di Giuseppe Esposito, in contatto con alcuni clan camorristici avrebbe fatto capo tutta una struttura di persone che si occupavano dei reati contestati quali usura e rapine. Sempre secondo Bellomo «la caratteristica di questa associazione e’ non interessarsi di fatti eclatanti ma di avere una sorta di pervasività’ per controllarlo interamente».

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