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Palermo, lo chef de “La prova del cuoco” denuncia pizzo e fa arrestare i suoi estorsori

di Valentina Leone il . Lazio, Progetti e iniziative, Sicilia

A Palermo un altro passo contro racket e estorsori.  Lo chef  Natale Giunta, diventato famoso con la partecipazione al programma televisivo della Rai, “La prova del cuoco”  denuncia i suoi estorsori e li fa arrestare. Antonino Ciresi, Maurizio Lucchese,  Alfredo Calogero Attilio Perricone, Giuseppe Bataglia, sono stati arrestati dal Reparto Operativo del Comando provinciale di Palermo, dopo che il Gip ha emesso i  provvedimenti di custodia cautelare in carcere, con l’accusa di tentata estorsione aggravata dalle finalità  mafiose. I quattro, infatti secondo gli inquirenti, avrebbero preteso da Giunta, titolare di una ditta di ristorazione e catering versamenti da 2000 euro ciascuno per Natale e Pasqua, per il sostentamento delle famiglie dei detenuti. Dopo diverse minacce, l’ultima una tanica di benzina posizionata all’esterno dell’attività commerciale, l’imprenditore ha deciso di sporgere denuncia.

Soddisfatte le associazioni antiracket Libero Futuro, Addiopizzo e Confindustria Palermo: “L’operazione – dicono – e’ stata possibile grazie anche alla collaborazione dell’imprenditore che, avvalendosi dell’ausilio delle associazioni sopracitate, ha maturato la forza e il coraggio di resistere e denunciare le richieste estorsive subite. Anche in questo caso la positiva sinergia tra movimento antiracket e Confindustria e’ risultata decisiva nell’opera di convincimento alla denuncia”. “Il trend delle denunce – proseguono – rimane positivo. Si coglie quindi l’occasione odierna per rilanciare l’appello a tutti gli operatori economici della citta’ che vivono stretti dalla morsa dell’estorsioni. Mai come adesso il momento e’ favorevole per affrancarsi definitivamente da tale fenomeno”

In giornata anche altre due buone notizie: l’imprenditore vitivinicolo Rosario Puglia, dopo 32 giorni di sciopero della fame e della sete ha deciso di interrompere la protesta; l’uomo, che si era ribellato al racket subendo diverse minacce e danneggiamenti, ha annunciato stamane l’interruzione della protesta.  Nella stessa giornata un protocollo d’intesta e’ stato  siglato a Roma da Confartigianato Sicilia, Confindustria Sicilia e l’Associazione nazionale testimoni di giustizia “per restituire al territorio e all’intero Paese le attività  imprenditoriali vittime della mafia, costrette a chiudere”. Il documento impegna le tre associazioni nella lotta contro le mafie e per la tutela delle imprese a rischio infiltrazioni, sia sul territorio regionale che su quello nazionale. Confartigianato Sicilia e Confindustria Sicilia, inoltre, si impegnano a rendere disponibili per l’associazione dei testimoni di giustizia le informazioni di natura economico-statistica elaborati dai propri uffici.

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