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Rassegna Stampa mafie in Fvg

Redazione il . Friuli Venezia Giulia, Rassegne, Senza categoria

Ha suscitato grande interesse a livello mediatico il convegno: “Le mafie in Friuli Venezia Giulia, dall’infiltrazione all’insediamento”, organizzato da Libera Informazione, in collaborazione con Libera, il Siulp regionale e il Comune di Udine lo scorso 2 febbraio. Una giornata di lavoro intenso, al quale hanno partecipato studiosi, responsabili del mondo dell’associazionismo e rappresentanti delle forze dell’ordine e della magistratura sia regionale che nazionale.

Il Messaggero Veneto nell’edizione di Udine  si concentra sull’infiltrazione economica delle cosche, attive in tutta la regione con modalità “discrete”, per non allertare gli inquirenti e creare allarme sociale. «Niente pizzo o estorsioni. La mafia, in regione, muove invece capitali e finanzia le imprese. In tempo di crisi economica – si legge nell’articolo di Michela Zanutto – sopperisce alla stretta creditizia delle banche. Gli investigatori parlano di “infiltrazioni economico finanziarie”. In altre parole, ingenti risorse investite sul territorio. E sono molti gli imprenditori già finiti sotto la lente di ingrandimento della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Trieste».

Anche il Gazzettino del Friuli  dà rilievo alla minaccia economica dei clan nella regione, riprendendo dalla relazione del Sostituto Procuratore nazionale antimafia Roberto Pennisi l’allarme su usura, riciclaggio e gioco d’azzardo. «In questa regione la mafia non si insedia coi sistemi tradizionali – si legge nell’articolo – ma tramite l’infiltrazione economica. Il proliferare delle sale da gioco è un sintomo: le vincite significative alle macchinette possono essere una spia che il sistema è entrato nell’illegalità».

Il portale di informazione online Udine20 dà spazio al tema dei beni confiscati, riprendendo quanto detto da Felice Romano, segretario nazionale del Siulp: «Con 80 beni mafiosi confiscati negli ultimi quattro anni il Friuli Venezia Giulia è diventato terra di insediamento delle mafie, trasformatesi in holding che fanno business per un giro d’affari che in Italia ammonta a circa 150 miliardi di euro l’anno».

Infine, per sottolineare come la presenza delle mafie in Friuli Venezia Giulia non sia un fenomeno recente, si segnala l’intervista dell’allora Procuratore di Trieste Nicola Maria Pace a Il Piccolo del 5 febbraio 2002, undici anni prima dell’incontro di Udine Rispondendo alle domande del giornalista Fulvio Gon, così parla della situazione di Trieste.

«Se uno dice che qua si sta bene, che questa è una città tranquilla, è un ottimista e l’ottimismo fa bene, aiuta a vivere meglio. Se lo dice il Procuratore della Repubblica è un cretino, perché vuol dire che non ha visto tutto quello che c’è di sommerso. La micro-criminalità, che è quella che più colpisce la gente, è obiettivamente al di sotto della media nazionale. E’ una città ultra presidiata dalle forze dell’ordine e che si avvale di un assetto sociale estremamente positivo nei confronti dell’ordine pubblico. Un posto facile per chi fa il mio mestiere. Se qui accade una rapina e il rapinatore è stato intravisto, dopo cinque minuti qualcuno si fionda qui e me lo dice. Ma fino a quando non so cosa passa veramente per il porto, dove un giorno sì e uno no si intercettano quintali di droga, devo dire che Trieste ha dei suoi problemi specifici molto grossi. Noto inoltre un grande menefreghismo nei confronti degli altri e questo rende deboli le persone sole».

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