‘Ndrangheta a Sarzana, una storia semplice
Esiste la mafia a Sarzana, città di oltre ventimila abitanti, in provincia di La Spezia? Se lo sono chiesti un gruppo di ragazzi che da anni opera sul territorio ligure con Libera. Da questo incrocio di interessi, stimoli e competenze nasce una pubblicazione che prova a rispondere a questa domanda. I boss a Sarzana città di confine nell’estremo ponente ligure – secondo le inchieste giudiziarie – ci sono da decenni, come nel vicino Piemonte nel resto della regione. Ma riuscire a provare in sede giudiziaria l’attività ‘ndranghetista sul territorio, pare sia altra cosa. Così insegna, quantomeno, la sentenza del processo “Maglio3” che distingue fra la presenza delle ‘ndrine sul territorio e la loro operatività, con una assoluzione per tutti gli imputati, per il momento, in primo grado.
“Pare che Sarzana è ‘ndranghetista”, dunque, prova a raccontare questa infiltrazione delle mafie sul territorio mettendo insieme il racconto in presa diretta da parte della società civile e gli elementi giudiziari emersi in questi anni. «Alla base delle nostre attività sta la conoscenza e l’informazione», ha spiegato spiega Francesca Rispoli, coordinatrice nazionale di Libera, durante la presentazione della pubblicazione a Sarzana. «Per Libera La Spezia, l’Impegno verso questa attività di studio» ha ricordato Marco Antonelli, membro del coordinamento, «parte dalla Memoria delle vittime di mafia, dalla storia di Dario Capolicchio e dalla domanda di giustizia di suo padre, Guerino, di cui ci facciamo carico perché è anche la nostra». «Resterà deluso chi cerca un racconto costruito su quanto risulti penalmente sanzionabile – scrivono i redattori nell’introduzione al volume: non è la storia giudiziaria che ci sta a cuore. Anche i personaggi contano fino ad un certo punto: quello che conta, e quello che resta, è il palcoscenico. In altri termini – come spiegava Leonardo Sciascia – ci preme il contesto. Il punto di partenza della nostra ricerca è un quaderno di vecchi appunti: cioè, poco più di niente. Il punto di arrivo è lo stesso: ce lo dicono le carte processuali, a Sarzana la ‘ndrangheta non esiste. Che cosa rimane? Quello che sta in mezzo, tra il punto di partenza e il punto di arrivo. Una fitta schiera di nomi, date, circostanze, coincidenze. Rimane la fantasticheria: rimane il contesto».
Maggiori informazioni sul portale dell’associazione “Legalitè”-
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