Lecce, nuove minacce al Procuratore Capo Cataldo Motta
“Morte a Motta”. Questa è la scritta comparsa a Castromediano (Le) sui muri dell’ ex stabilimento della Mokaffè di via Leuca. Una minaccia che i dipendenti del comune di Cavallino (Le) hanno provveduto a coprire. I carabinieri della stazione di Cavallino e della Compagnia di Lecce sono al lavoro per individuare gli autori della frase minacciosa. Probabilmente la scelta del muro non è stata casuale in quanto, nella zona, non ci sono telecamere che avrebbero potuto riprendere la scena. Gli investigatori sospettano che l’ accaduto sia una risposta alla recente sentenza di condanna emessa al termine del processo con rito abbreviato per gli imputati dell’ operazione “Augusta”. Un blitz grazie al quale si era sgominato un gruppo criminale che stava allungando i tentacoli sulla città. Diversi imputati erano proprio di Castromediano.
“Questo non significa nulla – afferma il Procuratore Motta – Non ci sono elementi per addebitare questa scritta a qualcuno di loro. Del resto, non è la prima volta che compaiono notizie simili”. Un anno fa, a Vernole, su un muro di via Tripoli, era comparsa la scritta “Motta sei un infame”. Questo accadeva dopo che i giornali avevano pubblicato i contenuti della relazione del Procuratore in cui si evidenziava il ruolo di Andrea Leo, indicato come il referente del clan proprio nella zona di Vernole.
Ma non sono gli unici atti intimidatori nei confronti dell’ alto magistrato in prima linea nella lotta alla Scu. Prima ancora, infatti, era stato oggetto di pesanti critiche apparse su Facebook dopo l’ operazione che aveva consentito di sequestrare agenzie per la raccolta di scommesse ritenute vicine a Saulle Politi di Monteroni. Nell’ ottobre 2011, in città, erano comparse altre scritte dopo gli arresti disposti nell’ ambito della citata operazione “Augusta” che, evidentemente, ha lasciato il segno negli ambienti criminali. Anche i carabinieri del Ros sono al lavoro per fare luce sulla vicenda.
“C’ è qualcuno che non mi vuole molto bene”. Questo il laconico commento del Procuratore Capo Cataldo Motta.
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